BARI - “Avremmo dovuto avere una legge di riforma già ad agosto scorso, intanto gli operai e gli impiegati dei consorzi sono senza stipendio da otto mesi e vengono rimpallati di settimana in settimana. Mi chiedo cosa accadrebbe se ai colleghi di maggioranza mancasse lo stipendio per un mese.” interviene duramente il consigliere regionale M5S Cristian Casili che chiede che la Regione si doti in tempi rapidi di una legge di riforma sui Consorzi di bonifica. Una lentezza del Governo causata, spiega Casili, principalmente dalle conflittualità interne al Partito Democratico che stanno ingessando la macchina amministrativa della Regione.
“È chiaro che una parte del PD regionale vorrebbe spolpare i consorzi - prosegue Casili - per scippare il settore irriguo che, valendo milioni di euro, inevitabilmente fa gola a molti, e farlo confluire nell'Acquedotto Pugliese, sul cui futuro c'è un grande punto interrogativo anche alla luce delle nostre recenti denunce sull'attuale riorganizzazione”.
In questo scenario, grave è stata la cancellazione del Tributo 630 che ha portato a mancati introiti per più di 350 milioni di euro, rappresentando il picco della sciagura che langue sotto la gestione commissariale.
“Oltre a quella degli stipendi la questione competenze dell’ente è fondamentale: la funzione irrigua, che è la competenza principale per un consorzio di bonifica, non può essere esercitata in modo eterogeneo da tre enti diversi, ovvero l’Arif, i Consorzi e l’Acquedotto Pugliese. Serve una ripartizione chiara - prosegue il vicepresidente della Commissione Ambiente - il consorzio non può essere snaturalizzato e svuotato delle sue competenze. Di conseguenza altra questione importante è quella dei servizi: oggi i consorzi hanno difficoltà ad erogare un servizio efficace agli agricoltori, già gravati dalla crisi. E allora ci si decida ad essere più responsabili in questo 2017, a dotarsi di una legge di riforma efficace che permetta ai pugliesi di avere un servizio efficiente. Inviterei i colleghi politici che continuano a scrivere inesattezze sui consorzi, a venire un giorno in campo a sporcarsi le scarpe per capire quale sia il lavoro di tanti operai e la funzione fondamentale di difesa del suolo, pulizia dei canali, delle idrovore e di tutto ciò che serve per non vedere allagate campagne e città . La politica di destra e di sinistra - conclude - è stata la maggiore responsabile del fallimento dei consorzi di bonifica pugliesi, hanno entrambe responsabilità ed è importante che questo concetto sia ben chiaro a tutti”.
“È chiaro che una parte del PD regionale vorrebbe spolpare i consorzi - prosegue Casili - per scippare il settore irriguo che, valendo milioni di euro, inevitabilmente fa gola a molti, e farlo confluire nell'Acquedotto Pugliese, sul cui futuro c'è un grande punto interrogativo anche alla luce delle nostre recenti denunce sull'attuale riorganizzazione”.
In questo scenario, grave è stata la cancellazione del Tributo 630 che ha portato a mancati introiti per più di 350 milioni di euro, rappresentando il picco della sciagura che langue sotto la gestione commissariale.
“Oltre a quella degli stipendi la questione competenze dell’ente è fondamentale: la funzione irrigua, che è la competenza principale per un consorzio di bonifica, non può essere esercitata in modo eterogeneo da tre enti diversi, ovvero l’Arif, i Consorzi e l’Acquedotto Pugliese. Serve una ripartizione chiara - prosegue il vicepresidente della Commissione Ambiente - il consorzio non può essere snaturalizzato e svuotato delle sue competenze. Di conseguenza altra questione importante è quella dei servizi: oggi i consorzi hanno difficoltà ad erogare un servizio efficace agli agricoltori, già gravati dalla crisi. E allora ci si decida ad essere più responsabili in questo 2017, a dotarsi di una legge di riforma efficace che permetta ai pugliesi di avere un servizio efficiente. Inviterei i colleghi politici che continuano a scrivere inesattezze sui consorzi, a venire un giorno in campo a sporcarsi le scarpe per capire quale sia il lavoro di tanti operai e la funzione fondamentale di difesa del suolo, pulizia dei canali, delle idrovore e di tutto ciò che serve per non vedere allagate campagne e città . La politica di destra e di sinistra - conclude - è stata la maggiore responsabile del fallimento dei consorzi di bonifica pugliesi, hanno entrambe responsabilità ed è importante che questo concetto sia ben chiaro a tutti”.