OPINIONI. Sanità, nasce ‘zoppa’ la cabina di regia pugliese per la lotta al cancro
di VITTORIO POLITO - Nasce 'zoppa' la cabina di regia per la lotta al cancro, voluta dall’amministrazione Emiliano, per il coordinamento della gestione della rete oncologica pugliese, che dovrebbe evitare le 'migrazioni sanitarie' e migliorare i servizi utili ai pazienti portatori di tumori.
La 'regia', che comprende anche il Policlinico di Bari, non può essere avviata dal momento che il maggiore ospedale pugliese non ha ancora funzionante la radioterapia e l’acceleratore lineare, la cui apertura è promessa da anni dal direttore generale dello stesso Policlinico, Dattoli, e dall’ex assessore alla sanità regionale, Pentassuglia, che hanno rilasciato interviste e quant’altro, sull’imminente (?) disponibilità dei servizi citati ma, ad oggi, a distanza di oltre tre anni, nulla è attivo.
Il Policlinico, pur disponendo di apparecchiature per la radioterapia cosiddette di 'nuova generazione', sta facendo in modo che esse diventino di 'vecchia generazione' per il continuo progresso che avviene in questo campo, preferendo, forse, interessarsi ad altri problemi come il parcheggio interno, a pali, paletti e sbarre che aumentano di giorno in giorno nell’area ospedaliera, ecc. E il personale addetto alla radioterapia (chiusa) che fa nel frattempo?
Quali sono i motivi di questo annoso ritardo nell’apertura del reparto di radioterapia del nosocomio barese? Ed il presidente della Regione (e assessore alla sanità), in tutt’altre faccende affaccendato, cosa fa per sollecitare l’apertura del servizio citato? Sta di fatto che i portatori di tumore che hanno bisogno di radioterapia, sono costretti comunque a 'migrare' per sottoporsi alle terapie radianti, con tutti i problemi inerenti allo spostarsi in altre città.
Come fa il 'Giovanni Paolo II' a controllare, stando così le cose, casi e qualità delle cure?
C’è qualche 'addetto ai lavori' in grado di dare risposte ai quesiti posti, considerando che i tumori non attendono?
La 'regia', che comprende anche il Policlinico di Bari, non può essere avviata dal momento che il maggiore ospedale pugliese non ha ancora funzionante la radioterapia e l’acceleratore lineare, la cui apertura è promessa da anni dal direttore generale dello stesso Policlinico, Dattoli, e dall’ex assessore alla sanità regionale, Pentassuglia, che hanno rilasciato interviste e quant’altro, sull’imminente (?) disponibilità dei servizi citati ma, ad oggi, a distanza di oltre tre anni, nulla è attivo.
Il Policlinico, pur disponendo di apparecchiature per la radioterapia cosiddette di 'nuova generazione', sta facendo in modo che esse diventino di 'vecchia generazione' per il continuo progresso che avviene in questo campo, preferendo, forse, interessarsi ad altri problemi come il parcheggio interno, a pali, paletti e sbarre che aumentano di giorno in giorno nell’area ospedaliera, ecc. E il personale addetto alla radioterapia (chiusa) che fa nel frattempo?
Quali sono i motivi di questo annoso ritardo nell’apertura del reparto di radioterapia del nosocomio barese? Ed il presidente della Regione (e assessore alla sanità), in tutt’altre faccende affaccendato, cosa fa per sollecitare l’apertura del servizio citato? Sta di fatto che i portatori di tumore che hanno bisogno di radioterapia, sono costretti comunque a 'migrare' per sottoporsi alle terapie radianti, con tutti i problemi inerenti allo spostarsi in altre città.
Come fa il 'Giovanni Paolo II' a controllare, stando così le cose, casi e qualità delle cure?
C’è qualche 'addetto ai lavori' in grado di dare risposte ai quesiti posti, considerando che i tumori non attendono?