di FRANCESCO GRECO - Firenze come non l’abbiamo mai vista. Non solo pietre, bellezza sedimentata nel tempo, memoria, ma anche, soprattutto l’anima di una città fra le più amate al mondo.
Un atto d’amore di Giulia Castelli Gattinara e Stella Verin in “111 luoghi di Firenze che devi proprio scoprire” (111 luoghi, 111 fotografie, 240 pp., 14,90 euro, Emons Verlag GmbH, Germania 2016, foto di Mario Verin, elegante progetto grafico di Eva Kraskes, distribuito da Emons Italia, Roma).
Forse 111 è un numero alchemico, se le curatrici del libro lo riempiono di tanta semantica, o forse no. Suggestioni, in una pubblicazione che si snoda sui luoghi meno appariscenti, quelli più nascosti, e perciò pregni di mistero e magia, impaginandoli con la gaia leggerezza di un affresco e una vibrante sonata di Cherubini.
Sbaglierebbe comunque il lettore che vi si accostasse con la curiosità greve e godereccia del turista 2.0 che in 5 giorni “deve” vedere l’Italia e perciò è costretto a rapinare emozioni, catturandole in un clic con lo smartphone per poi mostrarle agli amici nel tinello piccolo borghese di casa sua.
La città di della fiorentina, Vasco Pratolini, il Maggio Fiorentino, l’Accademia della Crusca qui proposta è pudica e inafferrabile, racconta mille aneddoti, miti e riti. Per essere accostata chiede umiltà e silenzio, diremmo un animo nobile, per poter contagiare la profondità della sua essenza, ascoltare le storie che ha in grembo per noi. Che paradossalmente incontri più nei luoghi meno noti che in Piazza della Signoria e agli Uffizi o sull’Arno, dove pure occorre fermarsi e dove il turista di oggi pensa di esaurire il tutto perché così gli hanno detto i tour-operator del mordi e fuggi.
E se la capacità di cogliere il bello è soggettiva, resistiamo alla tentazione, pur forte, di allineare come in una gallery ciò che è piaciuto a noi di questo libro realizzato con alta professionalità e mano ferma da esperti: Castelli Gattinara e Mario Verin hanno un cv di altissimo profilo (collaborano con testate prestigiose) e Stella Verin è architetto e paesaggista fiorentina di nascita ma che in Germania (Berlino) ha realizzato i suoi sogni.
Avvisi ai naviganti-lettori: il libro risponde a domande che chi non è fiorentino si sarà fatto almeno una volta nella vita: cos’è il lampredotto e dove lo puoi trovare? Cosa sono “Le colonne della discordia” (“Fiorentini ciechi, pisani traditori”)? Dove sta l’orologio al contrario, che pare poter mormorare che occorre osare, perché indietro nel tempo si può tornare, il cuore profondo dell’azzardo barocco?
Tocca al lettore scoprire la “sua” Firenze.
Un atto d’amore di Giulia Castelli Gattinara e Stella Verin in “111 luoghi di Firenze che devi proprio scoprire” (111 luoghi, 111 fotografie, 240 pp., 14,90 euro, Emons Verlag GmbH, Germania 2016, foto di Mario Verin, elegante progetto grafico di Eva Kraskes, distribuito da Emons Italia, Roma).
Forse 111 è un numero alchemico, se le curatrici del libro lo riempiono di tanta semantica, o forse no. Suggestioni, in una pubblicazione che si snoda sui luoghi meno appariscenti, quelli più nascosti, e perciò pregni di mistero e magia, impaginandoli con la gaia leggerezza di un affresco e una vibrante sonata di Cherubini.
Sbaglierebbe comunque il lettore che vi si accostasse con la curiosità greve e godereccia del turista 2.0 che in 5 giorni “deve” vedere l’Italia e perciò è costretto a rapinare emozioni, catturandole in un clic con lo smartphone per poi mostrarle agli amici nel tinello piccolo borghese di casa sua.
La città di della fiorentina, Vasco Pratolini, il Maggio Fiorentino, l’Accademia della Crusca qui proposta è pudica e inafferrabile, racconta mille aneddoti, miti e riti. Per essere accostata chiede umiltà e silenzio, diremmo un animo nobile, per poter contagiare la profondità della sua essenza, ascoltare le storie che ha in grembo per noi. Che paradossalmente incontri più nei luoghi meno noti che in Piazza della Signoria e agli Uffizi o sull’Arno, dove pure occorre fermarsi e dove il turista di oggi pensa di esaurire il tutto perché così gli hanno detto i tour-operator del mordi e fuggi.
E se la capacità di cogliere il bello è soggettiva, resistiamo alla tentazione, pur forte, di allineare come in una gallery ciò che è piaciuto a noi di questo libro realizzato con alta professionalità e mano ferma da esperti: Castelli Gattinara e Mario Verin hanno un cv di altissimo profilo (collaborano con testate prestigiose) e Stella Verin è architetto e paesaggista fiorentina di nascita ma che in Germania (Berlino) ha realizzato i suoi sogni.
Avvisi ai naviganti-lettori: il libro risponde a domande che chi non è fiorentino si sarà fatto almeno una volta nella vita: cos’è il lampredotto e dove lo puoi trovare? Cosa sono “Le colonne della discordia” (“Fiorentini ciechi, pisani traditori”)? Dove sta l’orologio al contrario, che pare poter mormorare che occorre osare, perché indietro nel tempo si può tornare, il cuore profondo dell’azzardo barocco?
Tocca al lettore scoprire la “sua” Firenze.