Fondi Ue, M5S: "Ritardi in Puglia e nel Sud potevano essere evitati"
BARI - "Avevo denunciato da tempo i ritardi della Puglia e delle altre regioni del Sud a mettersi al passo con le nuove norme sui fondi Ue. Ma sia il governo Renzi-Gentiloni, sia i presidenti delle regioni del Mezzogiorno (tutti in quota Pd), hanno fatto orecchie da mercante. Con il risultato che a tre anni dall'avvio della nuova programmazione, la spesa è pari a 0 in Puglia e quasi nulla nel resto del Sud. Una dimostrazione di incapacità politica e amministrativa. Ma soprattutto uno schiaffo in faccia ai cittadini alle prese con la crescente povertà del Paese". Lo dice la capodelegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, Rosa D'Amato, che aggiunge: "Adeguarsi alle nuove norme non era poi cosi' complicato, visto che altre regioni europee lo hanno fatto tranquillamente. Bastava nominare le nuove autorità di gestione".
"Detto questo - prosegue - l'Italia deve fare i conti con un'altra grave emergenza sui fondi Ue. Al 31 marzo 2017, infatti, tra fondi FESR e FSE, la Commissione europea non ha ancora rimborsato 2 miliardi e 265 milioni della vecchia programmazione 2007-2013. Come mai? Di sicuro, pesano i ritardi con cui l'Italia, soprattutto le regioni del Sud, hanno utilizzato queste risorse. Per evitare il rischio di perderle, si è fatto ricorso massiccio ai cosiddetti 'progetti sponda' o coerenti, un trucchetto per spendere i soldi europei subito, ma in maniera inappropriata. Questa operazione cerca di 'salvare il salvabile' ma è la conseguenza di una programmazione fatta male e porta quasi sempre solo opere che non servono al territorio. E' spreco di denaro pubblico".
D'Amato conclude: "Sorveglieremo lo stato dei pagamenti, in particolare sul FSE Calabria 2007-13 (per adesso, la percentuale dei pagamenti è ferma al 67,05%) e per il PON Ricerca e Competitività (74% dei pagamenti, con ben 801 milioni totali ancora da liquidare). I cittadini non possono pagare per l'incapacità e la cattiva amministrazione della solita politica arraffona e clientelare".
"Detto questo - prosegue - l'Italia deve fare i conti con un'altra grave emergenza sui fondi Ue. Al 31 marzo 2017, infatti, tra fondi FESR e FSE, la Commissione europea non ha ancora rimborsato 2 miliardi e 265 milioni della vecchia programmazione 2007-2013. Come mai? Di sicuro, pesano i ritardi con cui l'Italia, soprattutto le regioni del Sud, hanno utilizzato queste risorse. Per evitare il rischio di perderle, si è fatto ricorso massiccio ai cosiddetti 'progetti sponda' o coerenti, un trucchetto per spendere i soldi europei subito, ma in maniera inappropriata. Questa operazione cerca di 'salvare il salvabile' ma è la conseguenza di una programmazione fatta male e porta quasi sempre solo opere che non servono al territorio. E' spreco di denaro pubblico".
D'Amato conclude: "Sorveglieremo lo stato dei pagamenti, in particolare sul FSE Calabria 2007-13 (per adesso, la percentuale dei pagamenti è ferma al 67,05%) e per il PON Ricerca e Competitività (74% dei pagamenti, con ben 801 milioni totali ancora da liquidare). I cittadini non possono pagare per l'incapacità e la cattiva amministrazione della solita politica arraffona e clientelare".