Ognuno di loro, attraverso un laboratorio letterario, ha scelto le frasi di alcuni romanzi di scrittori baresi che sono riportate sul dorso di queste panchine.
Un modo per dare voce a persone che sono in ricerca di un nuovo percorso di vita. Ogni panchina può essere la copertina di un libro che descrive l’istinto e il senso di libertà di molti uomini.
Le panchine sono un’espressione d’arte che è diffusa, la “talkingbench”, in molte città. Sono una forma d’arte urbana, contemporanea e processuale: attraverso il recupero e rendendo “bella” una semplice panchina si dà uno sguardo nuovo delle realtà che spesso è data per scontata.
C’è l’impegno e la creatività degli studenti guidati dalla curatrice del progetto Maria Paola Spinellie la professoressa Anna De Francesco e l’attenzione di Piero Rossi, garante dei diritti dei detenuti.
Sia per gli studenti che per i detenuti la realizzazione di questo progetto può inaugurarne altri in un percorso professionale certamente rigenerante e positivo per il bene comune.
I colori, le sfumature, le fantasie si incrociano con la scrittura in panchine rivolte verso il mare, vero elemento che apre all’infinito e alla bellezza.
Le panchine sono state “inaugurate” dall’assessore Silvio Maselli in una lunga passeggiate su Lungomare.