BERLINO - Un rapporto segreto fuoriuscito dalle autorità di sicurezza tedesche ha rivelato che quasi sei milioni di migranti provenienti dalle coste dei paesi del bacino del Mediterraneo vogliono entrare in Europa. La relazione, che è stata disvelata dal tabloid tedesco Bild, sostiene che ci sono almeno 5,95 milioni di migranti sulle sponde del Mediterraneo che stanno cercando di entrare in Europa. Nella sola Turchia, il rapporto stima che ci sia 2,93 milioni di migranti che hanno messo gli occhi sui vantaggi di essere un richiedente asilo in un paese dell'Europa occidentale come la Germania.
La Libia, secondo quanto riportato dalla stampa tedesca, è attualmente sede di 1,2 milioni di migranti che sono pronti a sbarcare sulle nostre coste per poi raggiungere gli altri paesi europei. Lo scorso anno un numero record di migranti ha attraversato il mare verso l'Europa con la maggior parte di questi che sono approdati in Italia. Il nuovo governo italiano ha promesso di reprimere l'immigrazione clandestina nel corso di quest'anno, ma il paese non ha visto alcun rallentamento dei flussi, ed anzi nelle scorse ore è stato pubblicato il rapporto del Ministero dell’Interno che ha evidenziato il nuovo boom di sbarchi: un +44% rispetto a un anno fa che dovrebbe far comprendere al resto dei Paesi UE che è ora di dare un contributo ulteriore al Nostro Paese. Anche la Giordania, che ha accolto una gran numero di siriani in fuga dalla guerra civile, è menzionata nella relazione.
I servizi di sicurezza tedeschi stimano che ci potrebbero essere fino a 720.000 migranti in Giordania che vogliono venire in Europa. I migranti dell'Africa centrale sono anch’essi presi in considerazione nella relazione, che sostiene che la maggior parte di coloro che partono dai porti di Libia e Algeria transitino prima in Mali e Niger, che sono diventati passaggi quasi obbligati per i migranti che provengono dalle regioni a sud del Sahara. Il rapporto tedesco corrisponde a un report sulle migrazioni simile a quelli dell'Agenzia europea delle frontiere Frontex che è stato rilasciato lo scorso anno. Per Frontex il livello di migrazione africana ha una tendenza ad aumentare nei prossimi anni, e gran parte di essa sarebbe stata innescata dalla situazione economica dei paesi dell'Africa occidentale altamente popolati.
Il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha anche avvertito che la migrazione incontrollata di milioni di persone potrebbe sopraffare l'Unione europea se la rotta libica resta aperta. "Il flusso di migranti dalla Libia verso l'Italia e l'UE non è sostenibile", ha detto all'inizio di questo mese. Il servizio di intelligence militare austriaca ha pubblicato una previsione sorprendente il mese scorso, sostenendo entro il 2020 l'Europa potrebbe vedere un afflusso di fino a 15 milioni di migranti. Gli austriaci hanno anche citato l'aumento dei migranti dell'Africa occidentale come una forza trainante per l'aumento del numero. Sono dati impressionanti che superano di gran lunga quelli della relazione tecnica del Viminale e che dovrebbero portare le istituzioni non solo europee, ma mondiali a prendere atto che gli esodi di massa che stiamo vivendo comportano soluzioni globali che non possono essere lasciate ai singoli stati che vivono il fenomeno migratorio in via diretta, in primis l’Italia.
È chiaro, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, però che proprio per questo il Nostro Paese deve farsi primo portavoce di questa situazione e non subirla perché al di là dei numeri, non è possibile che si continuino a verificare i continui e quotidiani drammi del mare come l’ultimo disvelato sulle coste libiche.
La Libia, secondo quanto riportato dalla stampa tedesca, è attualmente sede di 1,2 milioni di migranti che sono pronti a sbarcare sulle nostre coste per poi raggiungere gli altri paesi europei. Lo scorso anno un numero record di migranti ha attraversato il mare verso l'Europa con la maggior parte di questi che sono approdati in Italia. Il nuovo governo italiano ha promesso di reprimere l'immigrazione clandestina nel corso di quest'anno, ma il paese non ha visto alcun rallentamento dei flussi, ed anzi nelle scorse ore è stato pubblicato il rapporto del Ministero dell’Interno che ha evidenziato il nuovo boom di sbarchi: un +44% rispetto a un anno fa che dovrebbe far comprendere al resto dei Paesi UE che è ora di dare un contributo ulteriore al Nostro Paese. Anche la Giordania, che ha accolto una gran numero di siriani in fuga dalla guerra civile, è menzionata nella relazione.
I servizi di sicurezza tedeschi stimano che ci potrebbero essere fino a 720.000 migranti in Giordania che vogliono venire in Europa. I migranti dell'Africa centrale sono anch’essi presi in considerazione nella relazione, che sostiene che la maggior parte di coloro che partono dai porti di Libia e Algeria transitino prima in Mali e Niger, che sono diventati passaggi quasi obbligati per i migranti che provengono dalle regioni a sud del Sahara. Il rapporto tedesco corrisponde a un report sulle migrazioni simile a quelli dell'Agenzia europea delle frontiere Frontex che è stato rilasciato lo scorso anno. Per Frontex il livello di migrazione africana ha una tendenza ad aumentare nei prossimi anni, e gran parte di essa sarebbe stata innescata dalla situazione economica dei paesi dell'Africa occidentale altamente popolati.
Il Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha anche avvertito che la migrazione incontrollata di milioni di persone potrebbe sopraffare l'Unione europea se la rotta libica resta aperta. "Il flusso di migranti dalla Libia verso l'Italia e l'UE non è sostenibile", ha detto all'inizio di questo mese. Il servizio di intelligence militare austriaca ha pubblicato una previsione sorprendente il mese scorso, sostenendo entro il 2020 l'Europa potrebbe vedere un afflusso di fino a 15 milioni di migranti. Gli austriaci hanno anche citato l'aumento dei migranti dell'Africa occidentale come una forza trainante per l'aumento del numero. Sono dati impressionanti che superano di gran lunga quelli della relazione tecnica del Viminale e che dovrebbero portare le istituzioni non solo europee, ma mondiali a prendere atto che gli esodi di massa che stiamo vivendo comportano soluzioni globali che non possono essere lasciate ai singoli stati che vivono il fenomeno migratorio in via diretta, in primis l’Italia.
È chiaro, sottolinea Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, però che proprio per questo il Nostro Paese deve farsi primo portavoce di questa situazione e non subirla perché al di là dei numeri, non è possibile che si continuino a verificare i continui e quotidiani drammi del mare come l’ultimo disvelato sulle coste libiche.
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