ROMA - "Renzi è un tema, noi un altro. Gentiloni - sottolinea Roberto Speranza, uno dei leader di Democratici e progressisti a SkyTg24 - deve aver paura di Renzi non di Speranza. Noi cercheremo di portare nell'agenda i temi sociali ma non faremo mancare il nostro appoggio".
"Noi faremo battaglie sociali - aggiunge - ma Gentiloni non deve aver paura di noi, mentre Renzi ha un atteggiamento ambiguo. La corsa verso il voto è un tentativo di rilegittimare la sua leadership indebolita. Noi vogliamo provare a entrare nel merito dei provvedimenti e a migliorarli. A me - dice ancora Speranza - non interessa il gioco delle figurine a cui si ridurrà il congresso del Pd. A me interessa dare risposte alla gente e recuperare l'elettorato che ci ha abbandonato. Io ho deciso di non candidarmi al congresso del Pd - aggiunge - perché si tratterà solo di cercare un plebiscito per il capo, dopo quello del referendum che ha perso".
"Si tenterà solo di rilegittimare Renzi che probabilmente lo rivincerà. Il Congresso - prosegue - non nasce nel modo migliore. Noi lo avevamo chiesto per cambiare e discutere una linea politica. Alla fine è stato ridotto solo al tentativo di rilegittimare il capo. Sono tre - ricorda Speranza - i segretari del Pd che si sono dimessi: Veltroni, Bersani e Renzi. Per i primi due è stato un gesto di enorme generosità. Fecero un passo indietro par salvare la comunità. Le dimissioni di Renzi, invece, sono state un atto di egoismo. Lui non si è messo di lato come fecero loro. Anzi, probabilmente rivincerà il congresso e spaccherà ancora di più il partito. A lui importa poco che la comunità si spacchi o meno".
Intanto Renzi torna in prima serata tv dopo diverso tempo intervistato da Fabio Fazio a Che Tempo che fa: "Le Elezioni sono previste nel 2018. Punto. Se Gentiloni vorrà votare prima lo deciderà lui", ha detto l'ex premier.
"A me dispiace molto - ha aggiunto - perché abbiamo fatto di tutto per evitare che chiunque se ne andasse ma abbiamo avuto l'impressione che fosse un disegno già scritto. Scritto, ideato e prodotto da Massimo D'Alema"."Possono chiedermi di dimettermi, di rinunciare alla poltrona ma non di rinunciare a un ideale", aggiunge.
"A D'Alema dico, non scappare, vieni, corri e vediamo chi ha più consenso e più voti".
"Noi faremo battaglie sociali - aggiunge - ma Gentiloni non deve aver paura di noi, mentre Renzi ha un atteggiamento ambiguo. La corsa verso il voto è un tentativo di rilegittimare la sua leadership indebolita. Noi vogliamo provare a entrare nel merito dei provvedimenti e a migliorarli. A me - dice ancora Speranza - non interessa il gioco delle figurine a cui si ridurrà il congresso del Pd. A me interessa dare risposte alla gente e recuperare l'elettorato che ci ha abbandonato. Io ho deciso di non candidarmi al congresso del Pd - aggiunge - perché si tratterà solo di cercare un plebiscito per il capo, dopo quello del referendum che ha perso".
"Si tenterà solo di rilegittimare Renzi che probabilmente lo rivincerà. Il Congresso - prosegue - non nasce nel modo migliore. Noi lo avevamo chiesto per cambiare e discutere una linea politica. Alla fine è stato ridotto solo al tentativo di rilegittimare il capo. Sono tre - ricorda Speranza - i segretari del Pd che si sono dimessi: Veltroni, Bersani e Renzi. Per i primi due è stato un gesto di enorme generosità. Fecero un passo indietro par salvare la comunità. Le dimissioni di Renzi, invece, sono state un atto di egoismo. Lui non si è messo di lato come fecero loro. Anzi, probabilmente rivincerà il congresso e spaccherà ancora di più il partito. A lui importa poco che la comunità si spacchi o meno".
Intanto Renzi torna in prima serata tv dopo diverso tempo intervistato da Fabio Fazio a Che Tempo che fa: "Le Elezioni sono previste nel 2018. Punto. Se Gentiloni vorrà votare prima lo deciderà lui", ha detto l'ex premier.
"A me dispiace molto - ha aggiunto - perché abbiamo fatto di tutto per evitare che chiunque se ne andasse ma abbiamo avuto l'impressione che fosse un disegno già scritto. Scritto, ideato e prodotto da Massimo D'Alema"."Possono chiedermi di dimettermi, di rinunciare alla poltrona ma non di rinunciare a un ideale", aggiunge.
"A D'Alema dico, non scappare, vieni, corri e vediamo chi ha più consenso e più voti".
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