di FRANCESCO GRECO - Aspiranti dittatori dello Stato libero di Bananas cercasi. Come nel celebre film di Woody Allen. Ci provano ormai da anni, ma senza fortuna: l'UE, Laura Boldrini e co. Ultimo tal Giovanni Pitruzzella, un burocrate – non certo neutro – che si è autoassegnato il ruolo di Catone 2.0: vorrebbe infatti controllare l'etica della Rete, le virgole incendiarie, i sottintesi sovversivi. Coprire le gambe dei tavoli come faceva la mitica Regina Vittoria. E' come voler imprigionare il mitico Sarchiapone di Walter Chiari.
Come se si potesse domare il pixel, un fiume in piena, senza esserne travolti. La tragedia di uomini ridicoli. Così i censori moderni si sono inventati la locuzione “post-verità ” (che, si dice, ha spinto Donald Trump alla vittoria), da noi tradotto rozzamente in “bufale”.
E vogliono trovare un algoritmo che scatta e mette il bavaglio ai post politcally uncorrect (che spesso veicolano news e analisi altrove censurate) e li cancella in automatico per farci vivere nel Medioevo prossimo venturo immaginato da Roberto Vacca.
Magari inventandosi l'ennesima authority, o una surreale commissione parlamentare d'inchiesta che castra le idee, che da noi non si nega a nessuno. Come se censurare fosse facile e il mezzo, al contrario, non offrisse infinite possibilità di respingere la mamma del cretino che si sa è sempre gravida. E poi, cara Boldrini e caro Pd, se la rete non vi piace, non dovete far altro che uscirne, non potete impedire a noialtri di usarla: volete che accendiamo il fuoco sfregando due sassi?
A tradire il fastidio e il nervosismo per la libertà del web, il Pd, partito conservatore, che forse ancora non sa cos'è un link, un data-base, un pdf: che cos'è la comunicazione moderna, prendendo il consenso, i voti, dalle lobby, e attribuendo quello del M5S al web, come se 9 milioni e rotti, molto rotti, di italiani, fossero dei cretini patentati che si fanno lavare il cervello e si abbeverano acriticamente a quel che leggono su un blog povero di mezzi ma evidentemente ricco di contenuti, facendosi menare al pascolo come bestiame brado, senza marchio.
Quindi, secondo i censori, se a commento di un post da qualche parte qualcuno scrive che il Pd ha 135 indagati, è una “bufala”, una “post-verità ”, che l'algoritmo cancellerà d'imperio.
Facendosi sponda con Pitruzzella, il presidente del Pd, Matteo Orfini (riflessi pavloviani), col solito soave sarcasmo del naufrago alla deriva della storia, ha detto a Grillo che il web va controllato, pensando di condannare i pentastellati all'isolamento, alla marginalità , e quindi alla sconfitta.
Come il becco è l'ultimo a sapere delle avventure della moglie, così Orfini forse non si accorge che è invece proprio il Pd a vivere una decadenza ontologica, inarrestabile, una crisi identitaria, di idee e di mission, ed è candidato all'estinzione, avendo ormai da tempo esaurito il suo ruolo storico, essendo un partito di vertice, di nomenklatura, scollegato dai territori, che non emoziona più i cuori e non folgora le menti, oltre che incarnare interessi di parte.
Renzi in fondo in fondo forse è solo l'esecutore testamentario, il commissario liquidatore della “ditta”.
Come se si potesse domare il pixel, un fiume in piena, senza esserne travolti. La tragedia di uomini ridicoli. Così i censori moderni si sono inventati la locuzione “post-verità ” (che, si dice, ha spinto Donald Trump alla vittoria), da noi tradotto rozzamente in “bufale”.
E vogliono trovare un algoritmo che scatta e mette il bavaglio ai post politcally uncorrect (che spesso veicolano news e analisi altrove censurate) e li cancella in automatico per farci vivere nel Medioevo prossimo venturo immaginato da Roberto Vacca.
Magari inventandosi l'ennesima authority, o una surreale commissione parlamentare d'inchiesta che castra le idee, che da noi non si nega a nessuno. Come se censurare fosse facile e il mezzo, al contrario, non offrisse infinite possibilità di respingere la mamma del cretino che si sa è sempre gravida. E poi, cara Boldrini e caro Pd, se la rete non vi piace, non dovete far altro che uscirne, non potete impedire a noialtri di usarla: volete che accendiamo il fuoco sfregando due sassi?
A tradire il fastidio e il nervosismo per la libertà del web, il Pd, partito conservatore, che forse ancora non sa cos'è un link, un data-base, un pdf: che cos'è la comunicazione moderna, prendendo il consenso, i voti, dalle lobby, e attribuendo quello del M5S al web, come se 9 milioni e rotti, molto rotti, di italiani, fossero dei cretini patentati che si fanno lavare il cervello e si abbeverano acriticamente a quel che leggono su un blog povero di mezzi ma evidentemente ricco di contenuti, facendosi menare al pascolo come bestiame brado, senza marchio.
Quindi, secondo i censori, se a commento di un post da qualche parte qualcuno scrive che il Pd ha 135 indagati, è una “bufala”, una “post-verità ”, che l'algoritmo cancellerà d'imperio.
Facendosi sponda con Pitruzzella, il presidente del Pd, Matteo Orfini (riflessi pavloviani), col solito soave sarcasmo del naufrago alla deriva della storia, ha detto a Grillo che il web va controllato, pensando di condannare i pentastellati all'isolamento, alla marginalità , e quindi alla sconfitta.
Come il becco è l'ultimo a sapere delle avventure della moglie, così Orfini forse non si accorge che è invece proprio il Pd a vivere una decadenza ontologica, inarrestabile, una crisi identitaria, di idee e di mission, ed è candidato all'estinzione, avendo ormai da tempo esaurito il suo ruolo storico, essendo un partito di vertice, di nomenklatura, scollegato dai territori, che non emoziona più i cuori e non folgora le menti, oltre che incarnare interessi di parte.
Renzi in fondo in fondo forse è solo l'esecutore testamentario, il commissario liquidatore della “ditta”.