In particolare i fatti si riferiscono al periodo che va dal 2007 al 2014.
La vicenda è nata da un'altra indagine, ancora in corso, in cui il medico barese è indagato in relazione a presunte false certificazioni in favore del boss del quartiere Japigia di Bari Mino Fortunato che, secondo le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, avrebbe ottenuto provvedimenti di scarcerazione e benefici penitenziari proprio sulla base di false attestazioni e perizie mediche.
L'ex primario di Neurologia, secondo quanto emerso dalle indagini, avrebbe riciclato così circa 800mila euro.