Turchia, repressione contro i filo-curdi. Scontri a Istanbul

Torna il terrore in Turchia. Stamani, nei pressi di un edificio della polizia a Diyarbakir, principale città curda nel sud-est del paese, è esplosa un'autobomba. "Alcune persone, tra cui poliziotti e civili, sono martiri". Lo ha detto il ministro della Giustizia di Ankara, Bekir Bozdag, con un'espressione usata in Turchia per indicare le vittime di attacchi terroristici.

Intanto il leader del partito filo-curdo Hdp, Selahattin Demirtas, è stato condotto al tribunale di Diyarbakir, principale città curda nel sud-est della Turchia, dopo essere stato fermato stanotte con accuse di "terrorismo" con altri 10 deputati dell'Hdp. Il giudice dovrà decidere se convalidare gli arresti. I deputati curdi sono stati fermati dopo l'entrata in vigore della legge che ha rimosso l'immunità parlamentare, per essersi rifiutati di presentarsi spontaneamente davanti ai giudici.

Il gruppo di monitoraggio Turkey Blocks denuncia che l'accesso ai principali social media è stato bloccato nella notte in Turchia. Facebook, Twitter e Youtube risultano inaccessibili dall'1.20 ora locale, si legge sul sito del gruppo.

SCONTRI POLIZIA-CURDI DOPO ARRESTI - La polizia turca ha respinto con la forza gruppi di manifestanti a Istanbul, nella capitale Ankara e a Diyarbakir, principale città curda nel sud-est del Paese, che protestavano contro gli arresti di 12 deputati del partito filo-curdo Hdp. Lo riportano media locali. Diverse manifestazioni sono inoltre state impedite in tutta la Turchia.

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