di FRANCESCO GRECO - A volte gli dèi danno pessimi consigli a chi vogliono scaraventare nel fuoco della Geenna ove è pianto e stridor di denti. Soltanto uno spiritello demoniaco può infatti aver suggerito a Barack Obama, con gli scatoloni già pronti per sortire dalla Casa Bianca, di scacciare 35 diplomatici russi dichiarandoli “spie”, accusandoli di aver tramato per far vincere, nel “tuesday” di novembre, Donald Trump con la loro presunta azione di hackeraggio.
Se non bastavano a coprirsi di ridicolo quelli che ancora stanno contando le schede nel Vermont e a Pasadena, ecco un'altra performance destabilizzante, poco patriottica, perché gioca contro l'immagine degli USA, ed è un invito a nozze per gli speculatori. Tutto grasso che cola per Trump, che l'ha capito, e infatti ha subito giocato di sponda, twittando: “Putin è intelligente”. Della serie: se il nemico del mio nemico è un cretino, io me la spasso un mondo.
Qualcuno dovrebbe suggerire a Obama di darsi una calmata, di finirla di avvelenare i pozzi (dopo la gaffe con Israele e in attesa della prossima), perché si sta dando la zappa sui piedi, per almeno tre motivi. Primo: dà l'idea di un'inferiorità tecnologica e scientifica degli USA rispetto alla Russia, cosa che farà godere da matti Putin.
Secondo: con tutto questo agitarsi, fa dimenticare l'Obamacare che aveva dato la possibilità di curarsi a 20 milioni di americani poveri condannati a morire giovani.
Terzo: gela le presunte speranze di candidatura, fra quattro anni, della consorte Michelle, stando ai rumors della stampa progressista USA (la stessa che dava Trump alle pezze e Hillary Clinton alla Casa Bianca).
Ma siccome gli déi di cui sopra accecano coloro che vogliono perdere come fecero con Edipo che giacque con la madre, il presidente uscente ha aggiunto, vantandosi come noialtri al bar sport delle conquiste di donne, che contro Trump lui avrebbe vinto, dando della poco di buono (in senso politico) a Hillary e aprendo altre lacerazioni nel Partito Democratico.
L'Europa dovrebbe preoccuparsi per la “liason” di Putin e Trump. Che sinora hanno fatto capire che per i prossimi quattro anni intendono confinarla a ruolo marginale, regionale, scenografico. Luogo ameno di vacanze intelligenti per russi e americani con ricche carte di credito e avidi di ruderi e shopping. E a crocerossina premurosa che accoglie i migranti dei sud del mondo e li sfama, li svezza.
Anche perché Putin è così “intelligente” non solo da dare le carte in Siria, ma anche da aver aperto una linea di credito (e forse non solo in senso metaforico) con tutti, o quasi, i populismi europei (Salvini in primis), nel tentativo evidente di destabilizzare ulteriormente l'UE, così impara a fare sanzioni suicide.
Fossimo i 20mila euroburocrati che vivono di ideologia misurando cetrioli col righello e banane col goniometro, e svernano da nababbi fra Strasburgo e Bruxelles, cominceremmo a preoccuparci, metterci al vento, inviando curriculum a destra e a manca. Anche a Putin e a Trump: chissà , avranno bisogno di hackers.
Se non bastavano a coprirsi di ridicolo quelli che ancora stanno contando le schede nel Vermont e a Pasadena, ecco un'altra performance destabilizzante, poco patriottica, perché gioca contro l'immagine degli USA, ed è un invito a nozze per gli speculatori. Tutto grasso che cola per Trump, che l'ha capito, e infatti ha subito giocato di sponda, twittando: “Putin è intelligente”. Della serie: se il nemico del mio nemico è un cretino, io me la spasso un mondo.
Qualcuno dovrebbe suggerire a Obama di darsi una calmata, di finirla di avvelenare i pozzi (dopo la gaffe con Israele e in attesa della prossima), perché si sta dando la zappa sui piedi, per almeno tre motivi. Primo: dà l'idea di un'inferiorità tecnologica e scientifica degli USA rispetto alla Russia, cosa che farà godere da matti Putin.
Secondo: con tutto questo agitarsi, fa dimenticare l'Obamacare che aveva dato la possibilità di curarsi a 20 milioni di americani poveri condannati a morire giovani.
Terzo: gela le presunte speranze di candidatura, fra quattro anni, della consorte Michelle, stando ai rumors della stampa progressista USA (la stessa che dava Trump alle pezze e Hillary Clinton alla Casa Bianca).
Ma siccome gli déi di cui sopra accecano coloro che vogliono perdere come fecero con Edipo che giacque con la madre, il presidente uscente ha aggiunto, vantandosi come noialtri al bar sport delle conquiste di donne, che contro Trump lui avrebbe vinto, dando della poco di buono (in senso politico) a Hillary e aprendo altre lacerazioni nel Partito Democratico.
L'Europa dovrebbe preoccuparsi per la “liason” di Putin e Trump. Che sinora hanno fatto capire che per i prossimi quattro anni intendono confinarla a ruolo marginale, regionale, scenografico. Luogo ameno di vacanze intelligenti per russi e americani con ricche carte di credito e avidi di ruderi e shopping. E a crocerossina premurosa che accoglie i migranti dei sud del mondo e li sfama, li svezza.
Anche perché Putin è così “intelligente” non solo da dare le carte in Siria, ma anche da aver aperto una linea di credito (e forse non solo in senso metaforico) con tutti, o quasi, i populismi europei (Salvini in primis), nel tentativo evidente di destabilizzare ulteriormente l'UE, così impara a fare sanzioni suicide.
Fossimo i 20mila euroburocrati che vivono di ideologia misurando cetrioli col righello e banane col goniometro, e svernano da nababbi fra Strasburgo e Bruxelles, cominceremmo a preoccuparci, metterci al vento, inviando curriculum a destra e a manca. Anche a Putin e a Trump: chissà , avranno bisogno di hackers.