VINO DiVINO. Inizia il nostro viaggio tra i vini che non possono mancare sulle tavole degli Italiani
di AUGUSTO MARINO SANFELICE DI BAGNOLI - Finalmente è arrivato il periodo natalizio amato da grandi e piccini, un periodo in cui si riscopre il piacere dello stare assieme, il piacere di vivere con gioia e serenità le feste in famiglia riuniti intorno a grandi tavolate circondati dalle prelibatezze che il nostro bel paese offre. Natale arriva una volta l'anno e i consumatori, ben consci di ciò, prediligono concedersi qualche sfizio in più, facendo molta attenzione alla qualità. Per questo, cari lettori, ho deciso di guidarvi in queste settimane che precedono le festività prendendovi per mano e stilando una piccola classifica dei vini che non possono mancare sulle tavole degli italiani a Natale.
Partiamo dal primo vino, un bianco friulano tra le eccellenze dei bianchi del nord Italia
"E' facile intuire che la storia di Livio Felluga e del suo vino si intreccia con la storia di quella particolare terra che circonda l'estremo nord est dell’Adriatico, il punto di contatto fra il Mediterraneo e l'Europa centrale. Storia di confini più volte cambiati, imperi scomparsi, guerre che sono passate, storie di genti che qui si sono fermate.
E' la storia di una famiglia che è passata attraverso due guerre mondiali, è vissuta nell'Impero Austroungarico prima e nel giovane Regno d'Italia poi, ha abitato sulla costa rocciosa della penisola istriana e nella Grado lagunare, per stabilirsi quindi sui dolci contrafforti delle colline del Friuli.
Il ritorno in Italia non fu facile per i reduci della Seconda Guerra Mondiale, soprattutto per chi aveva lasciato la famiglia in questo martoriato angolo dell'Adriatico. Lo ritrovarono non più fiera testa di ponte dell'Europa: i confini fisici, politici ed etnici erano cambiati, stravolti per sempre, come lo stesso paesaggio agricolo e sociale della collina.
La popolazione contadina se ne stava andando, impoverendo la terra e abbandonando colture, valori e tradizioni ad essa legati.
Livio Felluga dovette intraprendere una nuova battaglia per far risorgere la collina, convinto che solo la rinascita della coltivazione di qualità poteva riportare la vita nella campagna friulana.
Con grande coraggio cominciò a risistemare i vecchi vigneti e ad impiantarne di nuovi, introducendo idee e metodi innovativi.
Un lavoro duro fatto con grande caparbietà e passione che lo porterà nel corso degli anni a creare una delle più belle e significative realtà aziendali, acquisendo a pieno diritto il titolo unanimemente riconosciutogli di rifondatore della tradizione enoica friulana".
Nome: Livio Felluga Pinot Grigio
Azienda produttrice: Livio Felluga
Vitigno: Pinot Grigio
Annata: 2015
Categoria di prezzo: 18-25 €
Vista: giallo paglierino con riflessi verdognoli
Naso: dolci note di frutta tropicale si innalzano verso le narici richiamando alla nostra memoria olfattiva dolci note di ananas. Finissimi sentori di mela verde croccante, si dissolvono perdendosi in sentori floreali che ricordano i gigli.
Bocca: sorprende la sua ottima acidità in bocca è rotondo pieno e asciutto, esatta corrispondenza aromatica e lunghissima persistenza grande appagamento sensoriale.
Abbinamento: Spaghetto pane raffermo, colatura di alici di Cetara e burro di Normandia.
Ingredienti per 4 persone:
280 g di spaghetti (Gragnano)
80 g di burro di Normandia
3 cucchiai di colatura di alici di Cetara
150 g di pane raffermo
olio evo, sale, pepe, rosmarino e salvia qb
Procedimento:
Grattugiate e setacciate il pane raffermo, tritate finemente le spezie unitele al pane raffermo setacciato e in una padella antiaderente tostate il tutto a fuoco lento.
