Proseguono ininterrottamente le ricerche delle persone rimaste sepolte sotto la slavina che ieri ha investito l'Hotel Rigopiano di Farindola.
Tra gli ospiti della struttura, un nutrito personale e molte coppie che si trovavano all'interno dell'albergo per un breve soggiorno, alcune di esse fermate solo dal maltempo e in attesa di ripartire verso altre destinazioni.
Una coppia di Castel Frentano (Chieti) risulterebbe dispersa nel crollo dell'hotel Rigopiano (Pescara). Si tratta di Luciano Caporale, 54 anni, e la moglie, Silvana Angelucci, 46 anni, entrambi di professione parrucchieri. La coppia era giunta in hotel domenica pomeriggio per ripartire martedì sera ma, a seguito del peggioramento delle condizioni meteorologiche, hanno deciso di trattenersi fino a ieri, mercoledì.
"Siamo tutti all'oscuro, non sappiamo niente di niente". Così il padre di una delle persone disperse intervistato da Raffaella Calandra su Radio 24. La figlia è la responsabile del centro benessere dell'Hotel. L'ultima volta l'ha sentita "ieri sera alle quattro. Un solo un messaggio, perché i telefoni non funzionavano. Loro da ieri mattina chiedevano di essere sbloccati, ma hanno risposto che c'erano altre priorità e hanno abbandonato a pulire su".
Di Marco Vagnarelli e Paola Tomassini - questi i nomi dei due giovani di Castignano dispersi all'hotel -, i familiari non hanno notizie da ieri pomeriggio. "L'ultimo contatto con Marco - racconta il fratello Fulvio all'Ansa - risale alle 16:30 di ieri pomeriggio e ancora la slavina non era venuta giù: poi più nulla". "Ci siamo messaggiati su WhatsApp, mi ha scritto che stavano per ripartire, ma c'erano ritardi per via della neve. C'erano dieci auto in fila e stavano aspettando che fosse liberata la strada".
C'è anche un ternano di 33 anni, tra le persone di cui non si hanno più notizie dopo la slavina che ha colpito l'hotel Rigopiano. "Non abbiamo ancora nessuna notizia di lui, aspettiamo. Ma vogliamo vivere privatamente questi momenti": a dirlo all'ANSA è una zia di Alessandro Riccetti, il ternano di 33 anni disperso dopo la valanga che ha colpito l'hotel Rigopiano di Ferindola, nel pescarese, di cui era dipendente. La donna, insieme agli altri familiari del giovane, sta seguendo da Terni la vicenda, in stretto contatto con la prefettura e i soccorritori.
C'è anche un famiglia di tre persone di Osimo tra i dispersi dell'Hotel Rigopiano: non si hanno notizie di Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo, della moglie Marina Serraiocco, 37, di Popoli, e del loro bambino di 7 anni.
Il manutentore dell'Hotel Rigopiano, un ragazzo di una trentina d'anni, si è salvato perché al momento dell'arrivo della slavina era nel locale caldaia di cemento armato. Lo racconta a Radio 24 il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta. "Ci ho parlato anche stamattina, ha detto che non si è accorto di nulla. È stato un brevissimo lasso di tempo silenzioso. Si è trovato travolto all'interno del locale caldaia che è un vano in cemento armato che l'ha protetto da tutto. Immediatamente liberatosi ha provato a cercare aiuto e a sentire se ci fossero voci. Ha trovato solo l'altra persona che era in difficoltà come lui".
Tra i dispersi anche Emanuele Bonifazi, 31 anni, di Pioraco, dipendente dell'hotel, e Marco Tanda, 25 anni, residente a Macerata. Era con la fidanzata abruzzese Jessica Tinari, anche lei dispersa.
Tra gli ospiti della struttura, un nutrito personale e molte coppie che si trovavano all'interno dell'albergo per un breve soggiorno, alcune di esse fermate solo dal maltempo e in attesa di ripartire verso altre destinazioni.
Una coppia di Castel Frentano (Chieti) risulterebbe dispersa nel crollo dell'hotel Rigopiano (Pescara). Si tratta di Luciano Caporale, 54 anni, e la moglie, Silvana Angelucci, 46 anni, entrambi di professione parrucchieri. La coppia era giunta in hotel domenica pomeriggio per ripartire martedì sera ma, a seguito del peggioramento delle condizioni meteorologiche, hanno deciso di trattenersi fino a ieri, mercoledì.
"Siamo tutti all'oscuro, non sappiamo niente di niente". Così il padre di una delle persone disperse intervistato da Raffaella Calandra su Radio 24. La figlia è la responsabile del centro benessere dell'Hotel. L'ultima volta l'ha sentita "ieri sera alle quattro. Un solo un messaggio, perché i telefoni non funzionavano. Loro da ieri mattina chiedevano di essere sbloccati, ma hanno risposto che c'erano altre priorità e hanno abbandonato a pulire su".
C'è anche un ternano di 33 anni, tra le persone di cui non si hanno più notizie dopo la slavina che ha colpito l'hotel Rigopiano. "Non abbiamo ancora nessuna notizia di lui, aspettiamo. Ma vogliamo vivere privatamente questi momenti": a dirlo all'ANSA è una zia di Alessandro Riccetti, il ternano di 33 anni disperso dopo la valanga che ha colpito l'hotel Rigopiano di Ferindola, nel pescarese, di cui era dipendente. La donna, insieme agli altri familiari del giovane, sta seguendo da Terni la vicenda, in stretto contatto con la prefettura e i soccorritori.
C'è anche un famiglia di tre persone di Osimo tra i dispersi dell'Hotel Rigopiano: non si hanno notizie di Domenico Di Michelangelo, 41 anni, di Chieti, poliziotto in servizio a Osimo, della moglie Marina Serraiocco, 37, di Popoli, e del loro bambino di 7 anni.
Il manutentore dell'Hotel Rigopiano, un ragazzo di una trentina d'anni, si è salvato perché al momento dell'arrivo della slavina era nel locale caldaia di cemento armato. Lo racconta a Radio 24 il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta. "Ci ho parlato anche stamattina, ha detto che non si è accorto di nulla. È stato un brevissimo lasso di tempo silenzioso. Si è trovato travolto all'interno del locale caldaia che è un vano in cemento armato che l'ha protetto da tutto. Immediatamente liberatosi ha provato a cercare aiuto e a sentire se ci fossero voci. Ha trovato solo l'altra persona che era in difficoltà come lui".
Tra i dispersi anche Emanuele Bonifazi, 31 anni, di Pioraco, dipendente dell'hotel, e Marco Tanda, 25 anni, residente a Macerata. Era con la fidanzata abruzzese Jessica Tinari, anche lei dispersa.
E la moglie e i due bambini di Giampiero Parente, superstite della tragedia.
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