di LUIGI LAGUARAGNELLA - E’ il novecentotrentesimo anno della traslazione delle ossa di San Nicola, la festa patronale di Bari. Il capoluogo pugliese si accinge a vivere i consueti eventi della storia, della tradizione, della fede, del folklore avendo gli occhi del mondo addosso. Sembra che il G7, che Bari ospiterà dall’11 al 13 maggio, debba prima ricevere la benedizione del Santo di Myra, del Santo del dono, del Santo “ponte tra occidente e oriente”.
La festa patronale 2017 si arricchisce di elementi che mettono la città e la sua storia fortemente proiettati in una dimensione nuova e rinnovata: per la prima volta una reliquia di San Nicola uscirà dalla Basilica per dirigersi in Russia, lì dove è venerato da tanta gente, per rimanerci fino a luglio.
Per la prima volta la regia del corteo storico, che apre ufficialmente la festa dei pellegrini e dei baresi, è affidata ad una donna. Elisa Barucchieri con la sua RexEstensa proverà a dare alla tradizione fatta di cavalli, timpanisti, processioni di figuranti, un tocco artistico, si può ben dire, ancestrale in modo da unire “cielo e terra”.
Il tocco femminile capace di affiancare al valore storico di San Nicola e Bari un significato più profondo e attuale. Grazie alla creatività artistica. La danza aerea che Elisa Barucchieri ha già portato nell’edizione del corteo 2016, riempirà di significati e di messaggi, rivolti ai cittadini agli uomini e alle donne di buona volontà gli episodi e i miracoli di San Nicola. Essi devono richiamare ad un forte senso di responsabilità e devono scuotere le coscienze proprio come emerso dalle parole commosse della regista durante la conferenza stampa di presentazione. Probabilmente a dover essere messe maggiormente in luce, oltre alle proiezioni artistiche sul castello, alle luminarie in piazza del Ferrarese, alle frecce tricolori, sono proprio le scene della danza aerea che sfileranno fino alla Basilica il 7 maggio. Elisa Barucchieri ha provato a sintetizzarle, ma questi “quadri” che verranno rappresentati da ballerini che danzeranno in aria, tra capacità tecnica e volo, sono quegli elementi che davvero arrichiscono di bellezza questo corteo.
Sei quadri, sei scene di danza aerea, sei momenti legati alla vita e ai miracoli del Santo, sei insegnamenti e spunti di riflessione per la nostra società che spesso si dimentica dei valori dell’accoglienza, del dono, dello stupore di sui è portatore San Nicola.
Il primo quadro rappresenta “Le colonne della cripta” rievocando il ritrovamento di una colonna all’arrivo delle ossa del Santo a Bari che miracolosamente permise il completamento della Basilica che l’abate Elia stava costruendo. La danza di Elisa Barucchieri, con i ballerini in bodypainting vuole comunicare proprio l’idea di ricostruzione, la necessità urgente di creare ponti e archi dalle macerie dei terremoti che hanno colpito l’Italia centrale o dai terribili bombardamenti in Siria (e non solo). Ponti, colonne e non muri che si stanno costruendo a livello mondiale terrorizzando i popoli a nuovi scenari di guerra.
Il secondo quadro è legato alla “manna” e alla sua potenza quasi esoterica, certamente terapeutica. Elisa Barucchieri vede la manna al “femminile”: ossia la capacità delle donne di lottare contro la malattia e il tumore, la loro perseveranza a tenere preservati doni della femminilità e della maternità . Il quadro sfilerà tra canti e palloncini ad elio e i tessuti che lo sosterranno sono realizzati in fibra di latte.
Il terzo quadro descrive il miracolo di San Nicola che rianima i resti di tre bambini uccisi da un perfido oste. Cannibalizzazione e mercificazione tremendamente attuali. La vita dei bambini fatta a pezzi proprio come quella salita alle cronache a Bari sugli episodi di abusi e pedofilia nei pressi dello stadio San Nicola. Nel quadro saranno presenti i bambini di etnia Rom insieme ai bambini della città che offriranno il pane. Sarà un quadro eloquente che deve ribaltare la visione “mostruosa” della violenza sui più piccoli.
Il quarto quadro è quello della “colonna e le fanciulle da maritare”: la leggenda secondo cui le donne in cerca di marito riuscissero a sposarsi dopo aver compiuto tre giri attorno alla colonna grazie all’azione di San Nicola. Il quadro celebra la gioia, la speranza, l’amore, la rinascita con la danza di fanciulle attorno al popolo in festa. In poche parole: la vita.
Il quinto quadro: “la dote e le ragazze salvate dalla prostituzione”. Riguarda l’attenzione di cui San Nicola è maestro per le fanciulle. Salvò tre ragazze dalla prostituzione con la dote che giunse miracolosamente e salvando la famiglia. Si tratta dell’attenzione che ognuno deve avere nei confronti del prossimo, senza alcun tipo di timore. L’attenzione che è da porre sempre soprattutto verso i più bisognosi perché la dignità spetta a tutti. Il quadro presenterà tre coppie di danzatrici e giocheranno sull’alternanza ricco e povero, tra l’essere sereni e l’essere disperati, tra il bianco e il nero, tra il buio e la luce. Luce che, in fondo, non può mancare a nessuno.
Il sesto quadro è “la Caravella”: la festa. La festa di San Nicola mette al centro il popolo, i marinai, la loro umanità e non lo stato sociale. Uomini che per fede, senza alcuna certezza fanno della loro vita una missione per poi tornare da essa da persone rinnovate pronte a riabbracciare gli affetti, la famiglia.
