BARI – Le aziende pugliesi pagano, in media, 3.102 euro per l’imposta regionale sulle attività produttive (Irap). Il valore della produzione netta delle imprese ammonta a 16,2 miliardi. E’ quanto emerge da un’elaborazione del Centro Studi di Confartigianato Imprese Puglia su dati del Dipartimento delle Finanze.
In particolare, nel 2015, sono state presentante, per via telematica, ben 289.291 dichiarazioni Irap da parte di persone fisiche, società , enti che esercitano attività commerciali; persone fisiche, società semplici e quelle ad esse equiparate che esercitano attività di lavoro autonomo; produttori agricoli; enti privati non commerciali; amministrazioni pubbliche.
Rispetto all’anno precedente, sono state presentate 3.860 dichiarazioni in meno, registrando così un decremento dell’1,3 per cento (erano 293.151 nel 2014). Dalle dichiarazioni è possibile dedurre il valore della produzione che si attesta a 16,2 miliardi di euro (contro i 16,7 dell’anno precedente).
In dettaglio, le imprese in contabilità ordinaria e semplificata sono 212.426 e hanno dichiarato 15,9 miliardi. La media è di 74.877 euro (contro i 72.801 di prima); cioè il 2,9 per cento in più rispetto all’anno precedente.
Le imprese in regime forfetario sono 2.361 e hanno dichiarato 15,2 milioni. La media è di 6.438 euro.
I produttori agricoli soggetti all’Irap sono 43.528 e hanno dichiarato poco più di un miliardo. La media è di 24.244 euro (contro i 25.597 di prima). In questo caso, si registra una flessione del 5,3 per cento rispetto all’anno prima.
Gli esercenti di arti e professioni sono 26.089 e hanno dichiarato, anche loro, poco più di un miliardo. La media è di 38.583 euro (contro i 39.578 di prima). La flessione è del 2,5 per cento.
Le attività non commerciali ed istituzionali sono 2.097 e hanno dichiarato 4,3 miliardi. La media è di circa due milioni di euro per contribuente (contro 1,8 milioni dell’anno prima). L’incremento è del 10,2 per cento.
La base imponibile totale, esclusi gli enti pubblici locali, è di 11 miliardi. L’imposta netta versata dalle imprese pugliesi, esclusi gli enti pubblici locali, è di 495,3 milioni, risultante da 159.719 modelli Irap (le altre dichiarazioni riportano un saldo negativo e, dunque, considerato pari a zero).
«L’elaborazione del nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – ci consente di fare il punto su un’imposta da sempre particolarmente controversa e contestata dalle imprese, poiché calcolata al lordo dei costi sostenuti per il personale.
Bisogna dire che negli ultimi anni la situazione è migliorata: sono state infatti previste misure di progressivo alleggerimento, con l’incremento delle fattispecie di deducibilità .
Ciò nondimeno – spiega Sgherza – la pressione fiscale nel nostro Paese è ancora lontana da parametri di normalità ed anzi continua a rappresentare, specie per gli artigiani e le piccole imprese, uno dei principali ostacoli verso una ripresa stabile. In tantissimi casi è proprio il peso delle imposte a determinare il precipitare di aziende a cui basterebbe davvero un piccolo aiuto per tornare in carreggiata.
Ecco perché non possiamo che guardare con una certa invidia alla Liguria, dove nel 2016 la Regione ha addirittura deciso l’esenzione quinquennale dal pagamento dell’IRAP per tutte le nuove attività produttive nate durante l’anno.
Sarebbe bello poter contare su scelte così coraggiose anche nella nostra Regione, magari non solo con riferimento alle startup, ma anche alle tante imprese che ancora oggi versano in condizioni di particolare difficoltà . Siamo certi che misure simili costituirebbero una poderosa iniezione di fiducia anche per chi ha intenzione di investire nel nostro territorio».
In particolare, nel 2015, sono state presentante, per via telematica, ben 289.291 dichiarazioni Irap da parte di persone fisiche, società , enti che esercitano attività commerciali; persone fisiche, società semplici e quelle ad esse equiparate che esercitano attività di lavoro autonomo; produttori agricoli; enti privati non commerciali; amministrazioni pubbliche.
Rispetto all’anno precedente, sono state presentate 3.860 dichiarazioni in meno, registrando così un decremento dell’1,3 per cento (erano 293.151 nel 2014). Dalle dichiarazioni è possibile dedurre il valore della produzione che si attesta a 16,2 miliardi di euro (contro i 16,7 dell’anno precedente).
In dettaglio, le imprese in contabilità ordinaria e semplificata sono 212.426 e hanno dichiarato 15,9 miliardi. La media è di 74.877 euro (contro i 72.801 di prima); cioè il 2,9 per cento in più rispetto all’anno precedente.
Le imprese in regime forfetario sono 2.361 e hanno dichiarato 15,2 milioni. La media è di 6.438 euro.
I produttori agricoli soggetti all’Irap sono 43.528 e hanno dichiarato poco più di un miliardo. La media è di 24.244 euro (contro i 25.597 di prima). In questo caso, si registra una flessione del 5,3 per cento rispetto all’anno prima.
Gli esercenti di arti e professioni sono 26.089 e hanno dichiarato, anche loro, poco più di un miliardo. La media è di 38.583 euro (contro i 39.578 di prima). La flessione è del 2,5 per cento.
Le attività non commerciali ed istituzionali sono 2.097 e hanno dichiarato 4,3 miliardi. La media è di circa due milioni di euro per contribuente (contro 1,8 milioni dell’anno prima). L’incremento è del 10,2 per cento.
La base imponibile totale, esclusi gli enti pubblici locali, è di 11 miliardi. L’imposta netta versata dalle imprese pugliesi, esclusi gli enti pubblici locali, è di 495,3 milioni, risultante da 159.719 modelli Irap (le altre dichiarazioni riportano un saldo negativo e, dunque, considerato pari a zero).
«L’elaborazione del nostro Centro Studi regionale – commenta Francesco Sgherza, presidente di Confartigianato Imprese Puglia – ci consente di fare il punto su un’imposta da sempre particolarmente controversa e contestata dalle imprese, poiché calcolata al lordo dei costi sostenuti per il personale.
Bisogna dire che negli ultimi anni la situazione è migliorata: sono state infatti previste misure di progressivo alleggerimento, con l’incremento delle fattispecie di deducibilità .
Ciò nondimeno – spiega Sgherza – la pressione fiscale nel nostro Paese è ancora lontana da parametri di normalità ed anzi continua a rappresentare, specie per gli artigiani e le piccole imprese, uno dei principali ostacoli verso una ripresa stabile. In tantissimi casi è proprio il peso delle imposte a determinare il precipitare di aziende a cui basterebbe davvero un piccolo aiuto per tornare in carreggiata.
Ecco perché non possiamo che guardare con una certa invidia alla Liguria, dove nel 2016 la Regione ha addirittura deciso l’esenzione quinquennale dal pagamento dell’IRAP per tutte le nuove attività produttive nate durante l’anno.
Sarebbe bello poter contare su scelte così coraggiose anche nella nostra Regione, magari non solo con riferimento alle startup, ma anche alle tante imprese che ancora oggi versano in condizioni di particolare difficoltà . Siamo certi che misure simili costituirebbero una poderosa iniezione di fiducia anche per chi ha intenzione di investire nel nostro territorio».
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Economia