BARI - Questi gli slogan del nuovo sit-in targato nastrini rossi docenti di martedì 27 dicembre alle 11 in quattro capoluoghi del centro-sud ai piedi delle sedi dei rispettivi Consigli regionali: a Bari sotto il porticato della regione in viale Capruzzi, a Napoli in via Santa Lucia, a Palermo in pazza Indipendenza e a Pescara in piazza Salotto. Di nuovo insieme per rivendicare il diritto ad insegnare nelle cattedre del Sud, nonostante i docenti assunti con la riforma siano stati mandati da un algoritmo impazzito (e di cui non si conoscono le procedure e neppure le graduatorie) nelle scuole del Nord a centinaia di chilometri dalla propria famiglia, dai propri alunni e dalla propria vita. Mai più discriminazioni né giuridiche e neppure economiche tra docenti a partire dal prossimo contratto sulla mobilità . Non è più pensabile che docenti con pari diritti vengano trattati diversamente o che si ritenga di poter modificare la legge 107/2015 solo per tutelare alcune categorie di insegnanti. I docenti dei nastrini rossi sono circa 25mila professionisti per lo più donne di età media di 45 anni e con mille incombenze familiari, che nel mezzo delle loro carriere lavorative sono stati costretti a sconvolgere le proprie vite. I docenti assunti con la riforma sono i più danneggiati. Ed i nastrini rossi chiedono alla ministra Fedeli ed ai sindacati che si incontreranno mercoledì prossimo per discutere delle nuove procedure di mobilità che il faro da perseguire sia prioritariamente quello di rimediare ad un errore ripristinando equità e giustizia attraverso la deroga al vincolo sia per il trasferimento che per la possibilità di produrre domanda di Assegnazione Provvisoria nel prossimo anno scolastico. Affinché siano finalmente la ragionevolezza e il buon senso a prevalere. Il Sud ha bisogno dei suoi docenti e i suoi docenti hanno bisogno di serenità per svolgere al meglio la propria missione a scuola. I disservizi ancora presenti nelle scuole del Sud come in quelle del Nord continuano ad essere ancora troppi e a farne le spese sono ancora gli alunni, soprattutto quelli più deboli. I nastrini rossi continuano a chiedere a gran voce che i diritti del Sud siano ascoltati e che sia finalmente scongiurata una nuova questione meridionale attraverso un piano di rientro per tutti e la possibilità di nuovo reclutamento per i colleghi precari perché la verità , ormai gridata a gran voce da quando la ”Buona scuola” è entrata in vigore, è che i docenti non sono troppi, ma troppo pochi!