BARI - Una nota della consigliera Francesca Franzoso (FI). “Finalmente dall’ingegnere Barbara Valenzano, direttore del dipartimento ambiente della Regione, - dichiara Franzoso - ascoltiamo le parole che da tempo una intera comunità attendeva: la definizione del recapito finale del depuratore consortile Sava-Manduria, l’ultimo dei tabù, che lascia presagire l’imminente avvio, dei lavori di costruzione dell’opera. Una accelerazione che dovrebbe essere impressa a seguito del cambio di progetto che prevederebbe di sostituire la condotta sottomarina con lo sversamento del troppo pieno in un “ruscellamento” che convoglia le acque in mare. Siamo passati dallo condotta sottomarina allo scarico in battigia per via indiretta.
Una svolta epocale, vorrei dire - prosegue Franzoso -, quella di sostituire il tubo della condotta con lo scanalatura naturale del terreno, in località Specchiarica, che trasporta le acque del depuratore sempre in mare. Ma tant’è. Se questo basta a eliminare le resistenze sullo scarico finale e liberare i cantieri, ben venga. Così come si apprezza la trovata geniale del riutilizzo plurimo in agricoltura delle acque reflue depurate, promosso dal capo del dipartimento, riutilizzo che già nel 2012 la giunta regionale aveva confermato come propria strategia, fissata tra l’altro nell’attuale piano di tutela delle acque. Una trovata che dimostra come, sul caso del depuratore, si siano persi tanti anni.
Non sarà certo la manomissione delle parole a cambiare la realtà : aver perso tempo e compromesso la qualità ambientale del sottosuolo. Il depuratore funzionerà , quando verrà realizzato, con uno scarico finale che finirà inevitabilmente, per legge, nell’unico bacino idrico di cui disponiamo. Chiunque tenti di fare demagogia su questo è in malafede.
Sollecito a questo punto, l’avvio immediato dei lavori per consegnare al terzo millennio anche le comunità di Sava e Manduria. Sono certa che il progetto del depuratore, a questo punto, non avrà più oppositori”, conclude Franzoso.
Una svolta epocale, vorrei dire - prosegue Franzoso -, quella di sostituire il tubo della condotta con lo scanalatura naturale del terreno, in località Specchiarica, che trasporta le acque del depuratore sempre in mare. Ma tant’è. Se questo basta a eliminare le resistenze sullo scarico finale e liberare i cantieri, ben venga. Così come si apprezza la trovata geniale del riutilizzo plurimo in agricoltura delle acque reflue depurate, promosso dal capo del dipartimento, riutilizzo che già nel 2012 la giunta regionale aveva confermato come propria strategia, fissata tra l’altro nell’attuale piano di tutela delle acque. Una trovata che dimostra come, sul caso del depuratore, si siano persi tanti anni.
Non sarà certo la manomissione delle parole a cambiare la realtà : aver perso tempo e compromesso la qualità ambientale del sottosuolo. Il depuratore funzionerà , quando verrà realizzato, con uno scarico finale che finirà inevitabilmente, per legge, nell’unico bacino idrico di cui disponiamo. Chiunque tenti di fare demagogia su questo è in malafede.
Sollecito a questo punto, l’avvio immediato dei lavori per consegnare al terzo millennio anche le comunità di Sava e Manduria. Sono certa che il progetto del depuratore, a questo punto, non avrà più oppositori”, conclude Franzoso.