di NICOLA ZUCCARO - Nel ringraziare la Squadra Stato - composta dalla Magistratura e dalla Polizia - per la brillante operazione che nella giornata di ieri ha sgominato una banda di estorsori operante sul quartiere Libertà e nell'invitare, con il Presidente dell'associazione Anti-Racket Renato De Scisciolo, i commercianti vittime di estorsione nel denunciare agli organi competenti, all'indomani della stessa, Antonio Decaro ha annunciato alla stampa la richiesta inoltrata al Prefetto (in occasione del Comitato per l'Ordine e la Sicurezza pubblica per il G7, tenutosi il 27 febbraio) di istituire un Presidio permanente di Polizia sul Quartiere Libertà.
Nel precisare che i tempi e le modalità saranno stabilite dalla Prefettura e dalla Questura di Bari, in linea con il "Daspo Urbano", parallelamente e contestualmente alle misure che saranno adottate in materia di ordine pubblico, il sindaco del capolugo pugliese è al lavoro per implementare il cambio del sistema di illuminazione presso lo stesso rione (dai corpi illuminanti a vapore di sodio, si passerà a quelli alimentati dal Led), possibilmente supportato dalla presenza di luci all'interno di alcuni locali - in particolare quelli ubicati e inutilizzati in via Manzoni - contribuendo a scoraggiare sia gli atti di teppismo, sia possibili azioni criminose. Su quest'ultimo provvedimento, Decaro preparerà una specifica ordinanza.
LE DICHIARAZIONI - Questa mattina il sindaco Antonio Decaro ha tenuto una conferenza stampa insieme a Renato De Scisciolo dell’associazione Antiracket per annunciare i nuovi controlli disposti dalla Questura sul quartiere Libertà sulla scia delle operazioni che negli ultimi giorni hanno determinato gli arresti legati al fenomeno delle estorsioni nei confronti dei commercianti del quartiere Libertà: “Le ultime operazioni di queste ore sono la dimostrazione che la “squadra Stato” c’è, e funziona. Il mio dovere di sindaco, oggi, è in primo luogo quello di ringraziare le Forze dell’ordine - la polizia, la questura, la magistratura -, i cittadini e i commercianti del quartiere Libertà che hanno reso possibile gli arresti delle ultime ore. Ancora una volta la rete della legalità di questa città ha funzionato e, grazie al lavoro sinergico svolto in questi mesi delle associazioni, in particolare quella antiracket, di concerto con la squadra mobile, le forze dell’ordine e la magistratura, i commercianti del quartiere hanno potuto liberarsi di un fenomeno che, come abbiamo detto più volte, uccide il tessuto economico e produttivo della città. Tutto è cominciato qualche mese fa, quando mi sono presentato spontaneamente in Questura dall’allora capo della Squadra mobile per denunciare ciò che accadeva in alcuni negozi del quartiere dopo la segnalazione di un commerciante che mi aveva contattato, credo anche sulla scia degli episodi precedenti, in cui, grazie alle denunce dei commercianti, altre operazioni analoghe erano andate a buon fine".
"In questa situazione, sentito il capo della Squadra mobile, - prosegue Decaro - ho contattato l’associazione Antiracket che in questi mesi ha lavorato quotidianamente accanto ai negozianti per convincerli a denunciare. Questa è la dimostrazione che se la rete della legalità diffusa, composta dalle associazioni, dalle parrocchie e dalle realtà cittadine impegnate per la legalità, che abbiamo voluto impegnare in forma permanente nel tavolo della legalità avviato ieri, funziona, i cittadini e gli operatori economici si sentono maggiormente sicuri e protetti, con il risultato che trovano il coraggio di denunciare. A queste attività si aggiungono le nuove disposizioni della Questura che ieri, nell’ambito del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ho sollecitato, e che ha prontamente disposto un presidio territoriale permanente sul quartiere Libertà, dove ad oggi si avverte una maggiore percezione di insicurezza, e una serie di operazioni ad alto impatto che hanno anche lo scopo di incidere proprio sul senso di insicurezza che provano i cittadini. Percezione che noi non vogliamo ignorare, né sul fronte dei controlli né dei presidi, ragion per cui ho chiesto al Questore di aumentare i controlli sul fronte della gestione del territorio. Il Comune sta intervenendo con alcune iniziative: i finanziamenti per la videosorveglianza alle attività commerciali, il potenziamento dell’illuminazione pubblica, la riqualificazione di alcune aree punto di