Trump come la Brexit: mercati a picco, poi recupero

STATI UNITI - Mercati sotto choc dalla vittoria di Trump alle presidenziali americane. La paura, molto concreta, è che si inneschi un effetto simile a quello provocato a giugno dalla Brexit, quando il risultato shock del referendum sull'uscita del Regno Unito dall'Unione europea aveva generato un'ondata di vendite sulle piazze di tutto il mondo.

I future di Wall Street sono in ribasso attorno al 5% e sui mercati globali è già partita una corsa verso gli asset più sicuri: in Asia il Nikkei ha perso più del 5%, Shanghai l'1,3% e Hong Kong più del 2,8%, in Europa i future dei listini sono in netto calo ma la situazione appare ancora peggiore alla Borsa americana, dove i future del Dow Jones, che indicano le previsioni di apertura, crollano di 800 punti, il 5%, quelli del Nasdaq di 250 punti, il 5,08% e quelli dello S&P 500 di 107 punti, il 5%. Nel frattempo, sono scattati i blocchi automatici sugli e-mini dello S&P 500, particolari contratti scambiati per lo più al Cme e con valore frazionario rispetto a quelli normali.

Anche sullo S&P e il Nasdaq è arrivato lo stop alle contrattazioni dei future e non è dato sapere quando potranno ripartire. Questo lascia pensare che all'apertura, alle 15.30 italiane, i ribassi saranno molto significativi. Il dollaro si sta indebolendo rispetto a tutte le principali valute, cedendo il 3,71% sulla divisa giapponese a 101,24 yen e con l'euro che si rafforza del 2,4% a 1,1289 dollari, la sterlina in aumento dell'1,35% a 1,2544 dollari e il dollaro canadese in aumento dell'1,7%. Fa eccezione il peso messicano, che rispetto alla divisa americana arriva a cedere quasi il 10%. Un biglietto verde è arrivato a comprare 20 peso messicani, un record: Trump ha promesso di costruire un muro lungo il confine tra Stati Uniti e Messico e intende rinegoziare il North American Free Trade Agreement, l'accordo commerciale tra Canada, Usa e Messico.

In picchiata anche il petrolio, con il Wti che arretra del 3,78% a 43,28 dollari al barile e il Brent in ribasso del 3,4% a 44,47 dollari. Balza invece l'oro, considerato il bene rifugio per eccellenza, che avanza del 4,59% a 1.333 dollari l'oncia. Viceversa, i titoli di stato americani, uno degli investimenti considerati più sicuri, sono in deciso aumento, con i rendimenti decennali, benchmark del settore, che si avviano verso il calo giornaliero maggiore dalla Brexit, esacerbato appunto dai bruschi movimenti dell'overnight. I rendimenti decennali, benchmark del settore, si attestano al momento all'1,7657%, ma era scivolati fino all'1,746%, dopo essersi portati ieri all'1,896% sulla scia dell'ottimismo della vigilia su una possibile vittoria di Clinton. 

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