BARI - “La decisione del TAR del Lazio in merito all’espianto degli ulivi secolari del salento, che ha respinto il ricorso presentato dalla regione Puglia, mi lascia alquanto interdetta e preoccupata. Se il passaggio del gasdotto in quel fazzoletto di terra è considerato strategico per lo Stato, mi chiedo come non debba essere considerata almeno altrettanto strategica la necessità di tutelare un patrimonio naturalistico unico al mondo. Nelle radici di quelle 211 piante di ulivo, al centro di una vera e propria battaglia legale, c’è la storia della nostra terra, che proprio grazie al prodotto agricolo, olio d’oliva in primis, è conosciuta in ogni angolo del globo. Elemento che nei palazzi governativi viene considerato però sacrificabile. Roma, e ne abbiamo ormai da tempo la prova, non si pone alcun problema nel decidere, senza confronto e senza alcuna lungimiranza, sulle sue periferie, o meglio, come si sarebbe detto due millenni fa, sulle sue province. La Puglia non vuole e non può pagare la miopia romana”, lo dichiara l’onorevole Vincenza Labriola del Gruppo Misto alla Camera dei Deputati.