ROMA - "Che Macron sia l'argine ai populismi è una banale dichiarazione che Renzi rilascia dopo avere persino copiato lo slogan del leader centrista francese. Ma non credo che il successo di Macron corrisponda ad una crisi dei partiti tradizionali che prescinda dagli errori nell'individuare la giusta leadership di queste formazioni politiche". Lo scrive sulla sua pagina Facebook, Michele Emiliano candidato segretario nazionale PD.
"Il partito socialista, infatti - spiega Emiliano- si è dissolto non per ragioni storiche ineluttabili, ma solo perché Hollande è stato un pessimo presidente e Hamon, che ha vinto le primarie, non ha avuto il tempo e la forza di rimediare agli errori commessi da Hollande. La destra peggio ancora, Fillon che batte Sarkozy alle primarie, era pieno di scandali familistici e non avrebbe mai potuto vincere. I populismi avanzano solo davanti a leadership e prassi politiche sbagliate, non credibili ed opache dei partiti riformisti. Mélenchon ottiene uno strepitoso risultato personale per la sua credibilità e per l'attenzione verso gli ultimi sella società francese, per la sua capacità di legare i francesi in un progetto di società fondato su uguaglianza e protezione di chi non conta nulla. Macron deve costruire adesso una coalizione che tenga al suo interno la sinistra francese, senza commettere l'errore del PD italiano, gestione Renzi, di pensare di poter sostituire Forza Italia spogliandola del suo elettorato abbandonando nell'area del non voto o peggio al M5S gli elettori della sinistra rimasti senza riferimento. La pericolosa frammentazione della società francese, infatti, non consente i calcoli arroganti, clientelari e di potere portati avanti dal PD renziano e conclusisi con la disfatta referendaria. Al ballottaggio non è importante solo vincere per Macron, ma anche costruire una coalizione ed una comunità di persone che corrisponda a quella coalizione come un progetto condiviso e realmente partecipato. Se pensasse alla Renzi di vincere da solo come diavolo farà a tenere unito il paese sulle grandi scelte sociali ed economiche? Dal terrorismo, all'Europa, dalle periferie alle politiche sul lavoro, la Francia - come l'Italia nei tre anni passati - senza governi seri e vasti di coalizione rischia di ritrovarsi nel caos. Il ballottaggio assicura a uno dei due di vincere, ma sarà sempre un partito ed un leader che nella società ha avuto il 22/23%. Da segretario del PD mi piacerebbe lavorare con Macron alla costruzione degli Stati Uniti di Europa. Noi siamo quelli che vogliono mettere insieme tutto: dalla difesa alla giustizia, passando per un bilancio vero con fisco, welfare e politiche per gli investimenti. Renzi continua a pretendere solo qualche zero virgola di flessibilità . Un giorno si arrabbia e un giorno fa gli accordi. Ma questo provinciale tatticismo viene ignorato e ridicolizzato in Europa come un patetico espediente senza prospettiva".
"Il partito socialista, infatti - spiega Emiliano- si è dissolto non per ragioni storiche ineluttabili, ma solo perché Hollande è stato un pessimo presidente e Hamon, che ha vinto le primarie, non ha avuto il tempo e la forza di rimediare agli errori commessi da Hollande. La destra peggio ancora, Fillon che batte Sarkozy alle primarie, era pieno di scandali familistici e non avrebbe mai potuto vincere. I populismi avanzano solo davanti a leadership e prassi politiche sbagliate, non credibili ed opache dei partiti riformisti. Mélenchon ottiene uno strepitoso risultato personale per la sua credibilità e per l'attenzione verso gli ultimi sella società francese, per la sua capacità di legare i francesi in un progetto di società fondato su uguaglianza e protezione di chi non conta nulla. Macron deve costruire adesso una coalizione che tenga al suo interno la sinistra francese, senza commettere l'errore del PD italiano, gestione Renzi, di pensare di poter sostituire Forza Italia spogliandola del suo elettorato abbandonando nell'area del non voto o peggio al M5S gli elettori della sinistra rimasti senza riferimento. La pericolosa frammentazione della società francese, infatti, non consente i calcoli arroganti, clientelari e di potere portati avanti dal PD renziano e conclusisi con la disfatta referendaria. Al ballottaggio non è importante solo vincere per Macron, ma anche costruire una coalizione ed una comunità di persone che corrisponda a quella coalizione come un progetto condiviso e realmente partecipato. Se pensasse alla Renzi di vincere da solo come diavolo farà a tenere unito il paese sulle grandi scelte sociali ed economiche? Dal terrorismo, all'Europa, dalle periferie alle politiche sul lavoro, la Francia - come l'Italia nei tre anni passati - senza governi seri e vasti di coalizione rischia di ritrovarsi nel caos. Il ballottaggio assicura a uno dei due di vincere, ma sarà sempre un partito ed un leader che nella società ha avuto il 22/23%. Da segretario del PD mi piacerebbe lavorare con Macron alla costruzione degli Stati Uniti di Europa. Noi siamo quelli che vogliono mettere insieme tutto: dalla difesa alla giustizia, passando per un bilancio vero con fisco, welfare e politiche per gli investimenti. Renzi continua a pretendere solo qualche zero virgola di flessibilità . Un giorno si arrabbia e un giorno fa gli accordi. Ma questo provinciale tatticismo viene ignorato e ridicolizzato in Europa come un patetico espediente senza prospettiva".
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