Probabilmente oltre a tenere tutti con lo sguardo rivolto verso il cielo sullo sfondo del Lungomare, del Piccinni o della Basilica, il corteo storico e San Nicola, grazie alla forza creatrice dell’arte e della danza, invitano a provare e riprovare a sollevare da terra la propria vita.
La festa patronale 2017 si arricchisce di elementi che mettono la città e la sua storia fortemente proiettati in una dimensione nuova e rinnovata: per la prima volta una reliquia di San Nicola uscirà dalla Basilica per dirigersi in Russia, lì dove è venerato da tanta gente, per rimanerci fino a luglio.
Per la prima volta la regia del corteo storico, che apre ufficialmente la festa dei pellegrini e dei baresi, è affidata ad una donna. Elisa Barucchieri con la sua RexEstensa proverà a dare alla tradizione fatta di cavalli, timpanisti, processioni di figuranti, un tocco artistico, si può ben dire, ancestrale in modo da unire “cielo e terra”.
Il tocco femminile capace di affiancare al valore storico di San Nicola e Bari un significato più profondo e attuale. Grazie alla creatività artistica. La danza aerea che Elisa Barucchieri ha già portato nell’edizione del corteo 2016, riempirà di significati e di messaggi, rivolti ai cittadini agli uomini e alle donne di buona volontà gli episodi e i miracoli di San Nicola. Essi devono richiamare ad un forte senso di responsabilità e devono scuotere le coscienze proprio come emerso dalle parole commosse della regista durante la conferenza stampa di presentazione. Probabilmente a dover essere messe maggiormente in luce, oltre alle proiezioni artistiche sul castello, alle luminarie in piazza del Ferrarese, alle frecce tricolori, sono proprio le scene della danza aerea che sfileranno fino alla Basilica il 7 maggio. Elisa Barucchieri ha provato a sintetizzarle, ma questi “quadri” che verranno rappresentati da ballerini che danzeranno in aria, tra capacità tecnica e volo, sono quegli elementi che davvero arrichiscono di bellezza questo corteo.
Sei quadri, sei scene di danza aerea, sei momenti legati alla vita e ai miracoli del Santo, sei insegnamenti e spunti di riflessione per la nostra società che spesso si dimentica dei valori dell’accoglienza, del dono, dello stupore di sui è portatore San Nicola.
Il primo quadro rappresenta “Le colonne della cripta” rievocando il ritrovamento di una colonna all’arrivo delle ossa del Santo a Bari che miracolosamente permise il completamento della Basilica che l’abate Elia stava costruendo. La danza di Elisa Barucchieri, con i ballerini in bodypainting vuole comunicare proprio l’idea di ricostruzione, la necessità urgente di creare ponti e archi dalle macerie dei terremoti che hanno colpito l’Italia centrale o dai terribili bombardamenti in Siria (e non solo). Ponti, colonne e non muri che si stanno costruendo a livello mondiale terrorizzando i popoli a nuovi scenari di guerra.
Il secondo quadro è legato alla “manna” e alla sua potenza quasi esoterica, certamente terapeutica. Elisa Barucchieri vede la manna al “femminile”: ossia la capacità delle donne di lottare contro la malattia e il tumore, la loro perseveranza a tenere preservati doni della femminilità e della maternità . Il quadro sfilerà tra canti e palloncini ad elio e i tessuti che lo sosterranno sono realizzati in fibra di latte.
Il terzo quadro descrive il miracolo di San Nicola che rianima i resti di tre bambini uccisi da un perfido oste. Cannibalizzazione e mercificazione tremendamente attuali. La vita dei bambini fatta a pezzi proprio come quella salita alle cronache a Bari sugli episodi di abusi e pedofilia nei pressi dello stadio San Nicola. Nel quadro saranno presenti i bambini di etnia Rom insieme ai bambini della città che offriranno il pane. Sarà un quadro eloquente che deve ribaltare la visione “mostruosa” della violenza sui più piccoli.
Il quarto quadro è quello della “colonna e le fanciulle da maritare”: la leggenda secondo cui le donne in cerca di marito riuscissero a sposarsi dopo aver compiuto tre giri attorno alla colonna grazie all’azione di San Nicola. Il quadro celebra la gioia, la speranza, l’amore, la rinascita con la danza di fanciulle attorno al popolo in festa. In poche parole: la vita.
Il quinto quadro: “la dote e le ragazze salvate dalla prostituzione”. Riguarda l’attenzione di cui San Nicola è maestro per le fanciulle. Salvò tre ragazze dalla prostituzione con la dote che giunse miracolosamente e salvando la famiglia. Si tratta dell’attenzione che ognuno deve avere nei confronti del prossimo, senza alcun tipo di timore. L’attenzione che è da porre sempre soprattutto verso i più bisognosi perché la dignità spetta a tutti. Il quadro presenterà tre coppie di danzatrici e giocheranno sull’alternanza ricco e povero, tra l’essere sereni e l’essere disperati, tra il bianco e il nero, tra il buio e la luce. Luce che, in fondo, non può mancare a nessuno.
Il sesto quadro è “la Caravella”: la festa. La festa di San Nicola mette al centro il popolo, i marinai, la loro umanità e non lo stato sociale. Uomini che per fede, senza alcuna certezza fanno della loro vita una missione per poi tornare da essa da persone rinnovate pronte a riabbracciare gli affetti, la famiglia.
Probabilmente oltre a tenere tutti con lo sguardo rivolto verso il cielo sullo sfondo del Lungomare, del Piccinni o della Basilica, il corteo storico e San Nicola, grazie alla forza creatrice dell’arte e della danza, invitano a provare e riprovare a sollevare da terra la propria vita.