di GRAZIA STELLA ELIA - Un otorinolaringoiatra ed un giornalista si uniscono in un lavoro di ricerca sul Santo protettore dei malati di gola, ciascuno mosso da particolari motivazioni e danno alle stampe l’agile pubblicazione “San Biagio tra storia, leggenda e tradizione” (ECA, Pescara 2017).
Domenico Petrone, valido e ben noto otorinolaringoiatra, perché spinto dalla curiosità di saperne di più su quel Santo che, oltre a proteggere chi ha problemi di gola, è anche il protettore dei medici specialisti in malattie della gola.
Va detto per inciso che nel reparto ospedaliero in cui egli lavora, ogni anno, il 3 febbraio, San Biagio viene festeggiato con una degna celebrazione. Il secondo autore, Vittorio Polito, giornalista impegnato in importanti ricerche relative a tradizioni, usi e costumi e dialetto dell’amatissima Bari, ha inteso approfondire la conoscenza di un Santo amato in Oriente e in Occidente e particolarmente venerato in Puglia.
Sono tante, infatti, le località pugliesi che vantano di possedere qualche reliquia di San Biagio. Si tratta di un Santo al quale è rivolto un culto antico. Inserito nei ‘Menologi’ e nel ‘Martirologio Geronimiano’, era considerato un medico. Soggetto alle persecuzioni, si ritirò in una spelonca, dove curava gli animali ammalati. Fu scoperto e ucciso con la decapitazione.
Tra i miracoli da lui compiuti, il più noto è la guarigione di un giovane che fu sul punto di morire a causa di una lisca di pesce rimastagli nella gola. Il suo potere taumaturgico è testimoniato da uno dei più noti medici bizantini del IV secolo, Ezio di Amida.
San Biagio fa parte dei quattordici Santi Ausiliatori, cioè quei Santi invocati per la guarigione di mali particolari. Venerato in molte località europee e dell’Italia, viene invocato in molti posti della Puglia, specialmente dove la presenza dei monaci basiliani ne diffuse il culto.
Importante va ritenuto, dal punto di vista demologico, il lavoro dei due autori riguardo alle località , italiane e straniere, dove il culto per questo Santo è ancora espresso con particolari manifestazioni religiose e folcloristiche. I festeggiamenti in onore di San Biagio si svolgono in Oriente l’11 febbraio e in Occidente il 3 febbraio, cioè il giorno dopo la Candelora, che viene considerato come chiusura dell’inverno e apertura ai primi segnali della dolce primavera.
Non mancano le ‘Curiosità ’ legate al 3 febbraio: candele incrociate, il Santo e la filatelia, il panettone e Milano, la birra di San Biagio, prodotta nel monastero di San Biagio, nel Parco del Monte Subasio; una birra speciale, con profumi, colori e gusti certamente particolari.
Sono riportate alcune preghiere da rivolgere al Santo ed anche alcuni detti popolari, come questo, simbolico del ritorno della fertilità : “Nel giorno della festa di San Biagio ogni pollastra fa l’uovo”. Si leggono poi pagine di medicina tra il popolare e lo scientifico, che esortano alla moderazione, ad evitare i cosiddetti “peccati di gola”.
Si trovano di seguito i più semplici consigli per curare i mali di gola e, per finire, le notizie riguardanti San Cono, protettore dei mali del naso e delle orecchie e alcuni cenni su San Francesco di Sales, protettore dei sordomuti. Si tratta, dunque, di un libro (definito, per modestia, opuscolo dal Dottor Petrone) che, “lungi dal voler essere un testo-documentario sulla vita del Santo, è un piccolo omaggio da offrire a Colui che ‘dietro le quinte’ accompagna ogni gesto della Professione…”.
Ci piace dire che “San Biagio tra storia, leggenda e tradizione” è anche altro e di più. Sono infatti pagine che, tra lo storico e il leggendario, illuminate da belle immagini (magnifica quella che riproduce lo splendido rosone della cattedrale rubastina) servono a rinverdire e rafforzare la devozione a San Biagio per le sue straordinarie virtù taumaturgiche. Meritano menzione Valentina Faricelli, Antonio Lauriola, Lara D’Onofrio e Mauro Menzietti, per il loro apporto tecnico-grafico, e l’Istituto Acustico Italiano per il contributo, i quali tutti hanno reso possibile la realizzazione del volume.
