BARI - "Sentire parlare di correttezza amministrativa e di piene garanzie ambientali, di fronte al dramma rappresentato dall'espianto di centinaia di piante di alberi di ulivo secolari, pare davvero improprio e surreale. Mentre il ministro Galletti invoca la ragion di Stato, per la realizzazione di un gasdotto che rafforzerà esclusivamente la dipendenza energetica italiana dall'estero, in questo caso dai giacimenti dell'Azeirbaigian, il ministro dell'agricoltura Martina non interviene in una questione che lo riguarda invece da vicino. Dove finiranno, secondo progetto, i 211 ulivi? Quale danno si creerà ad un'economia locale incentrata proprio su una produzione agricola di altissimo livello? Il paesaggio storico salentino rischia di essere irrimediabilmente deturpato, per colpa di un governo irresponsabile. Gli antichi greci punivano con la morte chi uccideva un albero di ulivo, noi li sacrifichiamo per poi nasconderci dietro a un dito. Dimenticando volutamente, non con colpa ma con dolo, che potremmo produrre in piena autonomia energia pulita, nella terra del sole e del vento, scegliendo l'unica strada possibile, quella della tutela di ciò che siamo", lo dice l'onorevole Vincenza Labriola del Gruppo Misto alla Camera dei Deputati.