BARI - Nella V Commissione del presidente Filippo Caracciolo si è discusso del progetto relativo all’insediamento residenziale del “Resort Sarparea e spa” nelle campagne fronte mare tra Porto Selvaggio e Sant’Isidoro.
Nel corso dell’audizione, richiesta dal consigliere Cristian Casili (M5S), sono stati ascoltati un rappresentante del comitato “Salviamo la Salparea”, professor Nicola Grasso e l’avvocata Valeria Pellegrino in rappresentanza della ditta titolare del progetto, Il rappresentante del Comune di Nardò e l’assessore Annamaria Curcuruto.
“Il progetto di lottizzazione del bosco Sarparea rappresenta una ferita alle bellezze paesaggistiche del Salento che mal si concilia con quelle che sono le esigenze di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio” – ha spiegato il consigliere Casili - ho studiato con attenzione le opinioni e le preoccupazioni espresse da cittadini, associazioni, comitati e li ringrazio per aver, con i loro interventi, richiamato l’attenzione delle istituzioni in merito al pericolo che sta correndo l’intero uliveto salentino. Sono preoccupazioni e ansie che condivido pienamente. Pensare di portare ricchezza in Puglia distruggendo quelle che sono le nostre bellezze paesaggistiche, uliveti monumentali, per edificare resort di cui nessuno ha bisogno è una visione miope e anacronistica”.
Casili ha ricordato gli aspetti critici che affaticano la fase istruttoria: Ppttr, censimento degli ulivi, progetto che non chiarisce il reale impatto sul territorio, “si lavori piuttosto – ha detto Casili - per garantire al Salento una migliore qualità dell’accoglienza e dei servizi, un maggior potenziamento delle infrastrutture e dei trasporti e un ammodernamento del sistema di promozione e gestione dei beni”.
“Non si tratta di un banale uliveto – ha sottolineato il rappresentante del Comitato per il no Grasso - come si vuol far pensare, bensì di un prezioso frammento di un antichissimo bosco di olivastri cresciuti sulla roccia, innestati e addomesticati con tanta fatica durante lo scorrere delle generazioni. Il bosco della Sarparea è un bosco monumentale di olivi per questo quella zona non è edificabile”.
Il rappresentante del Comitato ha rammentato l’esistenza di una legislazione regionale che va nella direzione opposta alla scelta di realizzare quell’opera. “Questo insediamento- ha concluso – distrugge l’identità del nostro territorio”.
L’avvocata Pellegrino, rappresentante della società che deve realizzare l’urbanizzazione di quella zona, ha ricordato che l’iter procedurale è cominciato 10 anni fa , “quindi ritenere che non siano state esperite le pratiche è quanto meno azzardato” – ha detto – abbiamo rispettato tutte le regole, vorremmo sapere con precisione quali siano le incoerenze che precluderebbero la realizzazione del progetto”.
Ricordiamo che la società ha sempre rassicurato sulla correttezza delle procedure sottolineando le innumerevoli opportunità per lo sviluppo e le ricadute economiche e per un turismo di nicchia e sostenibile nel territorio. Fra l’altro il progetto è stato rimodulato dopo le prime osservazioni della sovrintendenza ma la ripresentazione nella nuova veste dell’insediamento residenziale del “Resort Sarparea e spa", non è stata sufficiente ad arginare le resistenze del comitato.
“Fra l’altro – ha concluso Pellegrino – cosa non di poco conto, quella zona è assolutamente degradata e un progetto di questa portata, realizzato nel rispetto delle regole, del territorio e dell’ambiente, non può che migliorare l’appeal di quella parte del Salento e rappresentare una opportunità a 360 gradi”.
Dal canto suo il Comune di Nardò sta effettuando tutti gli ulteriori approfondimenti, anche perché così come l’assessore regionale all’urbanista Annamaria Curcuruto ha ribadito “non esistono violazioni del Piano paesaggistico regionale e le competenze sono comunque in capo al Comune”.
Nel corso dell’audizione, richiesta dal consigliere Cristian Casili (M5S), sono stati ascoltati un rappresentante del comitato “Salviamo la Salparea”, professor Nicola Grasso e l’avvocata Valeria Pellegrino in rappresentanza della ditta titolare del progetto, Il rappresentante del Comune di Nardò e l’assessore Annamaria Curcuruto.
“Il progetto di lottizzazione del bosco Sarparea rappresenta una ferita alle bellezze paesaggistiche del Salento che mal si concilia con quelle che sono le esigenze di tutela e valorizzazione del nostro patrimonio” – ha spiegato il consigliere Casili - ho studiato con attenzione le opinioni e le preoccupazioni espresse da cittadini, associazioni, comitati e li ringrazio per aver, con i loro interventi, richiamato l’attenzione delle istituzioni in merito al pericolo che sta correndo l’intero uliveto salentino. Sono preoccupazioni e ansie che condivido pienamente. Pensare di portare ricchezza in Puglia distruggendo quelle che sono le nostre bellezze paesaggistiche, uliveti monumentali, per edificare resort di cui nessuno ha bisogno è una visione miope e anacronistica”.
Casili ha ricordato gli aspetti critici che affaticano la fase istruttoria: Ppttr, censimento degli ulivi, progetto che non chiarisce il reale impatto sul territorio, “si lavori piuttosto – ha detto Casili - per garantire al Salento una migliore qualità dell’accoglienza e dei servizi, un maggior potenziamento delle infrastrutture e dei trasporti e un ammodernamento del sistema di promozione e gestione dei beni”.
“Non si tratta di un banale uliveto – ha sottolineato il rappresentante del Comitato per il no Grasso - come si vuol far pensare, bensì di un prezioso frammento di un antichissimo bosco di olivastri cresciuti sulla roccia, innestati e addomesticati con tanta fatica durante lo scorrere delle generazioni. Il bosco della Sarparea è un bosco monumentale di olivi per questo quella zona non è edificabile”.
Il rappresentante del Comitato ha rammentato l’esistenza di una legislazione regionale che va nella direzione opposta alla scelta di realizzare quell’opera. “Questo insediamento- ha concluso – distrugge l’identità del nostro territorio”.
L’avvocata Pellegrino, rappresentante della società che deve realizzare l’urbanizzazione di quella zona, ha ricordato che l’iter procedurale è cominciato 10 anni fa , “quindi ritenere che non siano state esperite le pratiche è quanto meno azzardato” – ha detto – abbiamo rispettato tutte le regole, vorremmo sapere con precisione quali siano le incoerenze che precluderebbero la realizzazione del progetto”.
Ricordiamo che la società ha sempre rassicurato sulla correttezza delle procedure sottolineando le innumerevoli opportunità per lo sviluppo e le ricadute economiche e per un turismo di nicchia e sostenibile nel territorio. Fra l’altro il progetto è stato rimodulato dopo le prime osservazioni della sovrintendenza ma la ripresentazione nella nuova veste dell’insediamento residenziale del “Resort Sarparea e spa", non è stata sufficiente ad arginare le resistenze del comitato.
“Fra l’altro – ha concluso Pellegrino – cosa non di poco conto, quella zona è assolutamente degradata e un progetto di questa portata, realizzato nel rispetto delle regole, del territorio e dell’ambiente, non può che migliorare l’appeal di quella parte del Salento e rappresentare una opportunità a 360 gradi”.
Dal canto suo il Comune di Nardò sta effettuando tutti gli ulteriori approfondimenti, anche perché così come l’assessore regionale all’urbanista Annamaria Curcuruto ha ribadito “non esistono violazioni del Piano paesaggistico regionale e le competenze sono comunque in capo al Comune”.