ROMA - Il Tar del Lazio respinge il ricorso della Regione Puglia per ottenere l'annullamento delle note del Ministero dell'Ambiente che autorizzava il Tap all'espianto degli ulivi nell'area del cantiere per il gasdotto. Il Tar nei giorni scorsi aveva sospeso l'efficacia della nota, ma ora ha respinto il ricorso.
Lo scorso sei aprile la terza sezione del Tribunale amministrativo del Lazio, con decreto 01753/2017, si legge nel provvedimento, aveva accolto l'istanza presentata dalla Regione Puglia "per l'annullamento, previa sospensione, della nota del Ministero dell'Ambiente del 27 marzo scorso" con cui è stata dichiarata pienamente ottemperata la prescrizione "A44".
A seguito della sospensiva il consorzio Tap aveva fermato le operazioni di espianto degli alberi, che avaveno portato a diverse proteste e a scontri con la polizia, fino a oggi. Anche se di fatto da rimuovere ne restavano solo 43, di cui molti già espiantati ma rimasti nel cantiere a causa delle proteste.
Questa prescrizione è riferita alla cosiddetta fase 0 dei lavori e autorizza Tap, il consorzio a cui fa capo la realizzazione del gasdotto, a espiantare gli ulivi nell'area del cantiere. Ieri il Tar ha riesaminato l'intera questione nel merito, in camera di consiglio, e ha deciso di respingere il ricorso.
Emiliano: "Andremo avanti" - “Andremo avanti perché crediamo fermamente che sia ingiusto che la Tap approdi in una delle spiagge più belle d’Europa e che si debbano costruire chilometri di gasdotto sotto il maggiore giardino di ulivi d’Italia”.
Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, prendendo atto della sentenza del Tar Lazio che respinge il ricorso della Regione contro l’espianto degli ulivi per la realizzazione del cantiere Tap.
“Continueremo – ha aggiunto – a porre il problema in tutte le sedi, a partire dalla Corte Costituzionale dove pende il giudizio sulla partecipazione della Regione Puglia all’iter decisionale”.
“Siamo convinti – ha detto infine Emiliano – che il tema dell’idoneità tecnica dell’approdo a San Foca non sia derubricabile a un semplice vezzo degli ambientalisti, ma che sia una delle questioni fondanti del rapporto tra sviluppo e identità di un territorio, come quello salentino, che non può essere appaltato a decisioni che vengono da lontano.
Intendiamo proseguire nel proporre soluzioni alternative che permettano la salvaguardia del territorio insieme all’implementazione delle necessità energetiche nazionali, cui la Puglia da sempre contribuisce massivamente”.
M5S: "Tar Lazio conferma le enormi responsabilità della Regione Puglia” - “La sentenza del TAR Lazio conferma purtroppo ciò che già avevamo compreso da tempo: le responsabilità della Regione Puglia sull’avanzamento del progetto TAP sono enormi” lo dichiara il consigliere regionale salentino del M5S Antonio Trevisi che prosegue: “Basta leggere le motivazioni della odierna sentenza del TAR Lazio per capire che la Regione Puglia sta conducendo, dai tempi di Vendola fino ad oggi, solo una finta guerra contro il gasdotto TAP. Senza i cittadini nel presidio e il M5S nelle istituzioni la multinazionale svizzera TAP sarebbe, con tanto di tappeto rosso, già padrone del futuro delle nostre coste e del nostro paesaggio.”
Il consigliere cinquestelle evidenzia i passaggi della sentenza del TAR Lazio, nei quali si sottolineano responsabilità dell’ente regionale che, con diverse azioni fatte in passato, ha finito per delegittimare le sue stesse censure proposte nell’ultimo ricorso: dapprima rimettendo, in precedenti note interlocutorie, le valutazioni finali al Ministero pur essendo la stessa Regione ente vigilante sulla prescrizione A44 (la Regione Puglia [...] nelle varie note interlocutorie dalla stessa redatte (tra cui quella del 4 novembre 2016, in risposta alla nota ministeriale del 25 ottobre 2016), ha invero rimesso la valutazione finale al MATTM, pur essendo la stessa coinvolta quale ente vigilante nella verifica dell’ottemperanza alla prescrizione A44);) e, successivamente, ponendo in essere un comportamento quasi “schizofrenico” con due dipartimenti regionali che nel tempo hanno sostenuto posizioni diverse: prima il Dipartimento Agricoltura ha concesso le autorizzazioni agli espianti, e poi il Dipartimento Ecologia ha presentato delle osservazioni contrarie agli espianti che non hanno, tuttavia, avuto alcun effetto sulle precedenti autorizzazioni (le ulteriori osservazioni del Dipartimento di Ecologia della Regione Puglia (articolazione diversa da quelle prima citate), in data 15 marzo 2017, non hanno posto nel nulla le predette autorizzazioni regionali del 6 e del 9 marzo scorso né è stato chiarito il rapporto esistente tra le predette articolazioni dello stesso ente territoriale, con riferimento alla competenza nella concessione delle autorizzazioni all’espianto delle piante di ulivo).
“Siamo stati gli unici - prosegue Trevisi - che si sono da sempre e da subito, sia in Parlamento che in Regione, opposti al gasdotto e ad una politica energetica basata sull’utilizzo di fonti fossili anziché su fonti rinnovabili che utilizzano sistemi di generazione elettrica distribuita. Costruire il TAP non servirà a rilanciare l’economia e a uscire dalla crisi economica che persiste. Non serve a chi ha perso il posto di lavoro, o a chi è stato costretto a chiudere la propria attività . Non serve neanche a chi vorrebbe emanciparsi dal gas russo, perché i russi sono parte del progetto con la loro azienda petrolifera Lukoil, impegnata nell’estrazione proprio del gas che dovrebbe essere trasportato dal TAP. Il TAP, dunque, fino ad oggi è servito solo al PD di Renzi per guadagnarsi il favore di qualche multinazionale e a Emiliano come argomento di scontro in vista delle elezioni primarie. E’ invece - conclude - una gran brutta notizia per il nostro territorio e per i nostri cittadini costretti ancora una volta a pagare il prezzo dell’inerzia del governo regionale e di scelte scellerate fatte dal governo PD nazionale”.
