LECCE - Sarà colpa della lobby del tabacco, sarà perché le autorità non hanno voluto destare ulteriori allarmi perché ci guadagnano i governi e non solo, sarà infine perché gli studi circa le conseguenze del tabagismo non sono ancora completi, ma il fumo è una piaga sempre sottovalutata dalla gran parte della popolazione che non smette mai di sorprendere come più volte ha evidenziato Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”. La conferma viene da un nuovo studio americano dei ricercatori del National Cancer Institute (NCI), il quale ha stabilito che fumare occasionalmente, sebbene non sia dannoso come avere il vizio vero e proprio, contribuisce ad incrementare il rischio di una morte prematura.
Ai partecipanti allo studio, chiamato NIH-AARP Diet and Health Study, è stato chiesto di condividere le loro abitudini da fumatori durante nove diversi periodi della loro vita, a partire da quello precedente al 15esimo compleanno e terminando con il raggiungimento dei 70 anni (per i partecipanti più anziani).Quasi 160 fumatori hanno consumato meno di una sigaretta al giorno nel corso di tutti gli anni in cui possedevano il moderato vizio, mentre 1.500 fumatori avevano un limite di 10 nell’arco di 24 ore. Il team del dottor Inoue-Choi tiene a sottolineare che la maggioranza dei partecipanti aveva un’età compresa tra i 60 e gli 70 anni, dunque solo una parte della popolazione generale è stata rappresentata dallo studio.
Secondo i risultati, le persone che fumavano regolarmente, seppure poco, hanno riportato il 64% in più di probabilità di una morte prematura, mentre per i secondi la percentuale di rischio è giunta fino all’87%.«I risultati di questo studio supportano le raccomandazioni delle autorità sanitarie secondo cui non esiste un livello di sicurezza quando si fuma tabacco», ha spiegato l’autore della ricerca Maki Inoue-Choi.«Fumare ogni giorno, anche se moderatamente, ha un effetto negativo sulla salute; questi risultati sono l’ennesima prova del fatto che i benefici per chi smette di fumare sono tanti, a prescindere da quante sigarette fumano».
Ai partecipanti allo studio, chiamato NIH-AARP Diet and Health Study, è stato chiesto di condividere le loro abitudini da fumatori durante nove diversi periodi della loro vita, a partire da quello precedente al 15esimo compleanno e terminando con il raggiungimento dei 70 anni (per i partecipanti più anziani).Quasi 160 fumatori hanno consumato meno di una sigaretta al giorno nel corso di tutti gli anni in cui possedevano il moderato vizio, mentre 1.500 fumatori avevano un limite di 10 nell’arco di 24 ore. Il team del dottor Inoue-Choi tiene a sottolineare che la maggioranza dei partecipanti aveva un’età compresa tra i 60 e gli 70 anni, dunque solo una parte della popolazione generale è stata rappresentata dallo studio.
Secondo i risultati, le persone che fumavano regolarmente, seppure poco, hanno riportato il 64% in più di probabilità di una morte prematura, mentre per i secondi la percentuale di rischio è giunta fino all’87%.«I risultati di questo studio supportano le raccomandazioni delle autorità sanitarie secondo cui non esiste un livello di sicurezza quando si fuma tabacco», ha spiegato l’autore della ricerca Maki Inoue-Choi.«Fumare ogni giorno, anche se moderatamente, ha un effetto negativo sulla salute; questi risultati sono l’ennesima prova del fatto che i benefici per chi smette di fumare sono tanti, a prescindere da quante sigarette fumano».