RETTIFICA. A Bari 'Fiat Lux': una stella a sei punti per installazioni fotografiche in corso Vittorio Emanuele
Riceviamo e pubblichiamo rettifica al suddetto articolo sul tema molto importante e sentito della prevenzione di errori di denominazione dei campi di concentramento tedesco-nazisti che sorsero durante la Seconda Guerra Mondiale sul territorio polacco invaso:
Non esistevano campi di sterminio polacchi. Arriva “Remember” uno strumento che previene il ripetersi di tali errori
Non esistevano campi di sterminio polacchi. Arriva “Remember” uno strumento che previene il ripetersi di tali errori
Ogni anno l’Ambasciata di Polonia rivolge alle agenzie di stampa e alle redazioni dei media italiani l’invito a prestare massima attenzione all’uso della denominazione corretta del campo di Auschwitz, basata sulla formula ufficiale approvata da UNESCO: “Auschwitz Birkenau. Campo nazista tedesco di concentramento e sterminio”.
L’intenzione è quella di prevenire l’insorgere di situazioni in cui siamo costretti a chiedere chiarimenti e rettifiche di espressioni erronee come “lager polacco” o “campo polacco”.
In aiuto della campagna contro l’uso di tali espressioni erronee promossa in tutto il mondo è arrivata una nuova applicazione del Museo di Auschwitz.
“Remember”, questo è il nome, è disponibile in 16 lingue e previene l’utilizzo di espressioni erronee quali “campo di concentramento polacco” o “campo di sterminio polacco”. Il programma che può essere installato su qualsiasi computer cerca la definizione falsa, la sottolinea e suggerisce la formulazione corretta.
“Il campo di Auschwitz è stato costruito dallo stato tedesco sul territorio della Polonia occupata, annesso con la forza al Terzo Reich. Questo è chiaro per tutti quelli che visitano realmente questo Luogo di Memoria oppure che leggono le nostre pubblicazioni. Lo sottolineiamo anche nella nostra attività su internet. Ma di tanto in tanto nei media compare questa affermazione falsa e dolorosa per i polacchi” – ha detto il direttore del Museo di Auschwitz Piotr M. A. Cywiński.
“Ora, avendo ben impresso il ricordo del 71° anniversario della liberazione del campo di concentramento e di sterminio tedesco Auschwitz, stiamo inviando questa applicazione a tutti i giornalisti che si erano accreditati per la cerimonia. Invitiamo le redazioni, le istituzioni e le scuole in tutto il mondo a installarla sui propri computer” – ha aggiunto Piotr Cywiński.
Il progetto è nato nell’agenzia pubblicitaria FCB Warsaw la quale, analizzando i dati sull’uso delle espressioni erronee, ha riscontrato che l’errore viene diffuso prevalentemente dalla stampa e dai giornalisti, soprattutto per colpa della fretta e della mancanza di conoscenza storica. L’applicazione gira come estensioni di programmi quali Microsoft Word, Textedit, Keynote, Outlook o Safari. A oggi è capace di trovare le espressioni sbagliate in 16 lingue.
Si può scaricare sul sito:
https://correctmistakes.auschwitz.org/
http://auschwitz.org/en/museum/news/there-were-no-polish-death-camps-there-is-a-simple-tool-to-prevent-this-mistake-from-recurring,1192.html
L’Ambasciata di Polonia condivide questo appello e, a sua volte, invita tutti voi a utilizzare questo semplice strumento per evitare in maniera semplice il grave e pericoloso errore che deforma la verità storica sullo sterminio e che insinua il dubbio sulle responsabilità dello stesso, offendendo così la memoria dei milioni di cittadini polacchi, ebrei e non, vittime del nazismo.
di LUIGI LAGUARAGNELLA - Fiat Lux è un progetto fotografico che ripercorre i luoghi della storia, riportandoli alla memoria per l’interesse della collettività. L’iniziativa è organizzata da Freelance Photographer con la partnership della Fondazione Nikolaus, la collaborazione dell’Ipsaic (Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea) e il patrocinio del Comune di Bari e del Municipio I.