Lo scorso sei aprile la terza sezione del Tribunale amministrativo del Lazio, con decreto 01753/2017, si legge nel provvedimento, aveva accolto l'istanza presentata dalla Regione Puglia "per l'annullamento, previa sospensione, della nota del Ministero dell'Ambiente del 27 marzo scorso" con cui è stata dichiarata pienamente ottemperata la prescrizione "A44".
A seguito della sospensiva il consorzio Tap aveva fermato le operazioni di espianto degli alberi, che avaveno portato a diverse proteste e a scontri con la polizia, fino a oggi. Anche se di fatto da rimuovere ne restavano solo 43, di cui molti già espiantati ma rimasti nel cantiere a causa delle proteste.
Questa prescrizione è riferita alla cosiddetta fase 0 dei lavori e autorizza Tap, il consorzio a cui fa capo la realizzazione del gasdotto, a espiantare gli ulivi nell'area del cantiere. Ieri il Tar ha riesaminato l'intera questione nel merito, in camera di consiglio, e ha deciso di respingere il ricorso.
Emiliano: "Andremo avanti" - “Andremo avanti perché crediamo fermamente che sia ingiusto che la Tap approdi in una delle spiagge più belle d’Europa e che si debbano costruire chilometri di gasdotto sotto il maggiore giardino di ulivi d’Italia”.
Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, prendendo atto della sentenza del Tar Lazio che respinge il ricorso della Regione contro l’espianto degli ulivi per la realizzazione del cantiere Tap.
“Continueremo – ha aggiunto – a porre il problema in tutte le sedi, a partire dalla Corte Costituzionale dove pende il giudizio sulla partecipazione della Regione Puglia all’iter decisionale”.
“Siamo convinti – ha detto infine Emiliano – che il tema dell’idoneità tecnica dell’approdo a San Foca non sia derubricabile a un semplice vezzo degli ambientalisti, ma che sia una delle questioni fondanti del rapporto tra sviluppo e identità di un territorio, come quello salentino, che non può essere appaltato a decisioni che vengono da lontano.
Intendiamo proseguire nel proporre soluzioni alternative che permettano la salvaguardia del territorio insieme all’implementazione delle necessità energetiche nazionali, cui la Puglia da sempre contribuisce massivamente”.
Il consigliere cinquestelle evidenzia i passaggi della sentenza del TAR Lazio, nei quali si sottolineano responsabilità dell’ente regionale che, con diverse azioni fatte in passato, ha finito per delegittimare le sue stesse censure proposte nell’ultimo ricorso: dapprima rimettendo, in precedenti note interlocutorie, le valutazioni finali al Ministero pur essendo la stessa Regione ente vigilante sulla prescrizione A44 (la Regione Puglia [...] nelle varie note interlocutorie dalla stessa redatte (tra cui quella del 4 novembre 2016, in risposta alla nota ministeriale del 25 ottobre 2016), ha invero rimesso la valutazione finale al MATTM, pur essendo la stessa coinvolta quale ente vigilante nella verifica dell’ottemperanza alla prescrizione A44);) e, successivamente, ponendo in essere un comportamento quasi “schizofrenico” con due dipartimenti regionali che nel tempo hanno sostenuto posizioni diverse: prima il Dipartimento Agricoltura ha concesso le autorizzazioni agli espianti, e poi il Dipartimento Ecologia ha presentato delle osservazioni contrarie agli espianti che non hanno, tuttavia, avuto alcun effetto sulle precedenti autorizzazioni (le ulteriori osservazioni del Dipartimento di Ecologia della Regione Puglia (articolazione diversa da quelle prima citate), in data 15 marzo 2017, non hanno posto nel nulla le predette autorizzazioni regionali del 6 e del 9 marzo scorso né è stato chiarito il rapporto esistente tra le predette articolazioni dello stesso ente territoriale, con riferimento alla competenza nella concessione delle autorizzazioni all’espianto delle piante di ulivo).
“Siamo stati gli unici - prosegue Trevisi - che si sono da sempre e da subito, sia in Parlamento che in Regione, opposti al gasdotto e ad una politica energetica basata sull’utilizzo di fonti fossili anziché su fonti rinnovabili che utilizzano sistemi di generazione elettrica distribuita. Costruire il TAP non servirà a rilanciare l’economia e a uscire dalla crisi economica che persiste. Non serve a chi ha perso il posto di lavoro, o a chi è stato costretto a chiudere la propria attività . Non serve neanche a chi vorrebbe emanciparsi dal gas russo, perché i russi sono parte del progetto con la loro azienda petrolifera Lukoil, impegnata nell’estrazione proprio del gas che dovrebbe essere trasportato dal TAP. Il TAP, dunque, fino ad oggi è servito solo al PD di Renzi per guadagnarsi il favore di qualche multinazionale e a Emiliano come argomento di scontro in vista delle elezioni primarie. E’ invece - conclude - una gran brutta notizia per il nostro territorio e per i nostri cittadini costretti ancora una volta a pagare il prezzo dell’inerzia del governo regionale e di scelte scellerate fatte dal governo PD nazionale”.
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