BARI - Ieri nel corso della discussione sul Bilancio di previsione 2017 i consiglieri regionali cinquestelle hanno smontato la proposta di Emiliano sulla decarbonizzazione della centrale di Cerano e dell’Ilva di Taranto utilizzando il gas di TAP, dimostrando che in questo modo non solo la Puglia non si libererebbe dall'utilizzo delle fonti fossili, ma continuerebbe anche a essere dipendente energicamente da un paese estero. I consiglieri, hanno inoltre sottolineato come ci sia, ancora una volta, una certa contraddizione nelle scelte di Emiliano che, a seconda delle convenienze politiche, si dice favorevole a TAP e poi contrario a Energas a Manfredonia.
Si sono espressi in merito il componente della V Commissione Ambiente Antonio Trevisi e il consigliere M5S tarantino Marco Galante, definendo la decarbonizzazione una vera e propria presa in giro nei confronti dei cittadini pugliesi.
“Sappiamo che la centrale Enel di Cerano e l'Ilva non possono essere più riconvertite a gas come dimostrato da dati tecnici, economici e scientifici - spiega Trevisi - si tratta di impianti che sono nati a carbone e non starebbero sul mercato senza l’uso di questo combustibile inquinante. Ribadiamo ancora una volta con forza come la sola strada percorribile sia quella della chiusura senza se e senza ma. L’unica priorità è salvare la vita dei cittadini rispetto agli interessi politici delle lobby, delle ecomafie e delle multinazionali. Abbiamo già dimostrato e continueremo a farlo con sempre più impegno che le possibilità di riconversione industriale ci sono e sono molto diverse da quelle proposte dalla giunta regionale. Il 18 settembre in Fiera del Levante si è tenuto il primo appuntamento della campagna “Riconvertire si può” lanciata dal M5S . Durante il convegno sono intervenuti Asier Abaunza, assessore all'Urbanistica di Bilbao (Spagna), Gregor Boldt, WMR (Germania) e Maciej Filipowicz, Lodz (Polonia). che hanno portato la loro testimonianza sulla riconversione delle aree industriali in crisi che sono diventate, ad esempio, aree dedicate al sociale.”
Dello stesso parere il consigliere Marco Galante, che aveva presentato due emendamenti in merito, uno passato in Commissione che ha modificato l’articolato della Legge su Taranto specificando che la stessa dovrà occuparsi anche di riconversione mente il secondo, quello presentato in aula che mirava a sostituire completamente l’ipotesi di decarbonizzazione con quella di riconversione economica, è stato bocciato dal Consiglio regionale. “Emiliano propone semplicemente il passaggio da una fonte fossile ad un'altra, ma in questo modo la Puglia continuerebbe a rimanere non solo legata ad una fonte fossile ma continuerebbe a dipendere energeticamente dall'estero anzichè sfruttare le proprie fonti rinnovabili. - spiega il consigliere pentastellato che prosegue - Una scelta attraverso la quale Emiliano contraddice ancora una volta sè stesso dal momento che rischia di aprire la strada alle trivellazioni in mare per sfruttare giacimenti di gas. Un comportamento contradditorio che si evince anche dal fatto che Emiliano, a seconda delle convenienze politichem da un lato si dice contrario all’Energas a Manfredonia, e dall’altro si dice favorevole al gas del TAP. Si tratta dell'ennesima presa in giro per i pugliesi, soprattutto per i tarantini che vogliono e necessitano di una vera alternativa di sviluppo economico per un territorio a rischio di disastro ambientale”.
Si sono espressi in merito il componente della V Commissione Ambiente Antonio Trevisi e il consigliere M5S tarantino Marco Galante, definendo la decarbonizzazione una vera e propria presa in giro nei confronti dei cittadini pugliesi.
“Sappiamo che la centrale Enel di Cerano e l'Ilva non possono essere più riconvertite a gas come dimostrato da dati tecnici, economici e scientifici - spiega Trevisi - si tratta di impianti che sono nati a carbone e non starebbero sul mercato senza l’uso di questo combustibile inquinante. Ribadiamo ancora una volta con forza come la sola strada percorribile sia quella della chiusura senza se e senza ma. L’unica priorità è salvare la vita dei cittadini rispetto agli interessi politici delle lobby, delle ecomafie e delle multinazionali. Abbiamo già dimostrato e continueremo a farlo con sempre più impegno che le possibilità di riconversione industriale ci sono e sono molto diverse da quelle proposte dalla giunta regionale. Il 18 settembre in Fiera del Levante si è tenuto il primo appuntamento della campagna “Riconvertire si può” lanciata dal M5S . Durante il convegno sono intervenuti Asier Abaunza, assessore all'Urbanistica di Bilbao (Spagna), Gregor Boldt, WMR (Germania) e Maciej Filipowicz, Lodz (Polonia). che hanno portato la loro testimonianza sulla riconversione delle aree industriali in crisi che sono diventate, ad esempio, aree dedicate al sociale.”
Dello stesso parere il consigliere Marco Galante, che aveva presentato due emendamenti in merito, uno passato in Commissione che ha modificato l’articolato della Legge su Taranto specificando che la stessa dovrà occuparsi anche di riconversione mente il secondo, quello presentato in aula che mirava a sostituire completamente l’ipotesi di decarbonizzazione con quella di riconversione economica, è stato bocciato dal Consiglio regionale. “Emiliano propone semplicemente il passaggio da una fonte fossile ad un'altra, ma in questo modo la Puglia continuerebbe a rimanere non solo legata ad una fonte fossile ma continuerebbe a dipendere energeticamente dall'estero anzichè sfruttare le proprie fonti rinnovabili. - spiega il consigliere pentastellato che prosegue - Una scelta attraverso la quale Emiliano contraddice ancora una volta sè stesso dal momento che rischia di aprire la strada alle trivellazioni in mare per sfruttare giacimenti di gas. Un comportamento contradditorio che si evince anche dal fatto che Emiliano, a seconda delle convenienze politichem da un lato si dice contrario all’Energas a Manfredonia, e dall’altro si dice favorevole al gas del TAP. Si tratta dell'ennesima presa in giro per i pugliesi, soprattutto per i tarantini che vogliono e necessitano di una vera alternativa di sviluppo economico per un territorio a rischio di disastro ambientale”.