Puglia, 'Sport in carcere' raddoppia

di NICOLA ZUCCARO - L'attività sportiva supportata da una corretta alimentazione e dall'apprendimento di un corretto stile di vita per riabilitare il detenuto, reinserendolo adeguatamente nella società. E' questo lungo sottotitolo che supporta nel suo secondo anno consecutivo l'iniziativa "Sport in carcere".

Rinnovata con il protocollo firmato dal Ministero della Giustizia e dal Coni, sarà estesa dopo i risultati positivi ottenuti nella scorsa edizione a Bari e a Taranto agli istituti penitenziari di Foggia, Lecce, Trani e Turi.

Ma per favorire la riscoperta del proprio corpo e della riabilitazione fisica da parte del detenuto, con un consistente e significativo risparmio sulla spesa sanitaria regionale ci sarà ancora molto da lavorare sotto il profilo dell'impiantistica sportiva. Quest'ultima a tutt'oggi risulta essere insufficiente e in alcune carceri - come nel caso di Brindisi - inesistente.

Un quadro che, come documentato dai numeri in crescita della pratica sportiva fra le mura carcerarie (200, i detenuti a Trani) non escluderebbe, compatibilmente con la ristrettezza delle misure detentive, la dislocazione di determinate discipline sportive in altre strutture penitenziarie della Puglia.

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