di NICOLA ZUCCARO - Il 15 aprile 1967 muore a Roma per le complicazioni di un malore Antonio De Curtis, in arte Totò. Soprannominato il 'Principe della risata' (soprannome dettato dal menzionato titolo nobiliare acquisito in età adulta) riuscì con le sue pellicole a descrivere l'Italia nella sua evoluzione morale e sociale, dagli anni della Seconda Guerra Mondiale con 'I Due Marescialli' (1961), passando per quelli difficili della ricostruzione con 'Guardie e ladri' (1951) e terminando con quelli del Miracolo economico.
Da 'Totò Truffa' (1962) a 'Uccellini e Uccellacci' (1966), diretto da Pier Paolo Pasolini. Il suo successo cinematografico fu anche determinato dall'apporto di Nino Taranto, Aldo Fabrizi e Peppino De Filippo, riconosciute quali sue spalle. Dalla critica cinematografica e dal pubblico. Per quest'ultimo, a 50 anni dalla sua scomparsa, Totò vive ancora per mezzo dei suoi film.