BARI - “A più di vent’anni dalla sua abolizione ritorna il ministero del Mezzogiorno, e con il terrore di trovarci di fronte all’ennesima bufala di governo, aspettiamo di capire a quali compiti sarà chiamato il nuovo dicastero”, lo dichiara l’onorevole Vincenza Labriola, capogruppo per il Gruppo Misto in commissione Lavoro alla Camera dei Deputati.
“Un ministero per il Sud in un governo che potrebbe durare solo pochi mesi, o nella migliore delle ipotesi fino all’inverno prossimo, quando finirà la legislatura, sembra quasi un controsenso – prosegue Labriola –. Ma sarò pronta a ricredermi se vi saranno impegni e risultati concreti. Il ministro De Vincenti spieghi ai cittadini del Mezzogiorno la strada che intende seguire per conto del governo. Quali saranno le priorità e gli obiettivi? Il potenziamento delle infrastrutture? Il contrasto ad una crescente povertà ? La tutela ambientale? Il rilancio dell’impresa e del turismo? Quel che è certo è che il nostro Sud vive una situazione di crisi profonda e di arretratezza, con un divario sempre più ampio con le regioni del Nord. Un gap che è indispensabile colmare, anche con un utilizzo virtuoso delle risorse economiche a disposizione, europee in primis, che troppo spesso vengono gestite male o restituite a Bruxelles. Serve dunque una programmazione degna di tale nome, che punti al riscatto progressivo di tutto il Mezzogiorno”.
“Un ministero per il Sud in un governo che potrebbe durare solo pochi mesi, o nella migliore delle ipotesi fino all’inverno prossimo, quando finirà la legislatura, sembra quasi un controsenso – prosegue Labriola –. Ma sarò pronta a ricredermi se vi saranno impegni e risultati concreti. Il ministro De Vincenti spieghi ai cittadini del Mezzogiorno la strada che intende seguire per conto del governo. Quali saranno le priorità e gli obiettivi? Il potenziamento delle infrastrutture? Il contrasto ad una crescente povertà ? La tutela ambientale? Il rilancio dell’impresa e del turismo? Quel che è certo è che il nostro Sud vive una situazione di crisi profonda e di arretratezza, con un divario sempre più ampio con le regioni del Nord. Un gap che è indispensabile colmare, anche con un utilizzo virtuoso delle risorse economiche a disposizione, europee in primis, che troppo spesso vengono gestite male o restituite a Bruxelles. Serve dunque una programmazione degna di tale nome, che punti al riscatto progressivo di tutto il Mezzogiorno”.
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