di FRANCESCO GRECO. GALLIPOLI (LE) - Da Archita da Taranto al Galateo (è il 500mo della morte), passando per messer Tafuri, sino a De Giuseppe, il genio di Terra d'Otranto (e del Mediterraneo) è da sempre polisemico. E' il suo dna, la sua koinè, la password. E vale sia per le arti e le scienze che per le classi povere: i nostri padri e nonni non facevano forse mille lavori?
Scienziata e letterata, Maria Teresa Protopapa (foto), salentina di Gallipoli, è l'ultimo esempio di genio multiforme di cui veniamo a conoscenza: è, infatti, scienziata e letterata, una di quelle presenze di cui Terra d'Otranto (che un tempo si spingeva sino a Matera), che vorrebbe uscire dalla società liquida e alienata, pregna di cinismo e volgarità e sintonizzarsi su una dimensione neo-umanistica, potrebbe contare.
Laureata in Medicina, specializzata in Chirurgia (lavora all'Asl di Lecce, frequenta il corso specialistico di secondo livello di Biomedicina Molecolare), pubblica libri scientifici (“Alleanza terapeutica contro i mali del tempo”, “Trattato sulle malattie rare”) e al contempo coltiva la passione per la scrittura, poesia (“Mi vestirò di vento”) e narrativa (“Il Duca di Biancamano”). Ma sono solo alcuni dei titoli della sua bibliografia.
DOMANDA: Come nasce la passione per la Medicina?
RISPOSTA: “E' una passione tanto vecchia, o grande, quanto lo sono io. E' nata con me come forma e cellula del mio cuore, ossia il cuore stesso. Senza cuore non si vive, e io senza la mia arte medica, e la responsabilità che la professione comporta cesserei di essere io”.
D. E per la scrittura?
R. “L'arte di dar voce all'anima attraverso i versi e la prosa sono un dono che da anni cerco di non ostentare, ma anche di non nascondere. Farei un torto a Dio e a me stessa”.
D. Di cosa parlano i suoi saggi scientifici?
R. “Spaziano in tutte le discipline medico-scientifiche: dal ramo deontologico e psicologico a quello della ricerca in ambito genetico e chirurgico, perché non si può non mettersi in gioco se si è medici, e in particolare con studi approfonditi nella fattispecie in ambito biomolecolare, come quelli che ho condotto sino allo scorso anno presso i Dream al Vito Fazzi di Lecce”.
D. Cosa vuole dare agli altri e al mondo?
R. “E' semplice: di riuscire, ascoltando le ragioni del contingente che la vita impone, e quelle semplici dell'anima, troppo spesso azzittite dal rumore dello scorrere del tempo. L'anima non segue regole temporali, ma magistrali e delicatamente velate, alla quale tutti siamo tutti chiamati liberamente ad attingere“.
Scienziata e letterata, Maria Teresa Protopapa (foto), salentina di Gallipoli, è l'ultimo esempio di genio multiforme di cui veniamo a conoscenza: è, infatti, scienziata e letterata, una di quelle presenze di cui Terra d'Otranto (che un tempo si spingeva sino a Matera), che vorrebbe uscire dalla società liquida e alienata, pregna di cinismo e volgarità e sintonizzarsi su una dimensione neo-umanistica, potrebbe contare.
Laureata in Medicina, specializzata in Chirurgia (lavora all'Asl di Lecce, frequenta il corso specialistico di secondo livello di Biomedicina Molecolare), pubblica libri scientifici (“Alleanza terapeutica contro i mali del tempo”, “Trattato sulle malattie rare”) e al contempo coltiva la passione per la scrittura, poesia (“Mi vestirò di vento”) e narrativa (“Il Duca di Biancamano”). Ma sono solo alcuni dei titoli della sua bibliografia.
DOMANDA: Come nasce la passione per la Medicina?
RISPOSTA: “E' una passione tanto vecchia, o grande, quanto lo sono io. E' nata con me come forma e cellula del mio cuore, ossia il cuore stesso. Senza cuore non si vive, e io senza la mia arte medica, e la responsabilità che la professione comporta cesserei di essere io”.
D. E per la scrittura?
R. “L'arte di dar voce all'anima attraverso i versi e la prosa sono un dono che da anni cerco di non ostentare, ma anche di non nascondere. Farei un torto a Dio e a me stessa”.
D. Di cosa parlano i suoi saggi scientifici?
R. “Spaziano in tutte le discipline medico-scientifiche: dal ramo deontologico e psicologico a quello della ricerca in ambito genetico e chirurgico, perché non si può non mettersi in gioco se si è medici, e in particolare con studi approfonditi nella fattispecie in ambito biomolecolare, come quelli che ho condotto sino allo scorso anno presso i Dream al Vito Fazzi di Lecce”.
D. Cosa vuole dare agli altri e al mondo?
R. “E' semplice: di riuscire, ascoltando le ragioni del contingente che la vita impone, e quelle semplici dell'anima, troppo spesso azzittite dal rumore dello scorrere del tempo. L'anima non segue regole temporali, ma magistrali e delicatamente velate, alla quale tutti siamo tutti chiamati liberamente ad attingere“.