di VIP - Serata di grande spessore quella organizzata il 7 marzo dall’ANCRI (Associazione Nazionale Cavalieri Ordine al Merito della Repubblica) di Foggia, presieduta dal Cav. colonnello Aurelio Vietri, nella prestigiosa Sala del Tribunale di Palazzo Dogana a Foggia.
La tematica complessa, attuale ed impegnativa aveva come argomento: “IDENTITÀ E MEMORIA: da CARLO V, PRECURSORE DELL’EUROPA UNITA, AL 60° ANNIVERSARIO DEI TRATTATI DI ROMA (1957-2017)”.
Relatrice della serata la professoressa Rosa Nicoletta Tomasone, presidente del Centro Culturale “L. Einaudi” di San Severo e vice presidente europea e coordinatrice italiana della Rete di Cooperazione dell’Itinerario Culturale europeo “Le Vie di Carlo V”, cammino riconosciuto dal Consiglio d’Europa.
Il presidente Vietri, con questa cerimonia di buon compleanno dell’ANCRI, ha inteso inserire l’Associazione nel contesto europeo ed internazionale e la scelta della relatrice si inserisce nel solco della condivisione degli stessi valori: parola che racchiude scenari illimitati e schiude orizzonti cui l’umanità ha il dovere di aspirare.
La sala era gremita da un pubblico delle grandi occasioni, giunto dall’intera Puglia e dalle regioni vicine, e comprendeva Autorità civili e militari: molti i messaggi e le attestazioni di stima e condivisione. Dopo gli inni, l’ingresso in sala delle Bandiere, i saluti istituzionali, la Tomasone, con la competenza tipica dello storico di razza, ha dipanato i fili della Storia, rispettando le coordinate della tematica scelta: Identità e Memoria “…Si fa necessaria la ricerca delle nostre radici per conoscere da dove veniamo e chi siamo per capire qual è il nostro ruolo nella società e quale futuro possiamo progettare per i giovani…. Ci siamo avvalsi di un personaggio storico, grande tra i grandi, che governò dal 1516 al 1556 su un impero che non aveva mai visto il tramonto del sole, l’impero Carlo V”.
La relatrice ha citato il pensiero dello storico Franco Cardini tratto dal libro ‘Le radici perdute dell’Europa da Carlo V ai conflitti mondiali’ (Mondadori 2006) che definisce Carlo V “…precursore dell’Europa unita, ultima ipotesi concreta per una unificazione europea che avrebbe forse evitato la stagione degli stati nazionali e il disastro delle due guerre mondiali”.
Ha continuato la Tomasone nella sua appassionata analisi “In questo particolare momento storico, che vede a rischio l’unità europea, urge riflettere sul perché oggi si torna a guardare all’Europa con strumenti ideologici, politici e diplomatici di stampo nazionalistico, mentre i nostri padri dalle sconfitte hanno sognato un mondo di pace e di non perdenti”. Nel prosieguo ha poi messo in evidenza la modernità del pensiero di Carlo V sotto aspetti diversi e l’attualità delle problematiche, di cui alcune mai risolte come il nodo dell’Europa unita e le guerre nel Mediterraneo, che si pensavano concluse con la battaglia di Lepanto, e sono vive ancora oggi anche se sotto sembianze diverse. “Si impone una più approfondita conoscenza delle dinamiche che caratterizzarono un periodo storico che ci riguarda tutti sia perché ne abbiamo subito la dominazione, sia perché portiamo i segni di una profonda identità culturale, sia perché siamo chiamati a confrontarci con chi ogni giorno attraversa il continente liquido che chiamiamo Mediterraneo”.
La professoressa, nel soffermarsi sull’importanza della MEMORIA, considerata una categoria della conoscenza, ha citato lo storico Paolo Mieli ed il suo lavoro “In guerra con il passato”, in cui sostiene che “…niente è più moderno della MEMORIA, unica promessa di permanenza a nostra disposizione, è attraverso la memoria che cerchiamo di riconciliarci con il nostro passato, con il mondo che abbiamo perduto e con le tracce misteriose che conservano il segreto della nostra identità. Ed è la memoria che rende il presente a se stesso e ci permette di preparare l’avvenire”
Con una precisione e scrupolosità ‘garganica’ il commendatore (la Tomasone è insignita di questo titolo) ha presentato le tracce dell’idea di Europa unita nella storia e nei suoi protagonisti, ha analizzato gli elementi comuni in cui i vari popoli possano riconoscersi, concludendo che l’unico elemento che ci accomuna è “la pluralità delle idee che favorisce la libertà di ciascuno nel pensiero e nel giudizio”, concetto sostenuto dal filosofo bulgaro, da poco scomparso, Tzvetan Todorov.
