ROMA - Nuove polemiche del ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble, in seguito alle accuse lanciate dall'amministrazione Trump contro l'euro e Berlino. "Quando il presidente della Bce Mario Draghi si lanciò nella politica monetaria espansiva, gli feci presente che questo avrebbe fatto aumentare il surplus commerciale della Germania. All'epoca promisi di non criticare pubblicamente questa linea - ha affermato Schaeuble in una intervista pubblicata questo fine settimana sul Tagespiegel -. Ma non voglio essere criticato io per le conseguenze di questa politica".
E "a rigor di logica, per la posizione competitiva dell'economia tedesca il tasso di cambio dell'euro è troppo basso". Perché appunto, secondo il ministro "la politica monetaria è troppo morbida". Questo in risposta alle pesanti accuse lanciate nei giorni scorsi dal superconsulente al commercio del neo presidente Usa, Peter Navarro, direttore del National Trade Council, che ha definito l'euro un "marco mascherato" e pesantemente sottovalutato, che Berlino avrebbe sfruttato ai danni degli altri paesi europei e degli Usa.
La reazione di Schaeuble, come in altre occasioni, mostra tonalità più intransigenti rispetto a quelle della cancelliera Angela Merkel, che tramite il suo portavoce alle accuse americane si era limitata a ricordare che "la Germania è un Paese da sempre a favore di una Banca centrale europea che conduce una politica indipendente".
Il n.1 della Bce Mario Draghi, nel corso di una audizione al Parlamento europeo, ha voluto a sua volta a ricordare le motivazioni delle sue scelte: con l'euro, ha detto, "abbiamo saputo creare legami che hanno resistito alla peggiore crisi economica dai tempi della Secondo Guerra mondiale. E questa era la ragion d'essere del progetto europeo: mantenerci uniti in tempi difficili, quando vi è la forte tentazione di rivoltarsi conto i propri vicini o di cercare soluzioni nazionali".
Draghi ha peraltro ribadito che nel caso di un peggioramento della situazione "il Consiglio direttivo della Bce è preparato a aumentare il programma di acquisti di titoli, in termini di mole e o di durata". In generale, ha aggiunto,"i benefici della nostra politica ne superano chiaramente gli effetti collaterali. E questi ultimi, se necessario, sono gestibili meglio tramite altre politiche".
E "a rigor di logica, per la posizione competitiva dell'economia tedesca il tasso di cambio dell'euro è troppo basso". Perché appunto, secondo il ministro "la politica monetaria è troppo morbida". Questo in risposta alle pesanti accuse lanciate nei giorni scorsi dal superconsulente al commercio del neo presidente Usa, Peter Navarro, direttore del National Trade Council, che ha definito l'euro un "marco mascherato" e pesantemente sottovalutato, che Berlino avrebbe sfruttato ai danni degli altri paesi europei e degli Usa.
La reazione di Schaeuble, come in altre occasioni, mostra tonalità più intransigenti rispetto a quelle della cancelliera Angela Merkel, che tramite il suo portavoce alle accuse americane si era limitata a ricordare che "la Germania è un Paese da sempre a favore di una Banca centrale europea che conduce una politica indipendente".
Il n.1 della Bce Mario Draghi, nel corso di una audizione al Parlamento europeo, ha voluto a sua volta a ricordare le motivazioni delle sue scelte: con l'euro, ha detto, "abbiamo saputo creare legami che hanno resistito alla peggiore crisi economica dai tempi della Secondo Guerra mondiale. E questa era la ragion d'essere del progetto europeo: mantenerci uniti in tempi difficili, quando vi è la forte tentazione di rivoltarsi conto i propri vicini o di cercare soluzioni nazionali".
Draghi ha peraltro ribadito che nel caso di un peggioramento della situazione "il Consiglio direttivo della Bce è preparato a aumentare il programma di acquisti di titoli, in termini di mole e o di durata". In generale, ha aggiunto,"i benefici della nostra politica ne superano chiaramente gli effetti collaterali. E questi ultimi, se necessario, sono gestibili meglio tramite altre politiche".
Tags
Economia