TARANTO - SalviAMO i nostri Delfini e il nostro mare, la manifestazione pacifista per salvare i delfini che vivono nel Golfo di Taranto, in quella che è stata definita con decreto presidenziale "Baia storica e naturale" si è svolta oggi a Taranto. A mare sono state tante le imbarcazioni che hanno partecipato stazionando sotto il Monumento al Marinaio sul Lungomare dove si sono raccolti per un sit-in le associazioni animaliste, ambientaliste, i cittadini, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla lotta agli air gun e chiedere di vietarne l'utilizzo per la ricerca di idrocarburi in mare.
"Il nostro Paese possiede risorse naturali e opportunità per puntare a un futuro cento per cento rinnovabile. Il Governo abbia il coraggio di percorrere questa strada avviando una nuova stagione incentrata sulle fonti rinnovabili. " - dichiara Lunetta Franco, presidente di LegambienteTaranto -" abbiamo aderito alla manifestazione a Taranto SalviAMO i nostri Delfini e il nostro Mare, per dire con forza basta all'utilizzo dell'airgun e a un'inutile e dannosa corsa al petrolio"
La corsa all'oro nero nei mari italiani continua senza sosta: nuovi pozzi, dentro e fuori le aree vincolate, e nuove attività di ricerca, estrazione e prospezione continuano a mettere a rischio il mare Ionio, l'Adriatico, il Canale di Sicilia e il mar di Sardegna. A conferma di ciò a ottobre è arrivato il via libera del Ministero dell'Ambiente che in una settimana (dall'11 al 18) ha ritenuto conclusi con esito positivo ben 5 procedimenti di VIA riguardanti attività geofisiche a scopi petroliferi nei mari italiani.
L'ok ha riguardato due istanze di permesso di ricerca nel mar Ionio per 1.500kmq (appartenenti alla Global Med), una istanza di prospezione sempre nello Ionio per ben 4.000 kmq (titolare la Schlumberger) e due istanze di permesso di ricerca nel mar Adriatico a largo delle coste pugliesi per circa 1.500 kmq (della società Global Petroleum). A questi 5 pareri si aggiunge un ulteriore esito positivo per il permesso di ricerca nel mar di Sicilia a largo di Gela, per 456 kmq di mare, di proprietà Edison Eni. Per un totale di sei procedimenti Via Autorizzati.
"Il nostro Paese possiede risorse naturali e opportunità per puntare a un futuro cento per cento rinnovabile. Il Governo abbia il coraggio di percorrere questa strada avviando una nuova stagione incentrata sulle fonti rinnovabili. " - dichiara Lunetta Franco, presidente di LegambienteTaranto -" abbiamo aderito alla manifestazione a Taranto SalviAMO i nostri Delfini e il nostro Mare, per dire con forza basta all'utilizzo dell'airgun e a un'inutile e dannosa corsa al petrolio"
La corsa all'oro nero nei mari italiani continua senza sosta: nuovi pozzi, dentro e fuori le aree vincolate, e nuove attività di ricerca, estrazione e prospezione continuano a mettere a rischio il mare Ionio, l'Adriatico, il Canale di Sicilia e il mar di Sardegna. A conferma di ciò a ottobre è arrivato il via libera del Ministero dell'Ambiente che in una settimana (dall'11 al 18) ha ritenuto conclusi con esito positivo ben 5 procedimenti di VIA riguardanti attività geofisiche a scopi petroliferi nei mari italiani.
L'ok ha riguardato due istanze di permesso di ricerca nel mar Ionio per 1.500kmq (appartenenti alla Global Med), una istanza di prospezione sempre nello Ionio per ben 4.000 kmq (titolare la Schlumberger) e due istanze di permesso di ricerca nel mar Adriatico a largo delle coste pugliesi per circa 1.500 kmq (della società Global Petroleum). A questi 5 pareri si aggiunge un ulteriore esito positivo per il permesso di ricerca nel mar di Sicilia a largo di Gela, per 456 kmq di mare, di proprietà Edison Eni. Per un totale di sei procedimenti Via Autorizzati.