Emiliano, invece, - prosegue Zullo - dovrebbe avere l’umiltà di ammettere che da quando si è insediato, ormai circa un anno e mezzo fa, non è stato fatto nulla, ma soprattutto dovrebbe assumersi anche la responsabilità delle scelte del governo Vendola visto che all’epoca la stragrande maggioranza degli assessori alla Sanità erano del suo partito, il Pd, mentre lui ricopriva i ruoli di presidente o segretario regionali.. Il suo IO smisurato fa ricadere le colpe sempre sugli altri. E siamo certi che lo farà anche alla fine dell’anno quando i conti di questo sciagurato Piano di Riordino si ritorceranno contro il Sistema Sanitario Regionale costringendoci a manovre correttive per scongiurare deficit e piani di rientro.
E allora siamo ancora una volta a invitare Emiliano a non procedere con l’attuazione del Piano in mancanza di una valutazione economico-finanziaria. Il provvedimento se attuato rischia di portare molti ospedali oltre il deficit consentito dal combinato disposto del DM 70 del 2015 e Legge di Stabilità 2016 e quindi in Piano di Rientro. Questo accadrà senza uno straccio di business-plan che metta a confronto costi e ricavi in un sistema che prevede l'assoggettamento al piano di rientro di quegli ospedali che non pareggiano i conti nel limite di uno squilibrio del 10% o di perdite superiori a 10 milioni di euro. Per questo ribadiamo la richiesta che il Piano faccia un passaggio anche in Commissione Bilancio, lo diciamo anche nell’interesse dello stesso Emiliano ma soprattutto dei pugliesi, anche per verificare se vengono rispettate le percentuali di spesa che prevedono che di tutta la spesa sanitaria regionale solo il 44 per cento venga spesa per gli ospedali, mentre il restante vada per il 5 alla prevenzione e per il restante alla medicina territoriale. È chiaro che se la spesa ospedaliera supera il 44 per cento si andranno a togliere risorse dalla prevenzione e dal territorio, due settori importanti per assicurare la salute e le cure dei pugliesi, conclude Zullo.