San Valentino e l'antica festa dei Lupercalia
di MARIO CONTINO - San Valentino, il giorno da tutti conosciuto come “degli innamorati”, il 14 febbraio, è da molti atteso e desiderato, da altri odiato. Ma cosa cela in realtà questa data?
Il vero San Valentino, riconosciuta dalla chiesa cattolica, era vescovo e patrono della città di Terni e fu decapitato nel 273 a Roma, all’epoca della persecuzione dell’imperatore Aureliano.
Sembrerebbe fosse conosciuto come taumaturgo: gli si attribuivano cioè capacità miracolose di guarigione. Proprio per tali doti pare che venne chiamato a Roma dal filosofo Cratone che chiese all'uomo di far guarire il figlio gravemente malato, infermo (probabilmente una malattia che limitava i suoi movimento).
San Valentino promise la guarigione del giovane a patto che tutta la famiglia si fosse convertita. Il miracolo avvenne, il giovane guarì e la famiglia si convertì. Allo stesso modo la fama del santo crebbe tanto che l'uomo fu imprigionato e torturato nel tentativo di fargli abbandonare la sua fede.
In seguito, venne decapitazione ed alcuni allievi di Cratone, anch’essi convertiti, portarono la sua salma presso Terni e lo seppellirono. Col tempo la figura del santo si confuse con quella di un altro uomo, anch'egli di nome Valentino, che risulterebbe essere stato un grande benefattore mai canonizzato.
Chiaramente nella leggenda legata al Santo, come credo sia chiaro, non c'è alcun accenno ad innamorati, anzi, come quasi tutte le storie dei santi vi è morte e tortura.
San Valentino fu associato agli innamorati per pura confusione e ciò dipese dal fatto che quando venne diffuso il suo culto, nella specifica data, si era molto vicino l’inizio della primavera nel calendario giuliano in uso all’epoca.
La primavera è la stagione del risveglio dell’attività amorosa negli animali e questo contribuì alla nascita di ulteriori leggende che decretarono San Valentino quale protettore degli innamorati. Una di queste narra che il santo era solito offrire un fiore colto dal suo giardino alle giovani coppie che vi transitavano davanti.
Sembrerebbe, in realtà, che nel 496 d.C., Papa Gelasio I volle porre fine ai Lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al Dio della fertilità Luperco, ovviamente in un modo classico, ossia sostituendo la festa con un rito Cristiano.
I Lupercalia si festeggiavano il 15 febbraio, ed il momento più sentito dei festeggiamenti si aveva quando le matrone romane si offrivano spontaneamente alle frustate di giovani uomini nudi, devoti al selvatico Fauno Luperco, il tutto avveniva per le strade.
Donne e uomini erano nudi, convinti che il rito portasse amore e fortuna; in quest'ottica Papa Gelasio I decise di spostare i festeggiamenti al giorno precedente - dedicato a San Valentino - facendolo diventare di conseguenza il protettore degli innamorati.
Man mano, quindi, il rito pagano venne dimenticato e sostituito da quello cristiano.
Il vero San Valentino, riconosciuta dalla chiesa cattolica, era vescovo e patrono della città di Terni e fu decapitato nel 273 a Roma, all’epoca della persecuzione dell’imperatore Aureliano.
Sembrerebbe fosse conosciuto come taumaturgo: gli si attribuivano cioè capacità miracolose di guarigione. Proprio per tali doti pare che venne chiamato a Roma dal filosofo Cratone che chiese all'uomo di far guarire il figlio gravemente malato, infermo (probabilmente una malattia che limitava i suoi movimento).
San Valentino promise la guarigione del giovane a patto che tutta la famiglia si fosse convertita. Il miracolo avvenne, il giovane guarì e la famiglia si convertì. Allo stesso modo la fama del santo crebbe tanto che l'uomo fu imprigionato e torturato nel tentativo di fargli abbandonare la sua fede.
In seguito, venne decapitazione ed alcuni allievi di Cratone, anch’essi convertiti, portarono la sua salma presso Terni e lo seppellirono. Col tempo la figura del santo si confuse con quella di un altro uomo, anch'egli di nome Valentino, che risulterebbe essere stato un grande benefattore mai canonizzato.
Chiaramente nella leggenda legata al Santo, come credo sia chiaro, non c'è alcun accenno ad innamorati, anzi, come quasi tutte le storie dei santi vi è morte e tortura.
San Valentino fu associato agli innamorati per pura confusione e ciò dipese dal fatto che quando venne diffuso il suo culto, nella specifica data, si era molto vicino l’inizio della primavera nel calendario giuliano in uso all’epoca.
La primavera è la stagione del risveglio dell’attività amorosa negli animali e questo contribuì alla nascita di ulteriori leggende che decretarono San Valentino quale protettore degli innamorati. Una di queste narra che il santo era solito offrire un fiore colto dal suo giardino alle giovani coppie che vi transitavano davanti.
Sembrerebbe, in realtà, che nel 496 d.C., Papa Gelasio I volle porre fine ai Lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al Dio della fertilità Luperco, ovviamente in un modo classico, ossia sostituendo la festa con un rito Cristiano.
I Lupercalia si festeggiavano il 15 febbraio, ed il momento più sentito dei festeggiamenti si aveva quando le matrone romane si offrivano spontaneamente alle frustate di giovani uomini nudi, devoti al selvatico Fauno Luperco, il tutto avveniva per le strade.
Donne e uomini erano nudi, convinti che il rito portasse amore e fortuna; in quest'ottica Papa Gelasio I decise di spostare i festeggiamenti al giorno precedente - dedicato a San Valentino - facendolo diventare di conseguenza il protettore degli innamorati.
Man mano, quindi, il rito pagano venne dimenticato e sostituito da quello cristiano.
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Cultura e Spettacoli