LECCE - “Continua l’aggressione ai danni delle spiagge pugliesi travolte da una grande quantità di rifiuti soprattutto plastica con conseguenze drammatiche per la fauna, l’economia e il turismo”. È quanto dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi dopo la denuncia di un cittadino che sul suo profilo Fb ha pubblicato le foto della Baia di Porto Miggiano a Santa Cesarea Terme coperta di rifiuti di ogni tipo dopo le mareggiate dei giorni scorsi.
“Tartarughe marine, uccelli e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca e negli attrezzi di cattura professionale oppure morire per soffocamento a causa dell’ingestione accidentale di rifiuti (in particolare buste di plastica) scambiati per cibo - continua il consigliere pentastellato. C’è da considerare, inoltre, che le microplastiche presenti nelle acque marine vengono ingerite da pesci, molluschi e crostacei e di conseguenza arrivano anche all'uomo che se ne ciba. Il problema non riguarda solo la spazzatura di grandi dimensioni (che spesso forma delle vere e proprie isole in mezzo all’acqua), ma anche i rifiuti che non riusciamo a vedere: la concentrazione delle microplastiche a largo delle nostre coste è persino maggiore di quella del Pacifico.
Trevisi chiede alla Regione di agire immediatamente per salvare le spiagge pugliesi: “Da un lato bisogna diminuire il consumo di plastica, dall’altro c’è la necessità di smaltirla nel modo corretto. Dovremmo guardare a città , come San Francisco, Amburgo e Montreal, che hanno messo al bando le bottiglie di plastica, o ad altre hanno avviato campagne per sensibilizzare più gente possibile su una corretta differenziata. La cosa più importante, è non buttare la plastica per strada o nei corsi d’acqua. Per raggiungere risultati concreti c’è bisogno della collaborazione tra Regione, cittadini e aziende. La plastica se correttamente differenziata non dovrebbe più finire nell’ambiente: una parte dovrebbe essere sostituita con materiale biodegradabile e un’altra usata per il riciclo - conclude - sarebbe una goccia di civiltà in un oceano di spazzatura che sta minacciando il nostro futuro”.
“Tartarughe marine, uccelli e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca e negli attrezzi di cattura professionale oppure morire per soffocamento a causa dell’ingestione accidentale di rifiuti (in particolare buste di plastica) scambiati per cibo - continua il consigliere pentastellato. C’è da considerare, inoltre, che le microplastiche presenti nelle acque marine vengono ingerite da pesci, molluschi e crostacei e di conseguenza arrivano anche all'uomo che se ne ciba. Il problema non riguarda solo la spazzatura di grandi dimensioni (che spesso forma delle vere e proprie isole in mezzo all’acqua), ma anche i rifiuti che non riusciamo a vedere: la concentrazione delle microplastiche a largo delle nostre coste è persino maggiore di quella del Pacifico.
Trevisi chiede alla Regione di agire immediatamente per salvare le spiagge pugliesi: “Da un lato bisogna diminuire il consumo di plastica, dall’altro c’è la necessità di smaltirla nel modo corretto. Dovremmo guardare a città , come San Francisco, Amburgo e Montreal, che hanno messo al bando le bottiglie di plastica, o ad altre hanno avviato campagne per sensibilizzare più gente possibile su una corretta differenziata. La cosa più importante, è non buttare la plastica per strada o nei corsi d’acqua. Per raggiungere risultati concreti c’è bisogno della collaborazione tra Regione, cittadini e aziende. La plastica se correttamente differenziata non dovrebbe più finire nell’ambiente: una parte dovrebbe essere sostituita con materiale biodegradabile e un’altra usata per il riciclo - conclude - sarebbe una goccia di civiltà in un oceano di spazzatura che sta minacciando il nostro futuro”.