'Dj Fabo e' morto alle 11,40, ha scelto di andarsene rispettando le regole, di un paese che non e' il suo''. A dare la notizia è Marco Cappato sul suo profilo Facebook. Nella struttura svizzera dove Fabiano è morto ci sono la mamma, la fidanzata e alcuni amici.
"Sono finalmente arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l'aiuto dello Stato. Grazie a Marco Cappato per avermi sollevato da un inferno fatto di dolore". Così, con un filo di voce, dj Fabo parla dalla Svizzera dove è ricoverato in una clinica per ricevere il suicidio assistito.
“La morte merita rispetto, specie quando siamo di fronte a un suicidio assistito. Proprio perché la scelta del dj Fabo porta con sé un fardello di dolore e angoscia che non possono essere alla mercé di una disputa politica, con lo scopo di ottenere un attimo di visibilità o scagliarsi contro l’avversario.
La scelta del giovane di andare in Svizzera a lasciarsi morire ci obbliga a una riflessione: chi decide se è giusto o meno che ci debba essere una legge “fine vita”? E che senso ha vietarla in Italia, se poi basta fare poche centinaia di chilometri per andare in un Paese che ti consente di farlo? Domande che impongono una riflessione a 360 gradi e può essere delegata solo a politici, per cui se c’è una determinata maggioranza la legge si fa mentre se ne esiste un’altra non si fa.
E allora mi chiedo e propongo non sarebbe più opportuno che su un tema così importante, che tocca la sfera privata e incide sulla pelle di chi è bloccato in un letto, siano i cittadini a esprimersi, magari con un referendum, se sono favorevoli o meno?
Sia nel caso del divorzio che dell’aborto sono stati gli italiani con la loro saggezza a definire un nuovo percorso legislativo. Forse è il caso di far decidere di nuovo a loro”.
Fabiano Antoniani ha deciso di andare a morire in Svizzera, dopo un lungo percorso da cieco e paraplegico durato tre anni, accompagnato al suicidio assistito da Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni.
"Sono finalmente arrivato in Svizzera, e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l'aiuto dello Stato. Grazie a Marco Cappato per avermi sollevato da un inferno fatto di dolore". Così, con un filo di voce, dj Fabo parla dalla Svizzera dove è ricoverato in una clinica per ricevere il suicidio assistito.
Dj Fabo "ha morso un pulsante per attivare l'immissione del farmaco letale: era molto in ansia perche' temeva, non vedendo il pulsante essendo cieco, di non riuscirci. Poi però ha anche scherzato". A raccontare gli ultimi momenti di vita del Dj, che ha ottenuto il suicidio assistita in una clinica svizzera, è Marco Cappato dell'Associazione Coscioni, che ha accompagnato Fabo in questo suo ultimo viaggio.
Il dj, giunto in Svizzera ieri, aveva chiesto di poter morire liberamente al presidente Sergio Mattarella. "Fabo - ha detto Filomena Gallo dell'Associazione 'Luca Coscioni' - si sta sottoponendo alle visite mediche previste dai protocolli. Tuttavia potrebbe ancora cambiare idea".
Manca: Legge fine-vita, facciamo decidere agli italiani e non alla politica - Dichiarazione del vice presidente Commissione Sanità e consigliere regionale Direzione Italia, Luigi Manca.
Il dj, giunto in Svizzera ieri, aveva chiesto di poter morire liberamente al presidente Sergio Mattarella. "Fabo - ha detto Filomena Gallo dell'Associazione 'Luca Coscioni' - si sta sottoponendo alle visite mediche previste dai protocolli. Tuttavia potrebbe ancora cambiare idea".
Manca: Legge fine-vita, facciamo decidere agli italiani e non alla politica - Dichiarazione del vice presidente Commissione Sanità e consigliere regionale Direzione Italia, Luigi Manca.
“La morte merita rispetto, specie quando siamo di fronte a un suicidio assistito. Proprio perché la scelta del dj Fabo porta con sé un fardello di dolore e angoscia che non possono essere alla mercé di una disputa politica, con lo scopo di ottenere un attimo di visibilità o scagliarsi contro l’avversario.
La scelta del giovane di andare in Svizzera a lasciarsi morire ci obbliga a una riflessione: chi decide se è giusto o meno che ci debba essere una legge “fine vita”? E che senso ha vietarla in Italia, se poi basta fare poche centinaia di chilometri per andare in un Paese che ti consente di farlo? Domande che impongono una riflessione a 360 gradi e può essere delegata solo a politici, per cui se c’è una determinata maggioranza la legge si fa mentre se ne esiste un’altra non si fa.
E allora mi chiedo e propongo non sarebbe più opportuno che su un tema così importante, che tocca la sfera privata e incide sulla pelle di chi è bloccato in un letto, siano i cittadini a esprimersi, magari con un referendum, se sono favorevoli o meno?
Sia nel caso del divorzio che dell’aborto sono stati gli italiani con la loro saggezza a definire un nuovo percorso legislativo. Forse è il caso di far decidere di nuovo a loro”.
Tags
AttualitÃ