ROMA - Il Partito Democratico deve “rivendicare il futuro” come cifra della sinistra, e non rassegnarsi a che “la paura sia l’arma elettorale degli altri e il tema dominante”. Così Matteo Renzi, aprendo al Lingotto di Torino la sua campagna congressuale per la segreteria del Pd.
“Cosa è di sinistra? Combattere le ingiustizie, lottare per l’eguaglianza, promuovere capitale umano. Tutte questioni sacrosante. Ma nel tempo che stiamo vivendo, la caratteristica del nostro partito credo debba essere diversa. Non solo queste – ha detto Renzi – ma innazitutto rivendicare il futuro da questa parte del campo. E non è facile, perché il futuro fa paura, incute terrore, se hai in casa un 53enne che ha perso il posto di lavoro. La sfida è che non possiamo accettare che la paura sia l’arma elettorale degli altri, perchè se diventa il tema dominante del dibattito elettorale perdiamo, in Italia, in Europa, negli Usa e nel Sud-Est asiatico. Se il gioco è soltanto sulla paura non abbiamo chance”. E allora “noi abbiamo la responsabilità e il dovere di fare tesoro degli errori commessi, rilanciare su valori e ideali, e restituire una speranza al nostro Paese”.
“Qui al lingotto di Torino, Veltroni volle il primo atto del nuovo pd. Ma non siamo in un luogo della nostalgia, non può essere questo il collante. Siamo qui per rivendicare il domani, dicendo che il diritto all’eredità si conquista lottando, non rimpiangendo. C’è una differenza tra essere eredi ed essere ‘reduci’. Noi vogliamo essere eredi, altrimenti, il futuro appartiene a chi dice solo no, che sa solo contestare” ha aggiunto l'ex premier.
“Cosa è di sinistra? Combattere le ingiustizie, lottare per l’eguaglianza, promuovere capitale umano. Tutte questioni sacrosante. Ma nel tempo che stiamo vivendo, la caratteristica del nostro partito credo debba essere diversa. Non solo queste – ha detto Renzi – ma innazitutto rivendicare il futuro da questa parte del campo. E non è facile, perché il futuro fa paura, incute terrore, se hai in casa un 53enne che ha perso il posto di lavoro. La sfida è che non possiamo accettare che la paura sia l’arma elettorale degli altri, perchè se diventa il tema dominante del dibattito elettorale perdiamo, in Italia, in Europa, negli Usa e nel Sud-Est asiatico. Se il gioco è soltanto sulla paura non abbiamo chance”. E allora “noi abbiamo la responsabilità e il dovere di fare tesoro degli errori commessi, rilanciare su valori e ideali, e restituire una speranza al nostro Paese”.
“Qui al lingotto di Torino, Veltroni volle il primo atto del nuovo pd. Ma non siamo in un luogo della nostalgia, non può essere questo il collante. Siamo qui per rivendicare il domani, dicendo che il diritto all’eredità si conquista lottando, non rimpiangendo. C’è una differenza tra essere eredi ed essere ‘reduci’. Noi vogliamo essere eredi, altrimenti, il futuro appartiene a chi dice solo no, che sa solo contestare” ha aggiunto l'ex premier.
"Questo - dice Renzi - è un popolo che non parla mai male degli altri ed il primo messaggio è per Orlando e Emiliano, a loro auguro buon lavoro e l'assicurazione che da parte nostra mai una polemica ad personam come quelle che abbiamo subito noi per settimane. Dobbiamo ripartire dopo il brusco stop del referendum ma anche rispetto al post referendum. Sembra che qualcuno sogni di riportare indietro le lancette della storia. Ma noi abbiamo la responsabilità di fare tesoro degli errori, rilanciare sugli ideali e i contenuti e restituire una speranza al Paese. Ripartiamo dai luoghi che hanno segnato la nostra storia e tradizione. Il futuro - sottolinea Renzi - non va più di moda ma è la nostra sfida, la paura è l'arma elettorale degli altri. Qui Veltroni - ricorda l'ex premier - volle il primo atto del nuovo Pd ma noi non siamo in un luogo della nostalgia, non pensiamo che il collante possa essere la nostalgia. Siamo qui per rivendicare il domani riconoscendo che il diritto alla verità si conquista lottando, c'è una differenza tra essere eredi e essere reduci. Vogliamo ricostruire un orizzonte di speranza concreto sennò il futuro appartiene solo a chi dice solo di no. Se non lo facciamo noi non lo faranno altri".
Il governatore pugliese Michele Emiliano, candidato alla segreteria nazionale del partito democratico, sarà oggi, sabato 11 marzo, a Napoli. Dalle 10 alle 14, presso l'Antisala dei Baroni al Maschio Angioino, parteciperà all'Assemblea nazionale di "Green Italia".
Con Emiliano, si confronteranno sul tema "Lavoro e rinascimento industriale. Il green new deal, il progetto politico" il sindaco Luigi De Magistris, il segretario di Possibile Pippo Civati, Luana Zanella dei Verdi Italiani e le presidenti di Wwf e Legambiente, Donatella Bianchi e Rossella Muroni.