SAN GALLO - Un uomo non dimenticherà per molto tempo la sua visita all’Ikea di San Gallo in Svizzera. Mentre stava vagando nelle esposizioni, tra un mobile e l’altro, su uno scaffale scorge il computer di un impiegato acceso, con un salvaschermo che l’ha fatto rabbrividire: raffigurava Adolf Hitler. Il cliente è rimasto sbalordito di vedere questa foto sul computer di una filiale sangallese IKEA. L'azienda svedese contattata si dice esterrefatta: «Crediamo che un cliente sia riuscito a sbloccare il computer e a cambiare la fotografia dello screensaver», spiega il portavoce Manuel Rotzinger. Secondo lui il cambiamento è stato fatto durante l’assenza dell’impiegato.
«Purtroppo deve aver dimenticato di bloccare il computer». Il portavoce assicura che la catena ricorderà l’importanza di chiudere la sessione a tutti i suoi dipendenti. Ikea intende inoltre condurre delle ricerche per scoprire cosa sia effettivamente accaduto nella filiale sangallese. Il dipendente “sbadato” comunque non rischia di perdere il lavoro. «Ha sbagliato. Avrebbe dovuto fare più attenzione. Ma è una cosa che può capitare a tutti. Insomma, non si finisce mai di scoprire quanto male aleggia intorno alla figura di uno dei dittatori più feroci della storia umana, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da anni si batte anche contro ogni tipo di rievocazione del nazifascimo.
La notizia, infatti, è preoccupante anche perchè è abbastanza sorprendente che nessuno dei dipendenti l’abbia notato. Tale episodio potrebbe avere effetti sull’incremento dell’antisemitismo e del negazionismo e non si possono accettare come sufficienti le giustificazioni dell’azienda che si accompagnano ad una dichiarata consapevolezza dello sfruttamento delle critiche per incrementare le vendite.
«Purtroppo deve aver dimenticato di bloccare il computer». Il portavoce assicura che la catena ricorderà l’importanza di chiudere la sessione a tutti i suoi dipendenti. Ikea intende inoltre condurre delle ricerche per scoprire cosa sia effettivamente accaduto nella filiale sangallese. Il dipendente “sbadato” comunque non rischia di perdere il lavoro. «Ha sbagliato. Avrebbe dovuto fare più attenzione. Ma è una cosa che può capitare a tutti. Insomma, non si finisce mai di scoprire quanto male aleggia intorno alla figura di uno dei dittatori più feroci della storia umana, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione che da anni si batte anche contro ogni tipo di rievocazione del nazifascimo.
La notizia, infatti, è preoccupante anche perchè è abbastanza sorprendente che nessuno dei dipendenti l’abbia notato. Tale episodio potrebbe avere effetti sull’incremento dell’antisemitismo e del negazionismo e non si possono accettare come sufficienti le giustificazioni dell’azienda che si accompagnano ad una dichiarata consapevolezza dello sfruttamento delle critiche per incrementare le vendite.
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