riferimento del quartiere, il contrasto ad alcuni comportamenti incivili che aumentano il degrado, come la lotta ferrea all’abbandono delle deiezioni canine per strada o all’errato conferimento dei rifiuti. Perché la percezione della sicurezza passa anche dal decoro urbano e di questo siamo sempre più convinti tanto che, grazie alla nuova norma sulla sicurezza urbana entrata in vigore qualche giorno fa, stiamo valutando di emanare alcune ordinanze mirate: la prima è sull’obbligo per i proprietari di locali sfitti di tenere in buono stato le vetrine dismesse, mentre la seconda riguarda il limite sugli orari di vendita di bevande alcoliche e sull’apertura delle stesse attività in alcune zone della città. Perché il tema della legalità può e deve essere affrontato su più fronti e, soprattutto, può essere affrontato efficacemente solo se la città resta unita. Nei prossimi mesi partiremo con altre iniziative che ci permetteranno di fare delle verifiche puntuali sulla percezione della sicurezza in città, in modo da confrontare la percezione con i reati effettivamente commessi, così da disporre di dati aggiornati, utili per costruire insieme alla Prefettura, nell’ambito del PON Legalità, il crime mapping della città e prevedere interventi puntuali e mirati”.
“Voglio ringraziare tutte le istituzioni oggi in campo sul fronte della legalità - ha commentato Renato De Scisciolo -, fenomeno inusuale in altre città. Vorrei sottolineare che le associazioni possono fare poco se i cittadini non sono supportati dalle istituzioni, come è accaduto a Bari, dove il sindaco ha accompagnato personalmente i commercianti a denunciare. Senza questo sostegno sarebbe stato difficile per noi fare il nostro lavoro. Sul quartiere Libertà abbiamo portato a termine una grossa operazione, seconda in ordine di tempo a quella con i commercianti del mercato di Santa Scolastica, e abbiamo verificato ancora una volta come sia possibile vincere la paura di denunciare se si costruisce intorno alle vittime una rete di supporto, sociale, psicologico ed economico. Ci sono altri quartieri sui quali dobbiamo lavorare ma Bari sta reagendo, sta rispondendo positivamente, si sta ribellando alle estorsioni. Come associazione Antiracket ci costituiremo parte civile anche in questo processo, e lo stesso faranno il Ministero dell’Interno, la FAI (fondazione Antiusura italiana) e, cosa ancora più importante, i commercianti vittime di estorsioni, che con la loro testimonianza daranno più forza al processo. L’esempio di questi commercianti è importantissimo, perché dimostra che la strada giusta è quella di denunciare e fidarsi dello Stato, delle istituzioni territoriali e delle associazioni impegnate, con la possibilità di accedere ai fondi previsti che hanno consentito ad alcuni imprenditori vittime del racket di avviare una nuova attività e tornare a guardare al futuro”.
LE DICHIARAZIONI - Questa mattina il sindaco Antonio Decaro ha tenuto una conferenza stampa insieme a Renato De Scisciolo dell’associazione Antiracket per annunciare i nuovi controlli disposti dalla Questura sul quartiere Libertà sulla scia delle operazioni che negli ultimi giorni hanno determinato gli arresti legati al fenomeno delle estorsioni nei confronti dei commercianti del quartiere Libertà: “Le ultime operazioni di queste ore sono la dimostrazione che la “squadra Stato” c’è, e funziona. Il mio dovere di sindaco, oggi, è in primo luogo quello di ringraziare le Forze dell’ordine - la polizia, la questura, la magistratura -, i cittadini e i commercianti del quartiere Libertà che hanno reso possibile gli arresti delle ultime ore. Ancora una volta la rete della legalità di questa città ha funzionato e, grazie al lavoro sinergico svolto in questi mesi delle associazioni, in particolare quella antiracket, di concerto con la squadra mobile, le forze dell’ordine e la magistratura, i commercianti del quartiere hanno potuto liberarsi di un fenomeno che, come abbiamo detto più volte, uccide il tessuto economico e produttivo della città. Tutto è cominciato qualche mese fa, quando mi sono presentato spontaneamente in Questura dall’allora capo della Squadra mobile per denunciare ciò che accadeva in alcuni negozi del quartiere dopo la segnalazione di un commerciante che mi aveva contattato, credo anche sulla scia degli episodi precedenti, in cui, grazie alle denunce dei commercianti, altre operazioni analoghe erano andate a buon fine".
