Emiliano incontra Luigi De Magistris
NAPOLI - Il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano si è recato in visita oggi a Napoli a Palazzo San Giacomo dal sindaco Luigi de Magistris. “La mia è stata una visita di cortesia istituzionale verso una città che ho trovato veramente cambiata in meglio in modo evidente, ma anche di amicizia personale perché come è noto io e Luigi a prescindere dalla questioni politiche abbiamo un rapporto di amicizia che deriva probabilmente dall’essere stati colleghi in passato. Questa amicizia mi ha anche consentito di seguire ancora meglio tutta l’avventura amministrativa in questa città, una città che ogni volta riesce a farmi innamorare e reinnamorare continuamente. Vedere Napoli così riordinata e tirata a lucido mi ha fatto veramente una bella impressione”.
“Siamo stati – ha aggiunto rispondendo ai giornalisti - tra i due soggetti che abbiamo combattuto di più sulla questione della distribuzione del fondo sociale di coesione, dell’Fsc, quindi per i patti per Napoli, per la Puglia, per la Campania.
Abbiamo dovuto accettare l’idea di discutere solo di 12 miliardi sulla somma molto più ampia che era disponibile in partenza, della differenza il Governo si è comunque appropriato continuando a discutere con noi su molte opere infrastrutturali che avevamo concordato, in una trattativa molto dura. Anche perché ci invitano a fare gli impegni di spesa, ma le somme non sono ancora disponibili per la spesa.
Questo rischia – come ho detto oggi al convegno con il commissario Cretu – di non consentire l’accoppiata della sommatoria fondi europei – fondi nazionali che è decisiva per avere un effetto di incremento del Pil. Incrementare il Pil è importante in un Paese come l’Italia che ha un problema di patto di stabilità: più è alto il Pil, più abbiamo flessibilità per tutta l’Italia. Quindi è evidente che se il Mezzogiorno riprende a tirare, e il Mezzogiorno ha uno spazio ampio di ripresa, tutta l’Italia ne ha vantaggio perché la spesa pubblica può accelerare. Questo concetto io e Luigi lo abbiamo ben chiaro”.
"La politica e lo Stato si devono occupare soprattutto di quelli che non contano niente. Non contare niente non significa essere solo un disoccupato o un clochard. Può succedere di non contare niente a un imprenditore con mille operai, a un signore che ha dato tutta la sua vita alla Pubblica amministrazione in un ufficio al quale dicono all’improvviso che deve cambiare mestiere.
Si rischia di non contare niente quando la politica prende decisioni senza coinvolgerti.
Uno degli elementi che sicuramente accomuna me e il movimento politico di De Magistris riguarda l’importanza della partecipazione dal basso alla costruzione dei programmi e alla loro applicazione. In Puglia stiamo varando un disegno di legge sulla partecipazione: la partecipazione potrebbe essere la salvezza dell’Italia e del Paese, perché quando si concorda una linea politica con tutti è molto più facile trasformarla in una cosa che cambia realmente le cose.
Nell’ultimo triennio abbiamo assistito a una leadership sola al comando che era convinta di cambiare tutto, parlando da sola allo specchio. E abbiamo visto che non ha funzionato”.
“Siamo stati – ha aggiunto rispondendo ai giornalisti - tra i due soggetti che abbiamo combattuto di più sulla questione della distribuzione del fondo sociale di coesione, dell’Fsc, quindi per i patti per Napoli, per la Puglia, per la Campania.
Abbiamo dovuto accettare l’idea di discutere solo di 12 miliardi sulla somma molto più ampia che era disponibile in partenza, della differenza il Governo si è comunque appropriato continuando a discutere con noi su molte opere infrastrutturali che avevamo concordato, in una trattativa molto dura. Anche perché ci invitano a fare gli impegni di spesa, ma le somme non sono ancora disponibili per la spesa.
Questo rischia – come ho detto oggi al convegno con il commissario Cretu – di non consentire l’accoppiata della sommatoria fondi europei – fondi nazionali che è decisiva per avere un effetto di incremento del Pil. Incrementare il Pil è importante in un Paese come l’Italia che ha un problema di patto di stabilità: più è alto il Pil, più abbiamo flessibilità per tutta l’Italia. Quindi è evidente che se il Mezzogiorno riprende a tirare, e il Mezzogiorno ha uno spazio ampio di ripresa, tutta l’Italia ne ha vantaggio perché la spesa pubblica può accelerare. Questo concetto io e Luigi lo abbiamo ben chiaro”.
"La politica e lo Stato si devono occupare soprattutto di quelli che non contano niente. Non contare niente non significa essere solo un disoccupato o un clochard. Può succedere di non contare niente a un imprenditore con mille operai, a un signore che ha dato tutta la sua vita alla Pubblica amministrazione in un ufficio al quale dicono all’improvviso che deve cambiare mestiere.
Si rischia di non contare niente quando la politica prende decisioni senza coinvolgerti.
Uno degli elementi che sicuramente accomuna me e il movimento politico di De Magistris riguarda l’importanza della partecipazione dal basso alla costruzione dei programmi e alla loro applicazione. In Puglia stiamo varando un disegno di legge sulla partecipazione: la partecipazione potrebbe essere la salvezza dell’Italia e del Paese, perché quando si concorda una linea politica con tutti è molto più facile trasformarla in una cosa che cambia realmente le cose.
Nell’ultimo triennio abbiamo assistito a una leadership sola al comando che era convinta di cambiare tutto, parlando da sola allo specchio. E abbiamo visto che non ha funzionato”.