Una grande stella a sei punti sarà allestita in corso Vittorio Emanuele e cambierà colore in base alla mostra fotografica ospitata (Il Carnevale” (26-28 febbraio), “Arsa Puglia” (1-30 marzo), “La Passione” (5-23 aprile), “Le tabacchine di Tricase” (25 aprile-1 maggio), “TranslatioSanctiNicolai” (3-23 maggio), “La Rievocazione del Gran Premio di Bari”). Il fotoreporter Vincenzo Catalano ha realizzato una serie di reportage fotografici realizzati in Terra Santa, Turchia, Polonia e Italia. Immagini, scatti e istantanee che permettono di leggere nel presente tra le righe della memoria. La prima delle sette installazione verrà inaugurata il 27 gennaio: “I luoghi della memoria” è il titolo del reportage fotografico realizzato da Catalano sui campi di sterminio di Auschwitz, Birkenau, sulle Foibe.
In questa pagina triste di storia il fotografo è riuscito a evidenziare il legame di quei posti anche con Bari, avendo notato, per esempio nel campo di concentramento tedesco-nazista dei riferimenti a San Nicola, di cui ne parlava anche Anna Frank nel Diario. Attraverso questa mostra fotografico verrà messo in evidenza il ruolo centrale anche a livello internazionale, che Bari ha assunto subito dopo il secondo conflitto mondiale, come importante centro di accoglienza di persone di ogni etnia e provenienza. Solo il processo storico, insieme ad un eccessivo localismo non hanno permesso agli stessi abitanti del capoluogo pugliese di darne la giusta importanza.
Alla presentazione della mostra “Fiat Lux” con l’assessore Silvio Maselli, la presidente del I Municipio Micaela Paparella e il professor Vito Antonio Leuzzi, si è parlato proprio di Bari che ha sempre avuto una forte indole solidale e di accoglienza, trovando anche nelle storie del dopoguerra quelle medesime caratteristiche fortemente attuali tra la popolazione. Durante la conferenza stampa si è fatto cenno solo ad alcune storie di profughi e deportati che la città pugliese è stata capace di accogliere, grazie alla quale molti di essi sono quei “testimoni della memoria” che tengono accesa la luce sulla storia, soprattutto della Shoah.
La mostra sarà visitabile dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 17 alle 20 ed è rivolta soprattutto alle scolaresche, agli alunni.
Il 27 gennaio, grazie alla collaborazione dell’associazione Artemisia, la mostra sarà aperta con le letture del romanzo “Il silenzio dei vivi” interpretate da Maurizio Sarubbi.
In aiuto della campagna contro l’uso di tali espressioni erronee promossa in tutto il mondo è arrivata una nuova applicazione del Museo di Auschwitz.
“Remember”, questo è il nome, è disponibile in 16 lingue e previene l’utilizzo di espressioni erronee quali “campo di concentramento polacco” o “campo di sterminio polacco”. Il programma che può essere installato su qualsiasi computer cerca la definizione falsa, la sottolinea e suggerisce la formulazione corretta.
“Il campo di Auschwitz è stato costruito dallo stato tedesco sul territorio della Polonia occupata, annesso con la forza al Terzo Reich. Questo è chiaro per tutti quelli che visitano realmente questo Luogo di Memoria oppure che leggono le nostre pubblicazioni. Lo sottolineiamo anche nella nostra attività su internet. Ma di tanto in tanto nei media compare questa affermazione falsa e dolorosa per i polacchi” – ha detto il direttore del Museo di Auschwitz Piotr M. A. Cywiński.
“Ora, avendo ben impresso il ricordo del 71° anniversario della liberazione del campo di concentramento e di sterminio tedesco Auschwitz, stiamo inviando questa applicazione a tutti i giornalisti che si erano accreditati per la cerimonia. Invitiamo le redazioni, le istituzioni e le scuole in tutto il mondo a installarla sui propri computer” – ha aggiunto Piotr Cywiński.