Senza esitazione e voli pindarici la Tomasone ha analizzato i sogni infranti della politica che hanno portato a deviare il corso della storia: dalla Pace sempre difficile da raggiungere ai conflitti mondiali ed all’esigenza di un processo di integrazione europea sentita dai nostri Padri, dopo la seconda guerra mondiale, per prevenire nuovi conflitti in Europa, riavvicinando Francia e Germania, i maggiori antagonisti continentali delle due guerre mondiali. Processo di integrazione che trovò la sua realizzazione con diversi Trattati, sottoscritti dall’aprile 1951 a Parigi, dalla Conferenza di Messina del 1955, fino ad arrivare al 25 MARZO 1957 con il TRATTATO DI ROMA e al trattato di Lisbona del 2009.
Il 25 marzo 2017 a Roma si celebrerà il 60° anniversario dell’Europa Unita fra un coacervo di problemi, dubbi ed incertezze, ma anche fra tante speranze. La Tomasone ha ricordato la proposta di Antonio Armellini (ambasciatore e collaboratore di Altiero Spinelli) e di Gerardo Mombelli (impegnato da oltre 30 anni nelle istituzioni comunitarie) esibita nel libro “Né centauro né chimera”. Come agire oggi che gli inquilini che abitano l’Europa hanno idee tanto diverse sul futuro? “Chi rivendica la centralità della costruzione di una entità politica sovranazionale, posizione messa in difficoltà dagli euroscettici; chi parla di collaborazione tra Stati sovrani, mentre i Paesi dell’Est guardano al mercato ed alla salvaguardia dell’identità nazionale…”. In questo panorama cosa sarà della casa comune europea e dopo l’incontro di Versailles tra Italia, Francia, Spagna e Germania si parlerà ancora di Europa unita o solo di velocità e di stampelle? E che fine faranno i Trattati?
Dopo queste considerazioni la Tomasone ha presentato l’ITINERARIO EUROPEO “Le Vie di Carlo V” e le sue ricadute sui nostri territori in termine di promozione culturale, turistica, economica, sociale (scusate se è poca cosa!).
La serata che si era aperta con la sfilata di una delegazione del Corteo Storico del Centro L. Einaudi per il centro cittadino, si è conclusa con la rappresentazione de “Il caso Tiberio de Lisolis e gli umori del popolo” messo in scena dalla Compagnia teatrale “La finestra della cultura” operante nello stesso Centro.
Probabilmente la soluzione del problema sta in quella via di mezzo che non si può chiamare virtù, ma è figlia di una considerazione che l’Europa dovrà affrontare senza ‘barare’: quando si parla di uguaglianza di solito NOI (plurale maiestatis) la vogliamo soltanto con i nostri superiori.
La tematica complessa, attuale ed impegnativa aveva come argomento: “IDENTITÀ E MEMORIA: da CARLO V, PRECURSORE DELL’EUROPA UNITA, AL 60° ANNIVERSARIO DEI TRATTATI DI ROMA (1957-2017)”.
Relatrice della serata la professoressa Rosa Nicoletta Tomasone, presidente del Centro Culturale “L. Einaudi” di San Severo e vice presidente europea e coordinatrice italiana della Rete di Cooperazione dell’Itinerario Culturale europeo “Le Vie di Carlo V”, cammino riconosciuto dal Consiglio d’Europa.
Il presidente Vietri, con questa cerimonia di buon compleanno dell’ANCRI, ha inteso inserire l’Associazione nel contesto europeo ed internazionale e la scelta della relatrice si inserisce nel solco della condivisione degli stessi valori: parola che racchiude scenari illimitati e schiude orizzonti cui l’umanità ha il dovere di aspirare.
La sala era gremita da un pubblico delle grandi occasioni, giunto dall’intera Puglia e dalle regioni vicine, e comprendeva Autorità civili e militari: molti i messaggi e le attestazioni di stima e condivisione. Dopo gli inni, l’ingresso in sala delle Bandiere, i saluti istituzionali, la Tomasone, con la competenza tipica dello storico di razza, ha dipanato i fili della Storia, rispettando le coordinate della tematica scelta: Identità e Memoria “…Si fa necessaria la ricerca delle nostre radici per conoscere da dove veniamo e chi siamo per capire qual è il nostro ruolo nella società e quale futuro possiamo progettare per i giovani…. Ci siamo avvalsi di un personaggio storico, grande tra i grandi, che governò dal 1516 al 1556 su un impero che non aveva mai visto il tramonto del sole, l’impero Carlo V”.
La relatrice ha citato il pensiero dello storico Franco Cardini tratto dal libro ‘Le radici perdute dell’Europa da Carlo V ai conflitti mondiali’ (Mondadori 2006) che definisce Carlo V “…precursore dell’Europa unita, ultima ipotesi concreta per una unificazione europea che avrebbe forse evitato la stagione degli stati nazionali e il disastro delle due guerre mondiali”.