In abbondante acqua salata fate cuocere gli spaghetti, scolateli ancora molto al dente e continuate a farli cuocere in parte della loro acqua di cottura unita ad olio evo, colatura di alici e un pizzico di pepe. Saltate con burro e spolverate con il pane raffermo aromatizzato, servite e gustateli ancora fumanti.
Per informazioni e se volete far recensire un vostro vino, contattatemi su facebook sulle pagine @vinodivinoo @chefsanfelice
Partiamo dal primo vino, un bianco friulano tra le eccellenze dei bianchi del nord Italia
"E' facile intuire che la storia di Livio Felluga e del suo vino si intreccia con la storia di quella particolare terra che circonda l'estremo nord est dell’Adriatico, il punto di contatto fra il Mediterraneo e l'Europa centrale. Storia di confini più volte cambiati, imperi scomparsi, guerre che sono passate, storie di genti che qui si sono fermate.
E' la storia di una famiglia che è passata attraverso due guerre mondiali, è vissuta nell'Impero Austroungarico prima e nel giovane Regno d'Italia poi, ha abitato sulla costa rocciosa della penisola istriana e nella Grado lagunare, per stabilirsi quindi sui dolci contrafforti delle colline del Friuli.
Il ritorno in Italia non fu facile per i reduci della Seconda Guerra Mondiale, soprattutto per chi aveva lasciato la famiglia in questo martoriato angolo dell'Adriatico. Lo ritrovarono non più fiera testa di ponte dell'Europa: i confini fisici, politici ed etnici erano cambiati, stravolti per sempre, come lo stesso paesaggio agricolo e sociale della collina.
La popolazione contadina se ne stava andando, impoverendo la terra e abbandonando colture, valori e tradizioni ad essa legati.
Livio Felluga dovette intraprendere una nuova battaglia per far risorgere la collina, convinto che solo la rinascita della coltivazione di qualità poteva riportare la vita nella campagna friulana.
Con grande coraggio cominciò a risistemare i vecchi vigneti e ad impiantarne di nuovi, introducendo idee e metodi innovativi.
Un lavoro duro fatto con grande caparbietà e passione che lo porterà nel corso degli anni a creare una delle più belle e significative realtà aziendali, acquisendo a pieno diritto il titolo unanimemente riconosciutogli di rifondatore della tradizione enoica friulana".
Nome: Livio Felluga Pinot Grigio
Azienda produttrice: Livio Felluga
Vitigno: Pinot Grigio
Annata: 2015
Categoria di prezzo: 18-25 €
Vista: giallo paglierino con riflessi verdognoli
Naso: dolci note di frutta tropicale si innalzano verso le narici richiamando alla nostra memoria olfattiva dolci note di ananas. Finissimi sentori di mela verde croccante, si dissolvono perdendosi in sentori floreali che ricordano i gigli.
Bocca: sorprende la sua ottima acidità in bocca è rotondo pieno e asciutto, esatta corrispondenza aromatica e lunghissima persistenza grande appagamento sensoriale.
Abbinamento: Spaghetto pane raffermo, colatura di alici di Cetara e burro di Normandia.
Ingredienti per 4 persone:
280 g di spaghetti (Gragnano)
80 g di burro di Normandia
3 cucchiai di colatura di alici di Cetara
150 g di pane raffermo
olio evo, sale, pepe, rosmarino e salvia qb
Procedimento:
Grattugiate e setacciate il pane raffermo, tritate finemente le spezie unitele al pane raffermo setacciato e in una padella antiaderente tostate il tutto a fuoco lento.
In abbondante acqua salata fate cuocere gli spaghetti, scolateli ancora molto al dente e continuate a farli cuocere in parte della loro acqua di cottura unita ad olio evo, colatura di alici e un pizzico di pepe. Saltate con burro e spolverate con il pane raffermo aromatizzato, servite e gustateli ancora fumanti.
Per informazioni e se volete far recensire un vostro vino, contattatemi su facebook sulle pagine @vinodivinoo @chefsanfelice