di NICOLA ZUCCARO - Nulla cambia perchè tutto o quasi tutto resti, come nel caso del Governo Gentiloni. In attesa di ottenere la fiducia dalle Camere, dell'Esecutivo che ha giurato lunedì sera al Quirinale di nuovo c'è poco, se non nulla. Eccezion fatta per gli ingressi di Minniti agli Interni e della Finocchiaro ai Rapporti con il Parlamento, per il resto si è assistito ad un semplice trasloco da un Dicastero all'altro.
E' il caso di Alfano che lascia il Viminale per la Farnesina, così come per Maria Elena Boschi (il suo nuovo incarico corrisponderebbe ad una bocciatura) che lascia il Ministero delle Riforme istituzionali per il sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio. Di contro, si registra una "promozione" che per quanto precedentemente menzionato rappresenta una staffetta a Palazzo Chigi, con Claudio De Vincenti che approda al Dicastero per la Coesione territoriale e competente (chissà perchè non si ha il coraggio di comunicarlo) anche per le questioni del Sud Italia.
Se a quest'ultima nomina si aggiunge anche quella di Luca Lotti a Ministro dello Sport e all'Editoria (già sottosegretario del relativo Ministero), ci sono anche gli elementi per sostenere che questo Esecutivo al quale è demandato il compito di scrivere la nuova Legge elettorale e di proseguire il percorso sulle riforme, di progressista ha ben poco, non solo per le staffette precedentemente menzionate, ma anche per il ritorno di alcuni Ministeri e per i tempi con cui è nato (tanto da scrivere di crisi-lampo), assomiglia ad uno di quei classici Governi della Prima Repubblica - dove - il verbo "rimpastare" faceva quasi sempre rima con il verbo "traslocare" per poi "conservare".
E' il caso di Alfano che lascia il Viminale per la Farnesina, così come per Maria Elena Boschi (il suo nuovo incarico corrisponderebbe ad una bocciatura) che lascia il Ministero delle Riforme istituzionali per il sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio. Di contro, si registra una "promozione" che per quanto precedentemente menzionato rappresenta una staffetta a Palazzo Chigi, con Claudio De Vincenti che approda al Dicastero per la Coesione territoriale e competente (chissà perchè non si ha il coraggio di comunicarlo) anche per le questioni del Sud Italia.
Se a quest'ultima nomina si aggiunge anche quella di Luca Lotti a Ministro dello Sport e all'Editoria (già sottosegretario del relativo Ministero), ci sono anche gli elementi per sostenere che questo Esecutivo al quale è demandato il compito di scrivere la nuova Legge elettorale e di proseguire il percorso sulle riforme, di progressista ha ben poco, non solo per le staffette precedentemente menzionate, ma anche per il ritorno di alcuni Ministeri e per i tempi con cui è nato (tanto da scrivere di crisi-lampo), assomiglia ad uno di quei classici Governi della Prima Repubblica - dove - il verbo "rimpastare" faceva quasi sempre rima con il verbo "traslocare" per poi "conservare".