Il progetto è nato nell’agenzia pubblicitaria FCB Warsaw la quale, analizzando i dati sull’uso delle espressioni erronee, ha riscontrato che l’errore viene diffuso prevalentemente dalla stampa e dai giornalisti, soprattutto per colpa della fretta e della mancanza di conoscenza storica. L’applicazione gira come estensioni di programmi quali Microsoft Word, Textedit, Keynote, Outlook o Safari. A oggi è capace di trovare le espressioni sbagliate in 16 lingue.
Si può scaricare sul sito:
https://correctmistakes.auschwitz.org/
http://auschwitz.org/en/museum/news/there-were-no-polish-death-camps-there-is-a-simple-tool-to-prevent-this-mistake-from-recurring,1192.html
L’Ambasciata di Polonia condivide questo appello e, a sua volte, invita tutti voi a utilizzare questo semplice strumento per evitare in maniera semplice il grave e pericoloso errore che deforma la verità storica sullo sterminio e che insinua il dubbio sulle responsabilità dello stesso, offendendo così la memoria dei milioni di cittadini polacchi, ebrei e non, vittime del nazismo.
di LUIGI LAGUARAGNELLA - Fiat Lux è un progetto fotografico che ripercorre i luoghi della storia, riportandoli alla memoria per l’interesse della collettività. L’iniziativa è organizzata da Freelance Photographer con la partnership della Fondazione Nikolaus, la collaborazione dell’Ipsaic (Istituto Pugliese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea) e il patrocinio del Comune di Bari e del Municipio I.
Una grande stella a sei punti sarà allestita in corso Vittorio Emanuele e cambierà colore in base alla mostra fotografica ospitata (Il Carnevale” (26-28 febbraio), “Arsa Puglia” (1-30 marzo), “La Passione” (5-23 aprile), “Le tabacchine di Tricase” (25 aprile-1 maggio), “TranslatioSanctiNicolai” (3-23 maggio), “La Rievocazione del Gran Premio di Bari”). Il fotoreporter Vincenzo Catalano ha realizzato una serie di reportage fotografici realizzati in Terra Santa, Turchia, Polonia e Italia. Immagini, scatti e istantanee che permettono di leggere nel presente tra le righe della memoria. La prima delle sette installazione verrà inaugurata il 27 gennaio: “I luoghi della memoria” è il titolo del reportage fotografico realizzato da Catalano sui campi di sterminio di Auschwitz, Birkenau, sulle Foibe.
In questa pagina triste di storia il fotografo è riuscito a evidenziare il legame di quei posti anche con Bari, avendo notato, per esempio nel campo di concentramento tedesco-nazista dei riferimenti a San Nicola, di cui ne parlava anche Anna Frank nel Diario. Attraverso questa mostra fotografico verrà messo in evidenza il ruolo centrale anche a livello internazionale, che Bari ha assunto subito dopo il secondo conflitto mondiale, come importante centro di accoglienza di persone di ogni etnia e provenienza. Solo il processo storico, insieme ad un eccessivo localismo non hanno permesso agli stessi abitanti del capoluogo pugliese di darne la giusta importanza.
Alla presentazione della mostra “Fiat Lux” con l’assessore Silvio Maselli, la presidente del I Municipio Micaela Paparella e il professor Vito Antonio Leuzzi, si è parlato proprio di Bari che ha sempre avuto una forte indole solidale e di accoglienza, trovando anche nelle storie del dopoguerra quelle medesime caratteristiche fortemente attuali tra la popolazione. Durante la conferenza stampa si è fatto cenno solo ad alcune storie di profughi e deportati che la città pugliese è stata capace di accogliere, grazie alla quale molti di essi sono quei “testimoni della memoria” che tengono accesa la luce sulla storia, soprattutto della Shoah.
La mostra sarà visitabile dalle ore 10 alle 12.30 e dalle ore 17 alle 20 ed è rivolta soprattutto alle scolaresche, agli alunni.
Il 27 gennaio, grazie alla collaborazione dell’associazione Artemisia, la mostra sarà aperta con le letture del romanzo “Il silenzio dei vivi” interpretate da Maurizio Sarubbi.
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