di NICOLA ZUCCARO - Una voce garbata ma al tempo stesso appassionata, tanto da tenere alta l'attenzione del pubblico che da casa seguiva non una semplice corsa ma un duello; uno per tutti, quello fra Villeneuve e Arnoux a Digione nel 1979. Non c'è miglior descrizione per ricordare Mario Poltronieri, telecronista Rai per la F1 e deceduto a Milano all'età di 87 anni nella serata di ieri, mercoledì 18 gennaio.
Prima di accedere dinanzi ad un microfono, il volante di una delle tante monoposto Abarth fu l'oggetto sul quale, in gioventù, Poltronieri costruì la sua competenza in materia di meccanica e di aerodinamica applicata alle vetture da corsa. Un aspetto fondamentale che fece di lui, fino al 1994, anno della sua pensione, una specie di libro parlante dell'automobilismo sportivo perchè e poichè capace, tra una fase e l'altra di un Gran premio, di aprire una parentesi sulle altre competizioni in pista, riservate alle 4 ruote.
Prima di accedere dinanzi ad un microfono, il volante di una delle tante monoposto Abarth fu l'oggetto sul quale, in gioventù, Poltronieri costruì la sua competenza in materia di meccanica e di aerodinamica applicata alle vetture da corsa. Un aspetto fondamentale che fece di lui, fino al 1994, anno della sua pensione, una specie di libro parlante dell'automobilismo sportivo perchè e poichè capace, tra una fase e l'altra di un Gran premio, di aprire una parentesi sulle altre competizioni in pista, riservate alle 4 ruote.
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