Domenico Petrone, valido e ben noto otorinolaringoiatra, perché spinto dalla curiosità di saperne di più su quel Santo che, oltre a proteggere chi ha problemi di gola, è anche il protettore dei medici specialisti in malattie della gola.
Va detto per inciso che nel reparto ospedaliero in cui egli lavora, ogni anno, il 3 febbraio, San Biagio viene festeggiato con una degna celebrazione. Il secondo autore, Vittorio Polito, giornalista impegnato in importanti ricerche relative a tradizioni, usi e costumi e dialetto dell’amatissima Bari, ha inteso approfondire la conoscenza di un Santo amato in Oriente e in Occidente e particolarmente venerato in Puglia.
Sono tante, infatti, le località pugliesi che vantano di possedere qualche reliquia di San Biagio. Si tratta di un Santo al quale è rivolto un culto antico. Inserito nei ‘Menologi’ e nel ‘Martirologio Geronimiano’, era considerato un medico. Soggetto alle persecuzioni, si ritirò in una spelonca, dove curava gli animali ammalati. Fu scoperto e ucciso con la decapitazione.
Tra i miracoli da lui compiuti, il più noto è la guarigione di un giovane che fu sul punto di morire a causa di una lisca di pesce rimastagli nella gola. Il suo potere taumaturgico è testimoniato da uno dei più noti medici bizantini del IV secolo, Ezio di Amida.
San Biagio fa parte dei quattordici Santi Ausiliatori, cioè quei Santi invocati per la guarigione di mali particolari. Venerato in molte località europee e dell’Italia, viene invocato in molti posti della Puglia, specialmente dove la presenza dei monaci basiliani ne diffuse il culto.
Importante va ritenuto, dal punto di vista demologico, il lavoro dei due autori riguardo alle località , italiane e straniere, dove il culto per questo Santo è ancora espresso con particolari manifestazioni religiose e folcloristiche. I festeggiamenti in onore di San Biagio si svolgono in Oriente l’11 febbraio e in Occidente il 3 febbraio, cioè il giorno dopo la Candelora, che viene considerato come chiusura dell’inverno e apertura ai primi segnali della dolce primavera.
Non mancano le ‘Curiosità ’ legate al 3 febbraio: candele incrociate, il Santo e la filatelia, il panettone e Milano, la birra di San Biagio, prodotta nel monastero di San Biagio, nel Parco del Monte Subasio; una birra speciale, con profumi, colori e gusti certamente particolari.
Sono riportate alcune preghiere da rivolgere al Santo ed anche alcuni detti popolari, come questo, simbolico del ritorno della fertilità : “Nel giorno della festa di San Biagio ogni pollastra fa l’uovo”. Si leggono poi pagine di medicina tra il popolare e lo scientifico, che esortano alla moderazione, ad evitare i cosiddetti “peccati di gola”.
Si trovano di seguito i più semplici consigli per curare i mali di gola e, per finire, le notizie riguardanti San Cono, protettore dei mali del naso e delle orecchie e alcuni cenni su San Francesco di Sales, protettore dei sordomuti. Si tratta, dunque, di un libro (definito, per modestia, opuscolo dal Dottor Petrone) che, “lungi dal voler essere un testo-documentario sulla vita del Santo, è un piccolo omaggio da offrire a Colui che ‘dietro le quinte’ accompagna ogni gesto della Professione…”.
Ci piace dire che “San Biagio tra storia, leggenda e tradizione” è anche altro e di più. Sono infatti pagine che, tra lo storico e il leggendario, illuminate da belle immagini (magnifica quella che riproduce lo splendido rosone della cattedrale rubastina) servono a rinverdire e rafforzare la devozione a San Biagio per le sue straordinarie virtù taumaturgiche. Meritano menzione Valentina Faricelli, Antonio Lauriola, Lara D’Onofrio e Mauro Menzietti, per il loro apporto tecnico-grafico, e l’Istituto Acustico Italiano per il contributo, i quali tutti hanno reso possibile la realizzazione del volume.