OSTUNI - La musica gospel ha i suoi “Grammy”. Sono gli Stellar Awards, che nel 2014 hanno visto trionfare, come miglior coro contemporaneo, il Mount Unity Choir, la formazione della Virginia attesa protagonista del concerto di Natale del Ghironda Winter Festival, in programma domenica 25 dicembre, alle ore 19.30 (ingresso libero), nella Concattedrale di Ostuni, dove per l’occasione gli organizzatori annunceranno l’appuntamento a sorpresa previsto lunedì 26 dicembre, sempre nella città bianca.
Parte integrante della Mount Lebanon Baptist Church, importante chiesa battista della Virginia attiva in numerose attività culturali, sociali e filantropiche, il Mount Unity Choir, diretto da Earl Bynum, produttore, autore e insegnante, è un coro di sette voci, con una sezione ritmica formata da basso, batteria e tastiera. E propone uno spettacolo emozionante, travolgente e carico di energia.
Insomma, un concerto all’insegna della musica religiosa proveniente dall’altra parte dell’Oceano e che da un po’ di anni ha fatto breccia tra i fedeli del Vecchio Continente, arrivando da lontano, dai canti di lavoro degli schiavi. Gospel vuol dire Vangelo. E, infatti, i neri ripetevano ossessivamente i salmi con l’accompagnamento della musica, il battito delle mani e la danza. Quindi, con il gospel la preghiera a Dio si fece fisica, per raccontare contestualmente il cammino umano e spirituale di un popolo travagliato.
E non è un caso che il gospel, e prima ancora lo spiritual, così pieni di passione, rappresentino non solo una lode al Signore ma anche un pretesto per parlare di sé, del proprio vissuto.
Racconto di un’umanità calpestata nei suoi diritti primari, il gospel è dunque un grido gioioso di libertà . Per questo è un patrimonio di tutti. Perché chi canta gospel canta un messaggio di pace, fratellanza e speranza.
Parte integrante della Mount Lebanon Baptist Church, importante chiesa battista della Virginia attiva in numerose attività culturali, sociali e filantropiche, il Mount Unity Choir, diretto da Earl Bynum, produttore, autore e insegnante, è un coro di sette voci, con una sezione ritmica formata da basso, batteria e tastiera. E propone uno spettacolo emozionante, travolgente e carico di energia.
Insomma, un concerto all’insegna della musica religiosa proveniente dall’altra parte dell’Oceano e che da un po’ di anni ha fatto breccia tra i fedeli del Vecchio Continente, arrivando da lontano, dai canti di lavoro degli schiavi. Gospel vuol dire Vangelo. E, infatti, i neri ripetevano ossessivamente i salmi con l’accompagnamento della musica, il battito delle mani e la danza. Quindi, con il gospel la preghiera a Dio si fece fisica, per raccontare contestualmente il cammino umano e spirituale di un popolo travagliato.
E non è un caso che il gospel, e prima ancora lo spiritual, così pieni di passione, rappresentino non solo una lode al Signore ma anche un pretesto per parlare di sé, del proprio vissuto.
Racconto di un’umanità calpestata nei suoi diritti primari, il gospel è dunque un grido gioioso di libertà . Per questo è un patrimonio di tutti. Perché chi canta gospel canta un messaggio di pace, fratellanza e speranza.