BARI - Dichiarazione del consigliere Mario Pendinelli (Emiliano sindaco di Puglia). Il rinnovo dell’ AIA del cementificio Colacem di Galatina rappresenta un momento importante per approfondire il tema della tutela dell’ambiente in un’area territoriale indicata come sensibile da una serie di dati epidemiologici raccolti e pubblicati dalle strutture della Regione Puglia.
In base alla Direttiva Comunitaria 213/59/Euratom i cementifici rientrano nelle attività industriali che comportano impiego di materiali contenenti radionuclidi presenti in natura e quindi soggette a valutazione in merito alla potenziale esposizione a NORM, materiali non radioattivi che, però, contengono radionuclidi in concentrazioni superiori alla media della crosta terrestre.
Lo stabilimento Colacem produce indubbiamente un impatto sul territorio, anche perché per la produzione del cemento viene utilizzato un notevolissimo quantitativo di ceneri provenienti dalla centrale termoelettrica di Cerano.
I dati della EEA ( Europian Environmental Agency ) attribuiscono alla Colacem l’emissione di 584.000 tonnellate di CO2 e 2420 tonnellate di NOx annue con un costo dei danni sanitari prodotti stimato, sempre dalla EEA, tra i 37 e i 67 milioni di euro.
Proprio a seguito della lettura dei dati riguardanti lo stabilimento e di quelli epidemiologici più volte oggetto di riflessione e di analisi pubblica, ho deciso di chiedere, in qualità di vicepresidente della Commissione Ambiente, che tutte le strutture della Regione Puglia effettuino un approfondimento del tema ed ho chiesto una audizione della V Commissione Ambiente del Direttore Dipartimento Ecologia, Arpa Puglia, ASL di Lecce, Provincia di Lecce, Comune di Galatina, Comune di Corigliano d’ Otranto, Comune di Soleto, Comune di Cutrofiano, Comune di Sogliano Cavour.
Esistono priorità che non possono essere abbandonate, la Salute e l’Ambiente sono tra queste e devono necessariamente conciliarsi con il mondo produttivo.
In base alla Direttiva Comunitaria 213/59/Euratom i cementifici rientrano nelle attività industriali che comportano impiego di materiali contenenti radionuclidi presenti in natura e quindi soggette a valutazione in merito alla potenziale esposizione a NORM, materiali non radioattivi che, però, contengono radionuclidi in concentrazioni superiori alla media della crosta terrestre.
Lo stabilimento Colacem produce indubbiamente un impatto sul territorio, anche perché per la produzione del cemento viene utilizzato un notevolissimo quantitativo di ceneri provenienti dalla centrale termoelettrica di Cerano.
I dati della EEA ( Europian Environmental Agency ) attribuiscono alla Colacem l’emissione di 584.000 tonnellate di CO2 e 2420 tonnellate di NOx annue con un costo dei danni sanitari prodotti stimato, sempre dalla EEA, tra i 37 e i 67 milioni di euro.
Proprio a seguito della lettura dei dati riguardanti lo stabilimento e di quelli epidemiologici più volte oggetto di riflessione e di analisi pubblica, ho deciso di chiedere, in qualità di vicepresidente della Commissione Ambiente, che tutte le strutture della Regione Puglia effettuino un approfondimento del tema ed ho chiesto una audizione della V Commissione Ambiente del Direttore Dipartimento Ecologia, Arpa Puglia, ASL di Lecce, Provincia di Lecce, Comune di Galatina, Comune di Corigliano d’ Otranto, Comune di Soleto, Comune di Cutrofiano, Comune di Sogliano Cavour.
Esistono priorità che non possono essere abbandonate, la Salute e l’Ambiente sono tra queste e devono necessariamente conciliarsi con il mondo produttivo.