Berlino, autorità sotto accusa: l'attentatore era noto. La Di Lorenzo è morta
di MARIAGRAZIA DI RAIMONDO - Il Ministro degli Esteri Alfano e la magistratura tedesca confermano i sospetti di questi giorni. Fabrizia Di Lorenzo è tra le vittime dell'attentato di Berlino. Il Capo del Governo Gentiloni e il Presidente della Repubblica Mattarella esprimono il cordoglio di tutto il paese che si unisce al dolore della famiglia.
"La notizia della identificazione di Fabrizia Di Lorenzo tra le vittime della strage di Berlino conferma i peggiori timori dei giorni scorsi. Il dolore per la sua morte è grande. Ancora una volta una nostra giovane connazionale rimane, all'estero, vittima della insensata ed esecrabile violenza del terrorismo. Esprimo ai genitori e al fratello di Fabrizia la solidarietà e la vicinanza di tutto il nostro Paese": lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
E' CACCIA AL TUNISINO - Continua a ritmi serrati la caccia al tunisino sospettato dell'attentato di lunedì scorso a Berlino. A finire sotto accusa stavolta sono state le autorità tedesche, perchè erano al corrente del fatto che il 24enne Anis Amri, a cui era stata respinta la richiesta di asilo, era stato identificato come un islamista potenzialmente pericoloso, tanto che era stato sorvegliato fino allo scorso settembre.
La polizia ha lanciato contro di lui una caccia in tutta Europa, offrendo una ricompensa di 100.000 euro a chiunque offra informazioni utili al suo arresto, ammonendo che l'uomo "potrebbe essere violento e armato".
Il portafogli e i documenti dell'uomo sono stati ritrovati sul tir con cui lunedì sera si è scagliato sulla folla di un mercatino di Natale a Berlino, uccidendo 11 persone. La dodicesima vittima è il conducente polacco del mezzo pesante.
Ventiquattro persone sono ancora ricoverate in ospedale, 14 delle quali con ferite gravi. La Sueddeutsche Zeitung ha criticato la polizia per aver perso tempo, subito dopo l'attentato, con un 23enne pachistano, rilasciato martedì sera: "Ce n'è voluto di tempo prima che la polizia federale si occupasse di Amri come sospetto".
L'uomo era ben noto alla polizia, al centro di lotta al terrorismo e alla procura: per quasi tutto il 2016 è stato infatti monitorato a Berlino perchè sospettato di preparare una rapina per finanziare l'acquisto di armi automatiche e un attentato.
Tuttavia l'indagine era stata abbandonata a settembre per mancanza di prove. Nonostante i sospetti, anche di legami con predicatori salafiti, l'uomo era stato lasciato in libertà per mancanza di prove: "Le autorità lo avevano nel mirino e lui è riuscito a dileguarsi", ha scritto Der Spiegel.
"La notizia della identificazione di Fabrizia Di Lorenzo tra le vittime della strage di Berlino conferma i peggiori timori dei giorni scorsi. Il dolore per la sua morte è grande. Ancora una volta una nostra giovane connazionale rimane, all'estero, vittima della insensata ed esecrabile violenza del terrorismo. Esprimo ai genitori e al fratello di Fabrizia la solidarietà e la vicinanza di tutto il nostro Paese": lo afferma in una nota il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
E' CACCIA AL TUNISINO - Continua a ritmi serrati la caccia al tunisino sospettato dell'attentato di lunedì scorso a Berlino. A finire sotto accusa stavolta sono state le autorità tedesche, perchè erano al corrente del fatto che il 24enne Anis Amri, a cui era stata respinta la richiesta di asilo, era stato identificato come un islamista potenzialmente pericoloso, tanto che era stato sorvegliato fino allo scorso settembre.
La polizia ha lanciato contro di lui una caccia in tutta Europa, offrendo una ricompensa di 100.000 euro a chiunque offra informazioni utili al suo arresto, ammonendo che l'uomo "potrebbe essere violento e armato".
Il portafogli e i documenti dell'uomo sono stati ritrovati sul tir con cui lunedì sera si è scagliato sulla folla di un mercatino di Natale a Berlino, uccidendo 11 persone. La dodicesima vittima è il conducente polacco del mezzo pesante.
L'uomo era ben noto alla polizia, al centro di lotta al terrorismo e alla procura: per quasi tutto il 2016 è stato infatti monitorato a Berlino perchè sospettato di preparare una rapina per finanziare l'acquisto di armi automatiche e un attentato.
Tuttavia l'indagine era stata abbandonata a settembre per mancanza di prove. Nonostante i sospetti, anche di legami con predicatori salafiti, l'uomo era stato lasciato in libertà per mancanza di prove: "Le autorità lo avevano nel mirino e lui è riuscito a dileguarsi", ha scritto Der Spiegel.