Campagna referendaria o anteprima delle 'politiche'?

di NICOLA ZUCCARO - Lunga, al punto tale da poter essere definita interminabile. Costituzionalistica, tanto da far uscire dalle aule universitarie i docenti universitari di Diritto costituzionale, meglio noti con la definizione scientifica di costituzionalisti, e di consentire a costoro di creare 2 schieramenti: uno quello dei favorevoli alla Riforma e l'altro composto da coloro i quali sono stati, sin dalla prima ora, oppositori alla stessa. Economicista perchè incentrata - per il quesito referendario - sulla necessità di ridurre i costi della politica, piuttosto che discutere su quel merito squisitamente costituzionale concentrato sulla suddivisione delle funzioni fra Stato e Regioni e sull'effettivo ruolo del Senato.

Sono stati i tratti caratteristici della campagna referendaria appena terminata e che nelle sue battute finali si è rivelata per il clima di rissosità più uno scontro personale che un confronto fra pareri opposti sulla Riforma.

E se a questo si aggiunge anche la contrapposizione sulla futura legge elettorale, si potrebbe scrivere che questa campagna referendaria si è trasformata in una pre-campagna elettorale per quelle Elezioni politiche che, stando ai rumors delle ultime ore, potrebbero già essere dietro l'angolo. Motivi per i quali, qualunque sarà l'esito referendario (per parafrasarla alla Chiambretti maniera), quest'ultima vigilia dell'appuntamento consultivo del 4 dicembre, sul piano dell'immagine, è stato un insuccesso per gran parte della classe politica italiana.

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