Ha continuato la Tomasone nella sua appassionata analisi “In questo particolare momento storico, che vede a rischio l’unità europea, urge riflettere sul perché oggi si torna a guardare all’Europa con strumenti ideologici, politici e diplomatici di stampo nazionalistico, mentre i nostri padri dalle sconfitte hanno sognato un mondo di pace e di non perdenti”. Nel prosieguo ha poi messo in evidenza la modernità del pensiero di Carlo V sotto aspetti diversi e l’attualità delle problematiche, di cui alcune mai risolte come il nodo dell’Europa unita e le guerre nel Mediterraneo, che si pensavano concluse con la battaglia di Lepanto, e sono vive ancora oggi anche se sotto sembianze diverse. “Si impone una più approfondita conoscenza delle dinamiche che caratterizzarono un periodo storico che ci riguarda tutti sia perché ne abbiamo subito la dominazione, sia perché portiamo i segni di una profonda identità culturale, sia perché siamo chiamati a confrontarci con chi ogni giorno attraversa il continente liquido che chiamiamo Mediterraneo”.
La professoressa, nel soffermarsi sull’importanza della MEMORIA, considerata una categoria della conoscenza, ha citato lo storico Paolo Mieli ed il suo lavoro “In guerra con il passato”, in cui sostiene che “…niente è più moderno della MEMORIA, unica promessa di permanenza a nostra disposizione, è attraverso la memoria che cerchiamo di riconciliarci con il nostro passato, con il mondo che abbiamo perduto e con le tracce misteriose che conservano il segreto della nostra identità. Ed è la memoria che rende il presente a se stesso e ci permette di preparare l’avvenire”
Con una precisione e scrupolosità ‘garganica’ il commendatore (la Tomasone è insignita di questo titolo) ha presentato le tracce dell’idea di Europa unita nella storia e nei suoi protagonisti, ha analizzato gli elementi comuni in cui i vari popoli possano riconoscersi, concludendo che l’unico elemento che ci accomuna è “la pluralità delle idee che favorisce la libertà di ciascuno nel pensiero e nel giudizio”, concetto sostenuto dal filosofo bulgaro, da poco scomparso, Tzvetan Todorov.
Senza esitazione e voli pindarici la Tomasone ha analizzato i sogni infranti della politica che hanno portato a deviare il corso della storia: dalla Pace sempre difficile da raggiungere ai conflitti mondiali ed all’esigenza di un processo di integrazione europea sentita dai nostri Padri, dopo la seconda guerra mondiale, per prevenire nuovi conflitti in Europa, riavvicinando Francia e Germania, i maggiori antagonisti continentali delle due guerre mondiali. Processo di integrazione che trovò la sua realizzazione con diversi Trattati, sottoscritti dall’aprile 1951 a Parigi, dalla Conferenza di Messina del 1955, fino ad arrivare al 25 MARZO 1957 con il TRATTATO DI ROMA e al trattato di Lisbona del 2009.
Il 25 marzo 2017 a Roma si celebrerà il 60° anniversario dell’Europa Unita fra un coacervo di problemi, dubbi ed incertezze, ma anche fra tante speranze. La Tomasone ha ricordato la proposta di Antonio Armellini (ambasciatore e collaboratore di Altiero Spinelli) e di Gerardo Mombelli (impegnato da oltre 30 anni nelle istituzioni comunitarie) esibita nel libro “Né centauro né chimera”. Come agire oggi che gli inquilini che abitano l’Europa hanno idee tanto diverse sul futuro? “Chi rivendica la centralità della costruzione di una entità politica sovranazionale, posizione messa in difficoltà dagli euroscettici; chi parla di collaborazione tra Stati sovrani, mentre i Paesi dell’Est guardano al mercato ed alla salvaguardia dell’identità nazionale…”. In questo panorama cosa sarà della casa comune europea e dopo l’incontro di Versailles tra Italia, Francia, Spagna e Germania si parlerà ancora di Europa unita o solo di velocità e di stampelle? E che fine faranno i Trattati?
Dopo queste considerazioni la Tomasone ha presentato l’ITINERARIO EUROPEO “Le Vie di Carlo V” e le sue ricadute sui nostri territori in termine di promozione culturale, turistica, economica, sociale (scusate se è poca cosa!).
La serata che si era aperta con la sfilata di una delegazione del Corteo Storico del Centro L. Einaudi per il centro cittadino, si è conclusa con la rappresentazione de “Il caso Tiberio de Lisolis e gli umori del popolo” messo in scena dalla Compagnia teatrale “La finestra della cultura” operante nello stesso Centro.
Probabilmente la soluzione del problema sta in quella via di mezzo che non si può chiamare virtù, ma è figlia di una considerazione che l’Europa dovrà affrontare senza ‘barare’: quando si parla di uguaglianza di solito NOI (plurale maiestatis) la vogliamo soltanto con i nostri superiori.
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