di FREDERIC PASCALI - Il mondo del fantasy ha al suo interno caratteristiche tali da renderlo fruibile a un target di spettatori sempre più esteso.
Quello edificato sulle opere di J.K.Rowling è perfettamente integrato in questa peculiarità e ne dà un’ulteriore prova con questo spin-off tratto dalla ben nota saga di Harry Potter.
Diretto da David Yates, già regista di 4 episodi delle avventure del mago di Hogwarts, si avvale della presenza del premio Oscar Eddie Redmayne nella parte del protagonista e di Katherine Waterston, “Tina”, e Dan Fogler, “Kowalski”, negli altri due ruoli principali.
Newt Scamander è un giovane mago che, nascosto in una valigia, porta con sé un vero e proprio zoo di animali fantastici introvabili in natura. Giunto in piroscafo nella New York dei primi decenni del Novecento si trova da subito a dover far fronte alla fuga di una delle sue creature. È uno Snaso, una specie amante dei metalli preziosi che, saltato fuori dalla valigia, si è intrufolato in una banca. Nell’inseguimento Newt, involontariamente, coinvolge anche Jacob Kowalski, un No-Mag (umano)alla ricerca di un prestito per aprire una pasticceria in proprio.
La scena non sfugge allo sguardo di Tina Goldstein, un agente del MACUSA, il Magico Congresso degli Stati Uniti d’America, la quale arresta i due e li porta al quartier generale già in fibrillazione per la presenza in città di un Obscurus, una forza oscura creata da qualche bambino costretto a nascondere troppo a lungo la propria magia.
“Animali fantastici e dove trovarli” è senza dubbio una produzione sontuosa che trae il suo punto di forza nella spettacolare resa scenografica affidata all’abilità del britannico Stuart Graig, già 3 volte premio Oscar, coadiuvata dai costumi di Colleen Atwood e dagli effetti speciali del trio composto da David Watkins, Tim Burke e Christian Manz.
L’impressione finale, pur nella sua fascinazione generale, si tinge della potenza espressiva del noir, riportando alla memoria le sensazioni delle atmosfere tanto care a Fritz Lang. In perfetto accordo con la trama risultano le musiche di James Newton Howard, non così come il ruolo affidato a Redmayne sembrato, nonostante la sua straordinaria versatilità , prigioniero di una parte non del tutto consona al suo estro.
Quello edificato sulle opere di J.K.Rowling è perfettamente integrato in questa peculiarità e ne dà un’ulteriore prova con questo spin-off tratto dalla ben nota saga di Harry Potter.
Diretto da David Yates, già regista di 4 episodi delle avventure del mago di Hogwarts, si avvale della presenza del premio Oscar Eddie Redmayne nella parte del protagonista e di Katherine Waterston, “Tina”, e Dan Fogler, “Kowalski”, negli altri due ruoli principali.
Newt Scamander è un giovane mago che, nascosto in una valigia, porta con sé un vero e proprio zoo di animali fantastici introvabili in natura. Giunto in piroscafo nella New York dei primi decenni del Novecento si trova da subito a dover far fronte alla fuga di una delle sue creature. È uno Snaso, una specie amante dei metalli preziosi che, saltato fuori dalla valigia, si è intrufolato in una banca. Nell’inseguimento Newt, involontariamente, coinvolge anche Jacob Kowalski, un No-Mag (umano)alla ricerca di un prestito per aprire una pasticceria in proprio.
La scena non sfugge allo sguardo di Tina Goldstein, un agente del MACUSA, il Magico Congresso degli Stati Uniti d’America, la quale arresta i due e li porta al quartier generale già in fibrillazione per la presenza in città di un Obscurus, una forza oscura creata da qualche bambino costretto a nascondere troppo a lungo la propria magia.
“Animali fantastici e dove trovarli” è senza dubbio una produzione sontuosa che trae il suo punto di forza nella spettacolare resa scenografica affidata all’abilità del britannico Stuart Graig, già 3 volte premio Oscar, coadiuvata dai costumi di Colleen Atwood e dagli effetti speciali del trio composto da David Watkins, Tim Burke e Christian Manz.
L’impressione finale, pur nella sua fascinazione generale, si tinge della potenza espressiva del noir, riportando alla memoria le sensazioni delle atmosfere tanto care a Fritz Lang. In perfetto accordo con la trama risultano le musiche di James Newton Howard, non così come il ruolo affidato a Redmayne sembrato, nonostante la sua straordinaria versatilità , prigioniero di una parte non del tutto consona al suo estro.