"In questa situazione, sentito il capo della Squadra mobile, - prosegue Decaro - ho contattato l’associazione Antiracket che in questi mesi ha lavorato quotidianamente accanto ai negozianti per convincerli a denunciare. Questa è la dimostrazione che se la rete della legalità diffusa, composta dalle associazioni, dalle parrocchie e dalle realtà cittadine impegnate per la legalità, che abbiamo voluto impegnare in forma permanente nel tavolo della legalità avviato ieri, funziona, i cittadini e gli operatori economici si sentono maggiormente sicuri e protetti, con il risultato che trovano il coraggio di denunciare. A queste attività si aggiungono le nuove disposizioni della Questura che ieri, nell’ambito del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica ho sollecitato, e che ha prontamente disposto un presidio territoriale permanente sul quartiere Libertà, dove ad oggi si avverte una maggiore percezione di insicurezza, e una serie di operazioni ad alto impatto che hanno anche lo scopo di incidere proprio sul senso di insicurezza che provano i cittadini. Percezione che noi non vogliamo ignorare, né sul fronte dei controlli né dei presidi, ragion per cui ho chiesto al Questore di aumentare i controlli sul fronte della gestione del territorio. Il Comune sta intervenendo con alcune iniziative: i finanziamenti per la videosorveglianza alle attività commerciali, il potenziamento dell’illuminazione pubblica, la riqualificazione di alcune aree punto di riferimento del quartiere, il contrasto ad alcuni comportamenti incivili che aumentano il degrado, come la lotta ferrea all’abbandono delle deiezioni canine per strada o all’errato conferimento dei rifiuti. Perché la percezione della sicurezza passa anche dal decoro urbano e di questo siamo sempre più convinti tanto che, grazie alla nuova norma sulla sicurezza urbana entrata in vigore qualche giorno fa, stiamo valutando di emanare alcune ordinanze mirate: la prima è sull’obbligo per i proprietari di locali sfitti di tenere in buono stato le vetrine dismesse, mentre la seconda riguarda il limite sugli orari di vendita di bevande alcoliche e sull’apertura delle stesse attività in alcune zone della città. Perché il tema della legalità può e deve essere affrontato su più fronti e, soprattutto, può essere affrontato efficacemente solo se la città resta unita. Nei prossimi mesi partiremo con altre iniziative che ci permetteranno di fare delle verifiche puntuali sulla percezione della sicurezza in città, in modo da confrontare la percezione con i reati effettivamente commessi, così da disporre di dati aggiornati, utili per costruire insieme alla Prefettura, nell’ambito del PON Legalità, il crime mapping della città e prevedere interventi puntuali e mirati”.
“Voglio ringraziare tutte le istituzioni oggi in campo sul fronte della legalità - ha commentato Renato De Scisciolo -, fenomeno inusuale in altre città. Vorrei sottolineare che le associazioni possono fare poco se i cittadini non sono supportati dalle istituzioni, come è accaduto a Bari, dove il sindaco ha accompagnato personalmente i commercianti a denunciare. Senza questo sostegno sarebbe stato difficile per noi fare il nostro lavoro. Sul quartiere Libertà abbiamo portato a termine una grossa operazione, seconda in ordine di tempo a quella con i commercianti del mercato di Santa Scolastica, e abbiamo verificato ancora una volta come sia possibile vincere la paura di denunciare se si costruisce intorno alle vittime una rete di supporto, sociale, psicologico ed economico. Ci sono altri quartieri sui quali dobbiamo lavorare ma Bari sta reagendo, sta rispondendo positivamente, si sta ribellando alle estorsioni. Come associazione Antiracket ci costituiremo parte civile anche in questo processo, e lo stesso faranno il Ministero dell’Interno, la FAI (fondazione Antiusura italiana) e, cosa ancora più importante, i commercianti vittime di estorsioni, che con la loro testimonianza daranno più forza al processo. L’esempio di questi commercianti è importantissimo, perché dimostra che la strada giusta è quella di denunciare e fidarsi dello Stato, delle istituzioni territoriali e delle associazioni impegnate, con la possibilità di accedere ai fondi previsti che hanno consentito ad alcuni imprenditori vittime del racket di avviare una nuova attività e tornare a guardare al futuro”.