Trump ha giurato, "Il potere torna agli Usa"

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Donald Trump ha giurato a Capitol Hill. E' il 45mo presidente degli Stati Uniti d'America. Il presidente aprendo il suo primo discorso da presidente degli Stati Uniti inaugurale ha ringraziato Barack e Michelle Obama: "Sono stati magnifici".

Il presidente si è impegnato a ricostruire l'America: "Oggi è una cerimonia storica, il potere viene trasferito da Washington a voi, agli americani".

Fermeremo i problemi degli Usa. E' la promessa solenne di Donald Trump, che ha assicurato: "Il mio giuramento è un alleanza con gli americani, guardiamo al futuro, da oggi verrà per prima solo l'America".

''Tutte le decisioni le prenderemo nell'interesse degli americani'', ''combattero' per voi, non vi lascero''. Trump ha assicurato che sotto la sua presidenza restituira' il sogno americano agli americani. "Il momento delle chiacchiere è finito, è l'ora di agire", ha sottolineato. 'Cancelleremo il radicalismo islamico dalla faccia delle Terra'.

Scontri a Washington nel corso delle proteste anti-Trump. Un gruppo di manifestanti, tutti vestiti di nero e con il volto coperto che ricordano i black block, si stanno scontrando con la polizia in assetto anti-sommossa. La polizia sta usando lo spray al peperoncino contro i manifestanti. Fra le vetrine infrante a colpi di mazza, agitano un cartello con scritto 'Make racist afraid again', rifacendosi allo slogan usato da 'Make America Great Again' usato da Donald Trump in campagna elettorale.

Il grande giorno è finalmente arrivato. Oggi, 20 gennaio 2017, Donald Trump scrive ufficialmente una pagina nella storia dell'America. Il tycoon, il miliardario di New York, il magnate dell'immobiliare e star della reality tv, si presenterà a Capitol Hill per giurare su due bibbie e diventare il leader di un'America forse mai così spaccata ma che lui promette di unire. Perché come aveva twittato all'alba della vigilia citando il reverendo Franklin Graham, non è stato lui a dividerla, lo era "da molto tempo". Ma riuscirà a riunirla come ha promesso?

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Ieri sera al Lincoln Memorial, lui ha promesso che lo farà e che "insieme faremo un lavoro speciale". "Questo viaggio è iniziato 18 mesi fa", quando dalla sua Trump Tower sulla Fifth Avenue annunciò la sua candidatura. Definendosi "soltando un messaggero" di un movimento "che non si è mai visto nel mondo" e composto da gente che "si è stancata e che vuole un vero cambiamento", Trump ha promesso che nessuno americano verrà dimenticato. "Ve lo prometto", ha detto con la sua solita spavalderia: "Lavorerò sodo e ribalteremo la situazione, riporteremo in Usa i posti di lavoro, rafforzeremo l'esercito e i nostri confini, faremo cose che non sono fatte da decenni per il nostro Paese. Tutto cambierà".

Convinto che la sua squadra di governo abbia "il quoziente intellettivo più alto di sempre", come sostenuto a un pranzo ieri al Trump International Hotel - un luogo che si preannuncia una miniera di potenziali scandali. Sarà davvero così, o invece preverrà la tesi di chi lo attacca per la scarsa esperienza della sua squadra? Ai posteri l'ardua sentenza.